Nel 2012 delega obbligatoria all’Asl per i servizi del Cissaca
A spiegare le motivazioni istituzionali ed economiche che hanno spinto il Cissaca a modificare l'assetto gestionale dei servizi di assistenza domiciliare è stata la direttrice, dottoressa Mussano. Delega d'obbligo all'azienda ospedaliera locale, in seguito allo scioglimento dei consorzi (per legge), con scelte per garantire lavoro e servizi
A spiegare le motivazioni istituzionali ed economiche che hanno spinto il Cissaca a modificare l'assetto gestionale dei servizi di assistenza domiciliare è stata la direttrice, dottoressa Mussano. Delega d'obbligo all'azienda ospedaliera locale, in seguito allo scioglimento dei consorzi (per legge), con scelte per garantire lavoro e servizi
Come spiega la direttrice del consorzio, la dottoressa Laura Mussano, “l’assistenza domiciliare è sempre stata gestita dal consorzio Cissaca, fin dalla sua nascita, nel 1997, su appalto a cooperative”. Il contratto dei 15 operatori socio sanitari e dei 4 operatori ausiliari che lo compongono sarebbe scaduto a marzo 2011, ma il servizio è rimasto “in vita”, grazie ad una proroga del contratto fino alla fine dell’anno (dicembre 2011).
“Ora però, il consiglio d’amministrazione del Cissaca, insieme alla assemblea dei sindaci che ne fanno parte, hanno dovuto votare un cambio di assetto gestionale per il consorzio e i suoi servizi”, spiega la Mussano. Infatti con la nuova normativa nazionale entro il 4 ottobre del 2012 tutti i “consorzi di funzione” dovranno essere sciolti.
Le modifiche relative alla gestione dei servizi, sono pertanto spiegate da “motivazioni istituzionali”: l’amministrazione ha ritenuto “diseconomico” un nuovo appalto per poco meno di un anno di vita. Anche la stessa amministrazione del consorzio, esaminando i costi, ha appurato l’impossibilità di sostenere un “nuovo servizio appaltato”. “Serve una maggiore organizzazione del servizio di assistenza domiciliare – prosegue la Mussano – che permetta di arrivare ad un aumento del personale, delle ore di servizio diluite lungo tutto l’arco della settimana (sabato e domenica inclusi) e di conseguenza un aumento anche del servizio in sé”.
Tutte queste motivazioni hanno portato a “pensare” il servizio in maniera diversa a partire da gennaio 2012: l’Azienda ospedaliera sanitaria locale (Asl) sarà il soggetto di appoggio al servizio. “La delega all’Asl, in queste condizioni, è d’obbligo”, dichiara Laura Mussano. Che presenta il progetto “Case di riposo aperte” con il quale si vuole migliorare il servizio. “Ad oggi c’è un esubero di posti letto nelle case di riposo (quasi 800) dei nostri comuni, determinato dal costo eccessivamente caro delle rette e dall’assenza di sussistenza economica da parte del distretto ospedaliero locale”. Per questo motivo si è deciso (Cissaca, Asl e distretto dei sindaci) di ideare una nuova modalità di gestione del servizio di assistenza a domicilio: le prestazioni saranno garantite da tutte le case di riposo, private e pubbliche, che daranno la loro adesione entro il 31 dicembre 2011. “Il nostro personale, della cooperativa Bios, circa 15 unità, manterrà il proprio tempo pieno per il servizio a domicilio e anche in sostituzione all’interno delle strutture, con dei turni”, spiega la direttrice del Cissaca. Le convenzioni con le case di riposo saranno a chiamata diretta, e non tramite gara, con un badget fisso di contributo. Il tutto allo scopo di depotenziare l’uso dei posti letto nella struttura ospedaliera e di potenziare l’assistenza domiciliare in tutte le sue forme (assistenza per lavori domestici, di igiene ambientale e personale, ecc….). Anche perché, come spiega la Mussano, la stranezza del nostro distretto ospedaliero è proprio quella di essere l’unico a non fornire e sostenere l’Adi, l’assistenza domiciliare integrata. “Sono pochissime le cartelle Adi all’anno, anche perché per queste non è richiesto all’utente di co-partecipare”. Per invece la “lunga assistenza” le cifre non vanno certo a favore del Cissaca: “il consorzio contribuisce con 700 mila euro, cui se ne sommano altri 300 mila per l’assistenza agli anziani autosufficienti, per un totale quindi di 1 milione di euro. Mentre il contributo dell’Asl è di 220 ila euro“.La partecipazione dell’utente nel contributo economico è un’altra di quelle che la direttrice del Cissaca definisce “nostra anomalia”. “Il Cissaca presta servizi socio sanitari con un contributo da parte del soggetto interessato all’assistenza in base al proprio reddito. “Forse bisognerebbe iniziare a pensare alla necessità di inserimento di criteri di reddito diversi! – esclama la Mussano – Perché non pensare di tenere in considerazione il reddito dei famigliari che ne hanno cura? Oggi questo avviene solo nel caso di un famigliare ‘tutore’ dell’anziano”.
Le paure maggiori tra i consiglieri presenti alla discussione in aula, sono state espresse da Mara Scagni: “il quadro che si prospetta è sì di un maggiore contributo che l’Asl dovrà versare per il servizio, rispetto ad oggi, ma anche della definitiva ‘morte’ del consorzio e della sua funzione, con la totale sottomissione e dipendenza dall’Asl“. E il vicepresidente Enrico Mazzoni, invece, propone: “ma con la Regione non si può vedere di salvare i Consorzi?“. La Mussano sottolinea il “potere legislativo” della Regione Piemonte in materia socio-sanitaria con la conseguente decisione del presidente Rovito di pensare di convocare una prossima commissione con i consiglieri regionali per discuterne.
Da non dimenticare, ad inizio commissione, la comunicazione scritta dell’assessore Teresa Curino, assente in aula, che ha fatto alcune precisazioni in merito alle notizie apparse su alcuni giornali locali. “Dichiaro che il servizio di assistenza domiciliare continuerà ad essere svolto ed erogato nel territorio comunale di Alessandria e che non è mai stata data ‘disdetta’ del servizio come paventato da alcuni”.