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Kovacic si incatena: questa volta la protesta è contro Sital
Renato Kovacic questa mattina si è incatenato davanti alla sede della società partecipata di Dallerba, la Sital spa, in via Buonarroti al Cristo. La protesta è nei confronti dell'attuale amministrazione che continua a mantenere in vita una società "in rosso"
Renato Kovacic questa mattina si è incatenato davanti alla sede della società partecipata di Dallerba, la Sital spa, in via Buonarroti al Cristo. La protesta è nei confronti dell'attuale amministrazione che continua a mantenere in vita una società "in rosso"
Meno di una settimana fa, Renato Kovacic, candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative per Comunisti Sinistra Popolare, si era incatenato ai cassonetti dei rifiuti di via Pietro Nenni al Cristo, contro l’abolizione del porta a porta e il ritorno dei bidoni sulla strada (come si vede nella foto).
Questa mattina, giorno di San Baudolino, Renato Kovacic ha deciso di usare le sue “storiche catene”, ma questa volta come segno di protesta verso il sindaco Fabbio e la sua amministrazione per la situazione della società partecipata di Giancarlo Dallerba.
Kovacic si è incatenato davanti alla porta d’ingresso della sede della società Sital spa, in via Buonarroti al quartiere Cristo: “Non si può voler continuare a mantenere una società che produce tutti gli anni dei bilanci ‘in rosso’ , per 200 mila euro. Ad oggi ammonta ad 1 milione”. E aggiunge: “I cittadini sono stanchi di pagare per le scelte sbagliate degli altri”.
Questa mattina, giorno di San Baudolino, Renato Kovacic ha deciso di usare le sue “storiche catene”, ma questa volta come segno di protesta verso il sindaco Fabbio e la sua amministrazione per la situazione della società partecipata di Giancarlo Dallerba.
Kovacic si è incatenato davanti alla porta d’ingresso della sede della società Sital spa, in via Buonarroti al quartiere Cristo: “Non si può voler continuare a mantenere una società che produce tutti gli anni dei bilanci ‘in rosso’ , per 200 mila euro. Ad oggi ammonta ad 1 milione”. E aggiunge: “I cittadini sono stanchi di pagare per le scelte sbagliate degli altri”.