Rizzello: “dateci un campus, e Alessandria decollerà”
Il preside della Facoltà di Giurisprudenza dellAteneo Avogadro presenta offerta formativa e progetti innovativi. E invoca infrastrutture e risorse che facciano fare ad Università e territorio il vero salto di qualità
Il preside della Facoltà di Giurisprudenza dell?Ateneo Avogadro presenta offerta formativa e progetti innovativi. E ?invoca? infrastrutture e risorse che facciano fare ad Università e territorio il vero salto di qualità
Professor Rizzello, Giurisprudenza non conosce crisi, almeno ad Alessandria. Eppure non mancano altre Facoltà concorrenti anche prestigiose, a poca distanza. Come si spiega?
Dice bene: al contrario di molte altre Facoltà di studi giuridici, la nostra non ha risentito il contraccolpo e la crisi degli anni Duemila (che peraltro è venuta dopo “il boom” legato a Tangentopoli). Noi abbiamo ormai stabilmente circa mille iscritti e, dato recentissimo, quest’anno 152 nuove immatricolazioni complessive, sostanzialmente in linea con l’andamento degli ultimi anni. Io sono qui, come docente, fin dal 1993, quando ancora eravamo un decentramento di Torino: poi, nel 1998, è nata l’Università del Piemonte Orientale, tripolare come noto. Ebbene, fin dagli albori la scelta di Giurisprudenza qui ad Alessandria è stata chiara: non serviva duplicare un percorso standard, simile a quelli già disponibili presso atenei prestigiosi e tutto sommato limitrofi, come Torino, Genova, Pavia e Milano. E abbiamo scelto la strada della differenziazione, dell’identità.
Ossia?
Abbiamo da un lato cercato di legarci moltissimo al territorio, dall’altro di sviluppare un’offerta ricca, e originale. Accanto e all’interno del tradizionale percorso di laurea quinquennale in Giurisprudenza, abbiamo fatto crescere una serie di opportunità formative di approfondimento. Penso, per fare un esempio, al seminario in tecniche della comunicazione, gestito tra l’altro da una brava attrice di teatro, allieva di Ronconi e alessandrina: Laura Bombonato. E’ pensabile che oggi un avvocato, o comunque un laureato in discipline giuridiche, non padroneggi le tecniche verbali e gestuali necessarie per parlare in pubblico? Assolutamente no: così come è necessario conoscere l’approccio giornalistico, e lo stile di scrittura da romanzo. Da cui il ricorso a docenti illustri: Milena Gabanelli, Curzio Maltese, e altri. Ma ancora: abbiamo un corso che approfondisce le tecniche di indagine sul terreno del crimine, e le loro implicazioni giuridiche: e abbiamo avuto ospite l’ex direttore dei Ros.
Ha parlato di forte legame col territorio: cosa significa concretamente?
Vuol dire da un lato portare gli studenti all’esterno, a confrontarsi con realtà come il Tar Piemonte, con il quale abbiamo una convenzione che ci consente di far partecipare i nostri ragazzi alle udienze. Ma significa anche portare in aula, qui a Palazzo Borsalino, tanti esempi “sul campo” di giovani magistrati, notai, avvocati liberi professionisti e impiegati in strutture pubbliche e private. Consentendo così agli studenti di misurare con mano quali sono le reali opportunità professionali post lauream, e conseguentemente di operare le scelte personali che più ritengono opportune. Prestiamo anche una forte attenzione ai temi di attualità: dall’integrazione tra culture diverse (soprattutto sul fronte delle implicazioni giuridiche, naturalmente), ad eventi come i 150 anni dell’Unità d’Italia, che abbiamo degnamente celebrato attraverso una serie di appuntamenti culturali, musicali, artistici.
La cattedra Alessandro Galante Garrone è un bel fiore all’occhiello, professore…
E infatti ne andiamo molto orgogliosi. E’ un corso tenuto da personalità di altissimo profilo: lo scorso anno fu Gustavo Zagrebelsky, per quest’anno abbiamo trattative in corso con docenti di livello altrettanto insigne. Hanno accesso alle lezioni, con criterio esclusivamente di merito, complessivamente 20 studenti. Mentre la conferenza finale del corso è naturalmente aperta a tutti gli studenti.
Poi avete il corso di informatica giuridica, dico bene?
Certo, è un corso triennale attivo da quasi dieci anni, che crea professionisti nell’ambito della sicurezza informatica, ed è in effetti promosso in collaborazione con il Dipartimento di Informatica della Facoltà di Scienze. Un percorso di studi particolarissimo, che in quanto tale attrae studenti anche da molto lontano.
Mentre mediamente i vostri studenti arrivano dalla provincia di Alessandria?
Prevalentemente sì, come ovvio. Ma abbiamo una presenza molto significativa di astigiani, e anche di studenti di altre regioni, e in arrivo dall’Unione Europea e persino dal resto del mondo. Diversi corsi del resto sono anche in inglese, per preparare i nostri studenti a prolungati periodi di studio, e poi anche di lavoro, all’estero. Devo dire che recenti studi e statistiche ci confortano: i nostri laureati risultano al di sopra della media nazionale sia per preparazione, che per capacità di trovare sbocchi professionali. In genere trovano occupazione, sia nel pubblico che nel privato, tra Piemonte, Liguria e Lombardia. Ma non mancano casi di esperienze diverse: anche perché in fin dei conti solo una minoranza dei laureati in Giurisprudenza fa poi l’avvocato o il magistrato: si tratta di un percorso di studi assai vasto e flessibile, che apre ancora moltissime porte.
Professor Rizzello, ma l’Ateneo alessandrino allora è tutto rosa? Nessun chiaroscuro, o difetto?
Problemi ce ne sono, eccome. A cominciare dalla cronica carenza di infrastrutture, che genera scarsa accoglienza, sia per gli studenti che per i docenti. Alessandria, insomma, non sarà centro universitario maturo (e credo possa ambire a diventarlo) finché non avrà collegi, mense adeguate, biblioteche sempre aperte. In poche parole, un campus all’interno del quale e attorno al quale si possa fare vera vita universitaria, e produrre cultura. Oggi gli studenti, e anche i docenti, che non hanno casa in città sono costretti ad andarsene ad una certa ora, spesso anche vincolati agli orari dei treni. Speriamo che l’Edisu regionale decida che vale la pena di investire su questa città, come sta facendo su altre. Gli enti locali, credo sia noto ma è bene ricordarlo, hanno intanto fatto un grande sforzo. Provincia, Comune di Alessandria e Fondazione CrAL ci hanno garantito, attraverso recenti accordi e convenzioni, un sostegno decennale di 750 mila euro all’anno che consentirà di fare investimenti, e di contrattualizzare docenti. Speriamo ora che anche il progetto del campus, da sviluppare nell’area che va dalla ex Caserma dei Carabinieri di via Cavour a una parte della Valfrè, avendo naturalmente Palazzo Borsalino come baricentro, possa essere portato avanti in tempi non troppo lunghi. Sarebbe una leva di crescita per tutto il territorio alessandrino.
Professore lei si è laureato in filosofia, e poi si è specializzato in economia. E’ un percorso anomalo…
Per nulla direi, se pensiamo ad alcuni tra i più grandi pensatori dell’Ottocento, ma anche a casi più recenti, fino ai premi Nobel. La filosofia è uno strumento che consente, a mio modo di vedere, di studiare poi altre discipline in maniera meno settoriale, con una visione d’insieme più ampia. E, al di là dei casi personali, credo che l’iper specializzazione, in economia come in altre discipline, sia da combattere, proprio perché occorre avere a disposizione strumenti di analisi concettuale il più possibile vasti.
Lei ha anche coltivato a lungo gli studi musicali: poi perché ha preferito l’economia?
Mah, credo per quel che si dice i casi della vita, in realtà. Ho studiato musica fin da bambino, a cominciare da quegli interminabili esercizi di solfeggio che poi, quando a mia volta ho insegnato ai ragazzini, cercavo di alternare a momenti musicali più divertenti. Comunque ho studiato al conservatorio di Lecce e a quello di Torino, con poi specializzazioni in musica elettronica a Venezia, su consiglio di Luigi Nono. Nel mentre, laureato in filosofia a Lecce, ho conseguito il Dottorato in Economia tra Firenze e Londra, per poi trasferirmi a lavorare prima all’Università di Torino, e dal ’93 qui ad Alessandria.
Sinceri complimenti. E a proposito di Dottorato: la facoltà di Giurisprudenza dell’Avogadro offre anche questa opportunità?
Assolutamente sì. Abbiamo mediamente 7/8 posti all’anno nostri, diciamo così, più altri in cui siamo partner. Ma offriamo anche altre opportunità di specializzazione post lauream: come la Scuola di Formazione Forense Giorgio Ambrosoli, e percorsi di formazione in Diritto ambientale, e in Sicurezza alimentare.