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Aias: “non cali l’attenzione per i servizi sociali”
Savino Di Donna, presidente dellAssociazione Italiana Assistenza Spastici, chiede che non si spengano i riflettori sul problema della crisi di liquidità del Cissaca e ricorda: al momento continuiamo a essere con lacqua alla gola, abbiamo appena un mese di autonomia.
Savino Di Donna, presidente dell?Associazione Italiana Assistenza Spastici, chiede che non si spengano i riflettori sul problema della crisi di liquidità del Cissaca e ricorda: ?al momento continuiamo a essere con l?acqua alla gola, abbiamo appena un mese di autonomia?.
“Il sindaco Fabbio mi ha restituito i due terzi della pensione che, come gesto di protesta, tempo fa avevo consegnato al Comune perché li girasse ai servizi sociali. La situazione però resta seria, sia nell’immediato che nell’attività di pianificazione del futuro”. Con queste parole prova a fare il punto della situazione Savino Di Donna, presidente dell’Aias, che dimostra preoccupazione tanto per il rispetto del piano di rientro da parte di Palazzo Rosso (per ora – spiega – sono stati versati solamente 250 mila dei 400 mila mensili che il piano prevedrebbe) quanto per la scelta di soluzioni di prospettiva una volta che il Cissaca, consorzio socio assistenziale, verrà sciolto nell’ottobre del 2012 come prevede la legge. Spiega Di Donna: “noi grazie all’intervento della Regione, che ha anticipato più di 1 milione di euro, abbiamo un’autonomia di circa un mese. Al momento il Comune ha pagato la mensilità di agosto-settembre 2010, mentre l’Asl Al è meno in ritardo e ci ha saldato il periodo gennaio-febbraio 2011. Per noi però la situazione resta difficile da gestire, specie nei confronti dei tanti fornitori, come Atm e Aristor per esempio, pur avendo i conti in ordine. Tutti i mesi ovviamente dobbiamo pagare anche stipendi e contributi per i nostri dipendenti, altrimenti, fra l’altro, non potremmo attingere agli anticipi di cassa da parte delle banche che ci consentono di tirare avanti. La soluzione comunque non è indolore, e anzi con il tempo questi ritardi rischiano di annientarci. Nel 2010 gli interessi che abbiamo dovuto pagare alle banche sono stati di circa 30 mila euro e negli ultimi 3 anni la cifra sfiora i 100 mila euro. In questa situazione non possiamo pensare di fare gli investimenti che avevamo programmato per i nostri ragazzi, come la costruzione di una casa famiglia sul terreno già predisposto in via De Gasperi. Il progetto resta sospeso e il dolore e la frustrazione sono forti. In più, non sappiamo ancora quale sarà il futuro dei servizi che ora sono gestiti dal Cissaca a partire dalla fine del prossimo anno: verranno presi in carico da un’associazione di comuni? Passeranno sotto il controllo dell’Asl Al? Speriamo venga fatta presto chiarezza, in maniera tale da poter gestire tutti insieme la transizione al meglio, evitando disservizi in un settore così delicato”.