Sestini: “L’orgoglio di essere riformista”
Socialista da sempre e per sempre, il sessantenne consigliere comunale pochi mesi fa si sentiva pronto per la pensione. Ma tanti amici hanno insistito, e sono pronto a fare ancora la mia parte. Ci parla della nuova lista per Palazzo Rosso, ma soprattutto dei tanti problemi di Alessandria
Socialista da sempre e per sempre, il sessantenne consigliere comunale pochi mesi fa si sentiva pronto per la pensione. Ma tanti amici hanno insistito, e sono pronto a fare ancora la mia parte. Ci parla della nuova lista per Palazzo Rosso, ma soprattutto dei tanti problemi di Alessandria
Consigliere Sestini, lei da Palazzo Rosso proprio non se ne vuole andare, dica la verità…
(sorride, ndr). In realtà io in consiglio comunale ci sono soltanto da 10 anni, a voler essere precisi. Però prima sono stato nel consiglio di amministrazione delle case popolari, e di Amag. Ho 61 anni, e sono in politica da più di 40, e sempre dalla stessa parte: socialista. Ma mi creda: era un’altra epoca, altre persone, altri valori. E quando, fino a qualche mese fa, dicevo che me ne sarei andato in pensione, in parallelo, dal mio impiego in Provincia e dai miei ruoli politici, ero assolutamente serio.
Poi cosa è successo?
Poi alcuni amici cominciano a dirmi: Ezio, sei matto? Se molli tu, lasciamo anche noi, e ad Alessandria finisce che di socialisti veri in giro non ce ne saranno più. Ci si sono messe anche le mie figlie, che sono ormai grandi, non fanno politica, ma vogliono che io invece continui ad esserci. E, fra tutti, mi hanno convinto….
Ci mettiamo anche una questione di orgoglio ferito, nei rapporti con l’onorevole Borgoglio? Si dice che lui stia cercando un suo candidato, e che insomma non vi siate intesi….eppure c’è una storia comune…
Non so cosa farà Felice Borgoglio, e mi interessa poco. Io, per la precisione, nel Psi non sono mai stato borgogliano però: lui tirava a sinistra, nelle alleanze con Pci prima, e con il centro sinistra nella seconda Repubblica. Io sono sempre stato più moderato e centrista: se vuole mettermi un’etichetta, dica che ero e rimango un proveriano. Franco Provera fu figura politica e umana splendida, e tra tutti i compagni del Psi sicuramente quello a cui mi sono sentito più legato.
Rifacciamola un po’ allora Sestini, la sua storia politica…
E’ semplice guardi: ho 61 anni, e sono socialista da sempre, come mio padre. A 22 anni ero membro dell’esecutivo del partito, e naturalmente i big alessandrini del Psi li ho conosciuti e frequentati tutti. I già citati Provera e Borgoglio, ma anche Mirabelli, e tanti altri. Poi, nel ‘93, siamo rimasti soltanto io e i miei amici Pierangelo Taverna e Giancarlo Caldone. Gli altri, puf: dissolti…
La grande fuga post Tangentopoli?
Esatto. Ma un conto sono gli errori e le responsabilità giudiziarie, altro rinnegare una storia politica gloriosa. A me scappare non piace, e d’altra parte ho sempre avuto le mani pulite, e zero contestazioni personali: per cui sono rimasto a difendere la dignità dei socialisti, e a far sentire la loro voce nei difficili anni Novanta, e anche dopo.
La sua opposizione al centro destra nell’era Fabbio come la definirebbe? Soft?
Direi costruttiva, e autonoma. A me non piace attaccare a testa bassa, preferisco ragionare. Ho talora votato a favore di provvedimenti della maggioranza, perché li credevo corretti. La privatizzazione delle farmacie, ad esempio. Fummo noi socialisti ad insistere, quando era necessario, perché ci fossero farmacie comunali ben radicate in periferia, a disposizione dei ceti più deboli, e con difficoltà di spostamento. I servizi pubblici allora servivano a far crescere le aree più disagiate. Ma oggi il mondo è cambiato, le periferie sono tutt’altro che marginali, anzi semmai la logica si è ribaltata. E le farmacie hanno bisogno di gestione manageriale ed economie di scala che la mano pubblica non sa produrre. In altri casi però Fabbio l’ho criticato, eccome, e ho votato contro ai suoi provvedimenti..
Sugli ultimi due criticati bilanci ad esempio?
Lì non c’ero proprio, in entrambi i casi. E sarei ipocrita se le dicessi che è stato un caso: si sentiva puzza di bruciato a distanza di chilometri. Anche se ora è giusto che siano i tecnici a fare le loro valutazioni, a me lo scioglimento anticipato del consiglio non convince. Sarebbe la sconfitta della politica, che invece deve trovare al proprio interno la forza di reagire.
Ma secondo lei Sestini dove l’attuale sindaco ha sbagliato davvero?
Io l’ho già detto in qualche passata occasione: i limiti di Fabbio sono quelli dell’uomo solo al comando, per citare una definizione che si utilizzava per Fausto Coppi. Credo abbia peccato di individualismo, e che comunque si sia scelto dei collaboratori non all’altezza, che lo hanno sempre assecondato anche negli errori, mentre dovrebbe succedere il contrario. Le faccio l’esempio del ponte sulla Bormida: tutti a parlare del Meier che non c’è ancora. Ma intanto sul Tanaro collegamenti cittadini ce ne sono altri due, e il terzo che pure ormai è stato annunciato molte volte forse non è così indispensabile. Utile sì, naturalmente. Ma non essenziale. Mentre, scusi, ci rendiamo conto di cosa succede sull’altro lato di ingresso in città?
Allude al ponte sulla Bormida?
Esatto. Quello è un imbuto mostruoso, e di lì passa tutto il traffico da e per la Fraschetta, ma anche per Tortona e Novi. Se per qualche motivo venisse bloccato quello, mi sa dire che succede? E invece Fabbio ha ignorato la questione, scaricandola sulla Provincia. Ma quello della Provincia, in ogni caso, è il progetto per una strada camionabile, con tangenziale che dovrebbe partire dal casello autostradale di Castelceriolo. Non risolverebbe comunque il problema della Fraschetta.
Territorio che, mi pare di capire, le sta molto a cuore….
Beh, ci vivo: da quindici anni ormai risiedo a Cascinagrossa. E lì, me lo lasci sottolineare, stiamo facendo i salti mortali per riaprire una biblioteca che è un piccolo gioiello, con circa 3.000 volumi in gran parte legati al territorio e alla storia locale. Ormai dovremmo esserci, e naturalmente sarà a costo zero di personale: tutta gestione volontaria. Altro mio cruccio è il 118, o almeno un ambulatorio medico diurno. Non ha senso lasciare sguarnito un territorio così vasto.
Tutte battaglie che ora potrà portar avanti con “Alessandria Riformista”: quelle due mani che si stringono, nel logo, sono la sua e quella dell’assessore provinciale Caldone?
In realtà quello è il simbolo del Circolo di Studi Sociali, che ci autorizzati ad utilizzarlo, credendo nel nostro progetto. Le mani che si stringono sono quelle dei tanti amici che sono con noi in questa avventura. In cui accanto a figure di esperienza ci sono tanti giovani di valore. Le cito Domenico Mercogliano, responsabile della Cardiochirurgia all’ospedale di Alessandria, e Giampiero “Peo” Lavezzari, commerciante e imprenditore. Ma anche i giovani appunto: Silvia Petroli, 21 anni e un entusiasmo straordinario, Oppure Giuseppe Gullo Vivaldi, giovanissimo medico odontoiatra ma anche esperto di tecnologie, e Francesco Sacco, nipote del mitico presidente dei Grigi degli anni Settanta, e nipote di Maria, fantina professionista e donna straordinaria, mancata prematuramente poche settimane fa. Sono questi ragazzi il futuro della città, e in loro che bisogna credere, e a cui bisogna dare fiducia.
Intanto però il candidato sindaco sarà lei Sestini, possiamo darlo per scontato? E il partito socialista lo ha lasciato o no?
Non so ancora, davvero, chi sarà il candidato sindaco: ci riserviamo di decidere collegialmente, noi 32 amici che abbiamo dato vita alla lista. Non ho smanie personalistiche. L’importante è ottenere al primo turno, correndo da soli, un ottimo risultato, e credo che possiamo farcela. Poi, se non andremo noi al ballottaggio, valuteremo il da farsi. Con le mani libere, e valutando i programmi e i progetti per il rilancio di Alessandria. Quanto alla mia appartenenza al Partito Socialista Italiano oggi guidato da Riccardo Nencini, vedremo: quel che è certo è che resterò socialista a vita, mi creda.