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Caso Caridi, probabile rinvio per l’udienza sulla misure di sorveglianza
Nuovo probabile rinvio dell'udienza per le misure di sorveglianza e sul legittimo possedimento dei beni. Il rinvio richiesto dal collegio dei difensori a causa dello sciopero degli avvocati penalisti
Nuovo probabile rinvio dell'udienza per le misure di sorveglianza e sul legittimo possedimento dei beni. Il rinvio richiesto dal collegio dei difensori a causa dello sciopero degli avvocati penalisti
Un nuovo probabile rinvio dell’udienza di Giuseppe Caridi e gli altri implicati nell’operazione “Maglio” per le misure di sorveglianza speciale e legittimo possedimento di beni. A chiedere di spostare l’appuntamento davanti al tribunale di Alessandria è stato il collegio dei difensori dell’ex consigliere del Pdl alessandrino in considerazione dello sciopero in corso proclamato dagli avvocati penalisti.
Dallo sciopero sono esclusi i procedimenti a carico di soggetti sottoposti a misure restrittive della libertà. Tuttavia, l’udienza programmata non è direttamente inerente al procedimento per il reato ipotizzato di associazione di stampo mafioso, bensì alle misure di sorveglianza speciale e sula possibilità di confiscare quei beni degli indagati di cui non è ben chiara la provenienza.
L’udienza era già stata rinviata una volta, a settembre, per insufficienza dei termini.
Caridi e altre sette persone sono in carcere dallo scorso 21 giugno con l’accusa di associazione di stampo mafioso.
L’applicazione di misure di sorveglianza speciale dovrebbe scattare nel momento in cui la Cassazione decidesse di accogliere l’istanza di scarcerazione, avanzata dai legali di Caridi e respinta in prima istanza dal tribunale del riesame.
La verifica di legittimo possesso permetterebbe invece al giudice di confiscare e sequestrare gli eventuali beni di dubbia provenienza, legati cioè alla presunta attività criminale.
Dallo sciopero sono esclusi i procedimenti a carico di soggetti sottoposti a misure restrittive della libertà. Tuttavia, l’udienza programmata non è direttamente inerente al procedimento per il reato ipotizzato di associazione di stampo mafioso, bensì alle misure di sorveglianza speciale e sula possibilità di confiscare quei beni degli indagati di cui non è ben chiara la provenienza.
L’udienza era già stata rinviata una volta, a settembre, per insufficienza dei termini.
Caridi e altre sette persone sono in carcere dallo scorso 21 giugno con l’accusa di associazione di stampo mafioso.
L’applicazione di misure di sorveglianza speciale dovrebbe scattare nel momento in cui la Cassazione decidesse di accogliere l’istanza di scarcerazione, avanzata dai legali di Caridi e respinta in prima istanza dal tribunale del riesame.
La verifica di legittimo possesso permetterebbe invece al giudice di confiscare e sequestrare gli eventuali beni di dubbia provenienza, legati cioè alla presunta attività criminale.