Il Borsalino in vendita: “Ci obbliga la Finanziaria, ma non ci sarà speculazione”
La base è fissata in 22 milioni e 100 mila euro per acquistare la struttura, fiore allocchiello della sanità pubblica alessandrina. Ma la continuità del servizio non è a rischio, afferma Agostino Gatti, presidente della Borsalino 2000 srl
La base è fissata in 22 milioni e 100 mila euro per acquistare la struttura, ?fiore all?occhiello? della sanità pubblica alessandrina. ?Ma la continuità del servizio non è a rischio?, afferma Agostino Gatti, presidente della Borsalino 2000 srl
Presidente Gatti, ci spiega con chiarezza cosa sta succedendo?
Ma mica vuole fare un’intervista? Io non ne concedo mai: le posso giusto dare alcune informazioni…
Quelle cerchiamo. Le garantisco che sarà una conversazione assolutamente monotematica. Allora, Alessandria rischia di perdere una struttura sanitaria di eccellenza come il Borsalino?
Ma no, per fortuna no. C’è una clausola precisa nel patto parasociale: per almeno trent’anni l’immobile deve essere destinato esclusivamente ad attività sanitaria. Chiunque sia il proprietario.
Ma allora perché venderlo?
Perché ce lo impone la legge, purtroppo. La Finanziaria ha introdotto il divieto, per le aziende sanitarie, di possedere quote di società con attività estranee alla sanità. Qui si è aperto uno spazio interpretativo, perché è vero che formalmente l’srl Borsalino 2000 fa attività immobiliare, però nei fatti questo è il suo unico immobile, ed è appunto destinato a riabilitazione sanitaria. Ma non c’è stato niente da fare: i tre diversi e autorevoli pareri legali sono stati concordi nel dirci: dovete vendere.
Chi sono i soci di Borsalino 2000?
La società è stata costituita nel 2000, appunto, e i soci sono due: l’Azienda Ospedaliera Santi Antonio e Biagio (e quindi la Regione Piemonte) al 62,5%, e la Fondazione Cassa di Risparmio al 37,5%. Dovendo ora arrivare allo scioglimento per legge, la soluzione per così dire “interna” poteva essere rappresentata dall’acquisto, da parte di uno dei due soci, delle quote dell’altro. Ma né Regione né Fondazione, in questo momento, dispongono delle risorse necessarie, così ricorrere al mercato è rimasta l’ultima soluzione. (nella foto Gatti, terzo a sinistra, con Nicola Giorgione, direttore dell’Aso, durante una recente inaugurazione)
Obtorto collo, pare di capire…
Per quanto mi riguarda sì, di assoluta malavoglia. Ma credo che sia il sentimento comune a tutti coloro che, in questi undici anni, si sono impegnati per trasformare, da zero, il Borsalino in ciò che è oggi, ossia una struttura di eccellenza regionale, e probabilmente nazionale. Capace di erogare assistenza riabilitativa a tante persone in difficoltà, grazie a 104 posti letto e, me lo lasci sottolineare, ad un team di operatori sanitari (sia medici che paramedici) che credo rappresentino la vera risorsa principale della struttura.
Presidente Gatti, qualcuno evoca complotti, teme che siano in corso speculazioni immobiliari….
Noi nel bando abbiamo fatto di tutto per evitarlo. Consideri che, essendo il valore dell’immobile stimato in poco più di 22 milioni di euro, abbiamo previsto un canone annuo di 970 mila euro. Ossia il 4,7% del valore del capitale, contro il 7-8% che di solito viene richiesto sul mercato. Questo, sulla carta, dovrebbe garantire il fatto che a farsi avanti non siano speculatori (che hanno tutto l’interesse ad investire altrove) ma soggetti che per statuto svolgono attività filantropiche e sociali.
Avete già un’idea del potenziale acquirente? E se non si facesse avanti nessuno che succederebbe?
No, non so chi potrebbe farsi avanti, e comunque non glielo direi, naturalmente. Ma se non ci fossero offerte, evidentemente, si aprirebbe uno scenario nuovo. Prima di tutto guadagneremmo credo un po’ di tempo. Ma soprattutto dovremmo poi andare a contrattazione libera, e in effetti anche la cifra dell’affitto annuale potrebbe essere modificata. Vedremo, è prematuro.
In caso di vendita che ne sarà della Borsalino 2000 – Centro Riabilitativo s.r.l., di cui lei è presidente?
Sarà messa in liquidazione. Ma ripeto: è un vero peccato. Pensi che abbiamo diversi progetti ancora in corso di realizzazione per il Borsalino: dalla foresteria per i parenti dei degenti, (per la quale esiste già un progetto esecutivo), ai miglioramenti per la palazzina direzionale, ad un centro di simulazione a supporto delle sale operatorie. Invece, a quanto pare, la Finanziaria ci impone di fermarci qui.