Stradella: “Non è stato un tradimento, ma l’espressione di un disagio”
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Irene Navaro - irene.navaro@alessandrianews.it  
9 Novembre 2011
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Stradella: “Non è stato un tradimento, ma l’espressione di un disagio”

L’astensione dell’alessandrino Franco Stradella in aula a Montecitorio, insieme a quello di altri sette parlamentari di centro destra, ha spinto Berlusconi ad annunciare le dimissioni dopo l’approvazione della legge di stabilità. Spiega l’onorevole: “Mi sono fatto portavoce di un disagio reale della gente”

L?astensione dell?alessandrino Franco Stradella in aula a Montecitorio, insieme a quello di altri sette parlamentari di centro destra, ha spinto Berlusconi ad annunciare le dimissioni dopo l?approvazione della legge di stabilità. Spiega l?onorevole: ?Mi sono fatto portavoce di un disagio reale della gente?

“Ho fatto la parte del delegato di protezione civile, segnalando l’arrivo di una tempesta”. La tempesta di cui parla l’onorevole alessandrino Franco Stradella è quella che, secondo lui, si sta abbattendo sul governo Berlusconi. La sua astensione, decisiva insieme a quella di altri sette deputati del centro destra, non è stato un errore. Bensì una scelta convinta. “E’ inutile dare colpe dopo che la tempesta si è abbattuta”, ribadisce. Fuor di metafora, “ho voluto segnalare e farmi portavoce del disagio che raccolgo tra le persone che incontro ogni giorno. Alle gente non interessa se ci scanniamo per il maggioritario o il proporzionale, benché siano questioni importanti, interessa sapere come sarà il proprio futuro, e quello delle proprie famiglie”.
Quale sarà, allora, questo futuro, per lo meno quello politico? La spallata degli otto onorevoli ha costretto Berlusconi ad annunciare il ritiro, ma solo dopo l’approvazione delle legge di stabilità. E ora? “Occorre raccogliere e coinvolgere quell’area moderata che ha una analogia di valori” per un nuovo governo, dice Stradella, raggiunto telefonicamente a Roma.
Per l’onorevole di Felizzano la sua astensione non significa tradimento. “Non me ne vado dal Pdl, a meno che non mi caccino”, risponde ironicamente. “Mi auguro però che si possa aprire un confronto interno. Il mio non è stato un atto di ribellione. Mi auguro che venga compreso all’interno del partito”.

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