Palazzo Rosso a lezione dall’avvocato Simonelli
Una "assemblea di maggioranza" si è riunita mercoledì, 26 ottobre, per ascoltare un esperto in materia di "procedure, leggi e regolamenti". L'avvocato Claudio Simonelli ha chiarito i punti ancora "confusi" di quelle che sono le procedure giuridiche in caso di danno erariale dell'Ente comunale
Una "assemblea di maggioranza" si è riunita mercoledì, 26 ottobre, per ascoltare un esperto in materia di "procedure, leggi e regolamenti". L'avvocato Claudio Simonelli ha chiarito i punti ancora "confusi" di quelle che sono le procedure giuridiche in caso di danno erariale dell'Ente comunale
Claudio Simonelli, infatti, vanta una lunga esperienza alle spalle: dagli anni ’70, fino a metà anni ’80, venne eletto per il Psi nella circoscrizione di Alessandria. E’ stato consigliere comunale e regionale, fino a quando non ha ottenuto la carica di presidente della Commissione di Garanzia del Consiglio Regionale. Si occupa da anni di consulenze per la Regione Piemonte e altri enti pubblici, in materia di ordinamento degli Enti Locali.
La “maggioranza” di amministrazione ha chiesto ad un esperto una consulenza sulle procedure e i relativi passaggi giuridici che potrebbero interessare sia il Consiglio comunale “reo” di aver votato il bilancio in questione, sia la Giunta e il Ragioniere Capo che lo hanno creato, qualora venisse definito il danno erariale per lo sforamento del Patto di stabilità. Soprattutto dopo il rafforzamento delle sanzioni per quegli enti che sforano il Patto e dopo la maggiore responsabilità attribuita agli amministratori e ai funzionari che per una “mala gestione arrivano addirittura a provocare il dissesto dell’ente” (ripreso da un articolo de Il Sole 24 Ore del 22 settembre 2011, ndr).
Le procedure più pesanti arrivano nel caso, tante volte richiamato all’attenzione in queste settimane, del “dissesto dell’ente“, che è un caso rarissimo con procedure lunghissime alle spalle prima di arrivare alla nomina del “commissario che scioglie Consiglio ed Ente”.
Un’ altra fase di controllo nella quale interviene la Procura della Corte dei Conti è il “danno erariale” conseguente allo sforamento del Patto di stabilità. Come ha spiegato l’avvocato Simonelli la prima cosa da verificare è chi lo ha causato il “danno” e con quale grado di colpa: se per dolo o per colpa grave (più probabile e meno volontaria del dolo), ovvero per negligenza, che implica comunque sempre la “conoscenza di fare danno da parte dell’amministrazione”. Solo dopo aver raccolto tutta la documentazione necessaria per arrivare a queste conclusioni, vengono fatte tutte le imputazioni del caso, seguite dalle controdeduzioni che passano subito alla Corte dei Conti. Alla fase procedurale, eventualmente, si arriva solo con la terza sezione della Corte dei conti, quella giurisdizionale, nella quale il discorso “responsabilità penale” diventa del singolo: ognuno risponde del proprio comportamento e per la funzione che esercita (es. il Consiglio vota il bilancio, la Giunta lo fa).
Procedure, passaggi, colpe ed eventuali comportamenti sono stati trattati dall’avvocato Simonelli in forma del tutto interlocutoria, per maggiore chiarezza e per una più precisa conoscenza dei consiglieri e degli amministratori sulla materia.
Nel caso in cui si arrivasse a parlare di “dissesto” da parte dei magistrati contabili, per gli amministratori si chiuderebbero le porte di qualsiasi incarico all’interno dell’ente e del cda di una azienda partecipata. Le sanzioni in caso, invece, di sforamento del Patto di stabilità, relativo al 2010 sono: il taglio del fondo di equilibrio pari allo sforamento, entro il limite del 3% delle entrate correnti; il limite, sancito nel “minimo” dell’ultimo triennio, alle spese correnti; il blocco delle assunzioni a qualsiasi titolo e ovviamente il blocco degli investimenti, come i mutui; il taglio del 30% alle indennità (emolumenti e gettoni) degli amministratori, nessuno escluso.