Lettura “politica” dell’emergenza maltempo. Ha funzionato la macchina amministrativa?
Nel corso della commissione congiunta Politiche Ambientali e Territorio si è parlato dell'organizzazione e della gestione della situazione maltempo che ha interessato la provincia di Alessandria nei giorni scorsi. Cosa si è fatto e come si potevano prevenire alcune situazioni critiche che hanno creato disagio
Nel corso della commissione congiunta Politiche Ambientali e Territorio si è parlato dell'organizzazione e della gestione della situazione maltempo che ha interessato la provincia di Alessandria nei giorni scorsi. Cosa si è fatto e come si potevano prevenire alcune situazioni critiche che hanno creato disagio
Nessuna nota specifica in merito alla “conta dei danni”, né tanto meno cifre specifiche che delineassero “le spese” delle operazioni per l’allerta maltempo. La questione è stata affrontata in aula nella forma “politica” dell’evento e della gestione emergenza seguita da amministrazione, Protezione civile, Amag e Amiu.
Come precisa l’assessore Pavanello (nella foto a destra) “ogni evento calamitoso è un evento a sé e non tutte le volte si può arrivare preparati al 100%”. Precisando comunque come “nel complesso, considerando anche i pochi mezzi a disposizione della protezione civile a livello comunale, siamo riusciti a fare la nostra parte, egregiamente. Sicuramente le criticità ci sono state e andranno affrontate”. Operative 24 ore su 24 le 5 linee telefoniche istituite a Villa Guerci per dare informazioni ai cittadini sulla sicurezza strade, sulla viabilità e sulla situazione delle zone più critiche. In azione volontari, protezione civile di Alessandria, oltre che della provincia e della regione. Stazione radio nella sede alessandrina in costante contatto con le altre sedi “critiche” come Alba e Asti.
L’assessore ha concluso dicendo “non tocca certo a me giudicare se abbiamo operato bene, ma ai cittadini, soprattutto quelli coinvolti in prima persona, perché vicini alle aree golenali o ai punti di criticità come il Rio Lovassina a Spinetta”.
Nulla da dire sulla “operatività della Protezione civile”. Le critiche dai consiglieri presenti alla commissione sono sul fronte “comunicativo”. Sia il consigliere Ezio Sestini, che il capogruppo Pd Gianni Ivaldi, così come tra i banchi della maggioranza il consigliere Cristian La Greca (nella foto a sinistra) lamentano la mancanza di comunicazione “istituzionale”, per altro prevista dal regolamento di Protezione civile.
“A me è arrivata alle 21 di sabato la telefonata del vicepresidente Micò”, sottolinea Sestini. Mentre La Greca incalza: “Noi gli strumenti li abbiamo ma non li utilizziamo. Cadiamo sempre sulle cose facili. Perché non si aggiornava il sito internet del comune con le notizie sul maltempo? Perché il monitor sotto i portici di Palazzo Rosso era spento? E persino i pannelli sulle strade avevano ancora la scritta ‘bici in città’, quando potrebbero essere sfruttati per informare”.
L’assessore Pavanello non entra troppo nel merito della questione, ma precisa che l‘iter “da regolamento” che prevede la comunicazione al presidente del Consiglio, che a sua volta deve procedere con la comunicazione ai capigruppo consigliari, è stato seguito alla lettera. Dello stesso parere anche Trussi: “le notizie sono state ‘coperte’ egregiamente dagli organi di stampa successivamente ai summit che si tenevano in Prefettura e a Villa Guerci, con informazioni istituzionali”.
La commissione è proseguita con la spiegazione da parte dell’assessore Trussi (nella foto a destra) della partenza dello stato di allerta e di criticità nella giornata di venerdì, “sul modello Aipo”. “Direi che eravamo piuttosto pronti al peggio, visto che l’ipotesi di piovosità era pari a 500-600 millimetri d’acqua, che avrebbero se si fossero verificati davvero portato l’idrometro di Pietra Marazzi a segnare quota 15 metri, quando con l’alluvione del ’94 segnava 10 metri”.
L’assessore ha spiegato come i problemi maggiori siano stati causati dall’Orba che ha prodotto una discesa di acqua a valle 100 volte superiore alle previsioni di piena straordinaria, creando un vero e proprio “tsunami” che si è riversato nella Bormida provocandone l’esondazione.
Molte le domande dei consiglieri sulle questioni “in sospeso” o ancora irrisolte che riguardano la messa in sicurezza dei fiumi e le zone maggiormente interessate come Alessandria 2000, nell’area dove sorge il centro commerciale Panorama.
Gloria Grillo chiede quali progetti ci sono all’orizzonte, se ci sono, per l’innalzamento dell’argine del Tanaro tra via Poligonia agli Orti e la tangenziale. “La necessità è che venga rialzato di 1 metro e 30 circa – risponde Trussi – Stiamo aspettando la chiusura delle procedure di appalto da parte di Aipo per attuare i lavori”.
Il consigliere Idv, Paolo Bellotti, pone l’attenzione sulla annosa questione “Alessandria 2000-Panorama”, facendo riferimento ad un articolo di un giornale on-line (Alessandria oggi ,ndr) dove si fa riferimento all’adempimento obbligato del Comune in caso di richiesta danni da parte del centro commerciale. Sottolinea anche le lamentele riscontrate dagli abitanti della zona Chiozzo, sulla “sicurezza collettiva” fortemente compromessa dall’allagamento del parcheggio e del sottopasso della tangenziale “qualora fosse stato necessario scappare e allontanarsi dalle abitazioni”. Ma l’assessore Trussi, tranquillizza: “Non c’è nulla a carico del comune in termini di risarcimento. Non ci sono richieste danni, ad oggi, da nessun agricoltore o cittadino”, men che meno danni da pagare a privati.
Il consigliere Bocchio, svestendo i panni del presidente, fa alcune considerazioni sul “buon funzionamento della macchina amministrativa” in una situazione di allerta e soprattutto dopo la delibera degli scorsi anni di “minimizzazione del rischio idrogeologico”. Additato subito da Enrico Mazzoni come “avvocato dell’amministrazione”, il vicepresidente del Consiglio fa notare come “la quinta delibera di minimizzazione del rischio idrogeologico sia stata fatta a maggio 2009, proprio dalla Giunta Fabbio”.
Ma Bocchio alza i toni anche sulla questione che per giorni ha cavalcato le cronache: Rio Lovassina a Spinetta Marengo. “E’ una situazione che si protrae da più di 60 anni, quindi è inutile e poco corretto scaricare le colpe su questa amministrazione”. Bocchio sottolinea come “quel che è importante ora è riuscire a mettere da parte il vergognoso rimpallo di competenze tra Comune, Provincia e Regione, e riuscire ad avere risposte chiare sul finanziamento del progetto che è già esistente“.
La risposta ironica, arriva dal banco di Mazzoni: “il problema è solo il reperimento di 10 milioni per avviare il progetto. Ora che siete in Regione, fate tirare fuori i soldi“.