Palazzo Rosso attende la pronuncia della Corte dei Conti
Un'ora di audizione nel corso della quale il sindaco Piercarlo Fabbio ha spiegato "le macropolitiche di bilancio" scelte dall'amministrazione. Nessuna ammissione di colpa o di responsabilità, ma la disponibilità ad apportare modifiche su ciò che viene chiesto dalla Corte dei Conti. La pronuncia ufficiale si attende tra qualche giorno. Pochi, per ora, hanno voglia di commentare
Un'ora di audizione nel corso della quale il sindaco Piercarlo Fabbio ha spiegato "le macropolitiche di bilancio" scelte dall'amministrazione. Nessuna ammissione di colpa o di responsabilità, ma la disponibilità ad apportare modifiche su ciò che viene chiesto dalla Corte dei Conti. La pronuncia ufficiale si attende tra qualche giorno. Pochi, per ora, hanno voglia di commentare
“Siamo un ente, e come tali, disposti a cambiare ciò che ci viene chiesto sulla base di una interpretazione diversa dei dati e dei conti, ma non certo per un’ammissione di colpa o per sanare errori che non abbiamo commesso”. Il sindaco ha precisato che non c’è intenzione di “farla franca” non essendo un privato, ma nemmeno di fare un’ammissione di responsabilità che non si ha, mantenendo quindi la linea dell’autodifesa. Nel corso dell’audizione il collegio della Corte ha ribadito le 25 osservazioni contenute nel documento già consegnato agli amministratori, mentre il primo cittadino ha colto l’occasione per spiegare “le macropolitiche di bilancio, senza entrare nelle questioni puntuali sulle quali abbiamo già prodotto una dettagliata memoria nei giorni scorsi”.
“Un colloquio franco e sincero, in un clima cordiale, favorevole al ragionamento” è stato definito l’incontro di ieri, nel quale il sindaco ha spiegato “quanto fatto per la città”, accogliendo solo alcune delle osservazioni sottolineate dalla Corte dei Conti. E precisando in un secondo momento: “Sono sicuro che parte delle contestazioni decadranno”.
Prima di definirsi “disposti a cambiare ciò che viene richiesto”, Fabbio ha sottolineato alcuni “canoni precisi” richiesti per operare un risanamento dell’Ente. “Il Comune, come moltissimi altri, ha necessità di più risorse di quante ne entrino: lo spazio di intervento per ridurre lo squilibrio di parte corrente è però minimo” ha affermato. “Pertanto abbiamo innanzitutto cercato di bloccare l’indebitamento, cresciuto dal 2002 al 2005, e questa è l’eredità che ci siamo trovati, di circa 50 milioni passando da oltre 90 a quasi 150”.
Ma l’organo di controllo è stato anche rassicurato sul recupero delle risorse necessarie mancanti: “in questi quattro anni e mezzo di amministrazione sono stati investiti i proventi delle alienazioni immobiliari in lavori e si è puntato sulle privatizzazioni parziali o totali delle aziende partecipate – ha proseguito il primo cittadino – Scelta peraltro approvata dal Consiglio comunale nell’ottobre 2008, e in parte realizzata, come per Aristor, le farmacie e da pochi giorni anche Amiu”. E poi c’è il recupero dell’evasione fiscale.
Un recupero di risorse, però, con ritardo per diversi fattori che vengono elencati dal sindaco e che si sintetizzano nella “ferma opposizione della minoranza, nella ‘vittoria di Pirro’ dei promotori del referendum, che hanno vinto solo per l’acqua, e nel continuativo accesso alle anticipazioni di cassa, cui siamo stati costretti per garantire gli stipendi a fronte di trasferimenti da altri Enti che non arrivano in tempo”. Poi il discorso si è spostato su ragionamenti di più ampio raggio: “il Comune, oggi, non può essere considerato un semplice esecutore di norme, un centro di spesa, ma un soggetto di investimento, soprattutto in periodi di forte crisi come quelli che stiamo vivendo”. Precisando “in questa direzione noi ci siamo mossi, con l’obiettivo di far sì che la distribuzione della povertà fosse meno alta. La città aveva bisogno di queste azioni e noi le abbiamo fatte”. Poi il sindaco Fabbio annuncia anche l’imminente firma del Protocollo con l’Ifel (Istituto per la finanza e l’economia locale) dell’Anci e il ministero dell’Economia per avviare il processo di sperimentazione del federalismo fiscale.
La Corte dei Conti, in tutto questo contesto, sembra essersi limitata a prendere atto delle risposte e delle spiegazioni date, per pronunciarsi ufficialmente solo tra qualche giorno.
Intanto in attesa del pronunciamento della sezione Controllo della Corte, filtrano le prime reazioni del mondo politico di casa nostra.
Lapidario Enrico Mazzoni, vicepresidente del Consiglio, che decide di non esprimersi in merito alle dichiarazioni del sindaco “fino a quando non si verrà a conoscenza di ciò che chiede la Corte dei Conti, quindi della pronuncia ufficiale”. Mentre il capogruppo del Pd, Gianni Ivaldi commenta così le parole del sindaco: “non è una questione di interpretazioni diverse di dati e di conti, perché se vanno modificati è perché sono sbagliati. E’ una questione, invece, di rispetto della contabilità pubblica e di gravi irregolarità nella gestione dei bilanci, a cui corrispondono gravi responsabilità dell’amministrazione Fabbio”. E aggiunge: “E’ necessario adeguare al più presto i bilanci sulla base delle raccomandazioni, osservazioni e suggerimenti del Collegio dei Revisori e della Corte dei Conti, abbandonando l’idea inutile e dannosa del gruppo di lavoro”.
Tra le fila della maggioranza invece nessuna espressione diretta: non è ancora stata ufficializzata, infatti, una capigruppo di maggioranza nel corso della quale il primo cittadino potrebbe relazionare nel dettaglio su come è andata l’audizione. Anche se da quel che trapela, con ogni probabilità, già nella giornata di oggi tutti saranno convocati per essere informati.