Home
Rapina agli Archi, indagini serrate
Il questore Filippo Dispenza assicura la massima attenzione per individuare i responsabili della rapina alla gioielleria del centro commerciale Archi. I testimoni: scene da film, non ci possiamo ancora credere
Il questore Filippo Dispenza assicura la massima attenzione per individuare i responsabili della rapina alla gioielleria del centro commerciale Archi. I testimoni: scene da film, non ci possiamo ancora credere
Indagine a tutto campo per individuare i responsabili della rapina alla gioielleria al centro commerciale Gli Archi di viale Massobrio. Massimo riserbo da parte delle forze di polizia ma il questore assicura “ci sarà la massima attenzione su un caso che non può restare senza responsabili”. Si cerca anche fuori provincia un gruppo di cinque o sei persone che potrebbero avere già agito con le medesime modalità. in altre zone d’Italia. Le indagini dovranno chiarire molti apsetti di un’azione che lo stesso questore ha definito “anomala”, vista l’entità del bottino, che potrebbe aggirarsi tra i 100 e i 300 mila euro.
La banda è entrata in azione poco prima delle 20, all’orario di chiusura, prendendo di mira la gioielleria situata nella galleria laterale del complesso. In due hanno bloccato la commessa, ammanettandola e minacciandola. Nel frattempo gli altri hanno versato del liquido infiammabile, forse gasolio, delimitando la zona dell’azione e impedendo vie di fuga o di accesso per le forze dell’ordine o, semplicemente, per creare scompiglio. Si sono però assicurati un corridoio di fuga verso l’uscita di sicurezza laterale. Si sono sentite anche delle esplosioni, forse causate dallo scoppio di estintori. L’azione è durata pochi minuti, giusto il tempo di rompere le vetrine che contenevano i preziosi, arraffare i gioielli e fuggire. Dopo pochi minuti sono arrivati le volanti della questura che hanno raccolto le prime testimonianze. All’interno della galleria erano infatti presenti ancora clienti e gli addetti ai lavori dei negozi vicini. “Sembrava la scena terribile di un film, ma purtroppo era la verità. Uomini incappucciati hanno iniziato a spargere del liquido a terra e poi ha iniziato ad alzarsi nei locali fumo e odore – racconta una commessa – Non capivo cosa stava accadendo, non potevo scappare dall’uscita per via delle fiamme, così mi sono diretta verso quella di emergenza. La cosa più terribile era sentire le urla della collega provenienti dal negozio vicino e noi che non sapevamo cosa fare. Se penso che spesso i miei figli a quell’ora vengono a prendermi e avrebbero potuto essere qui, sto ancora male”.
“Certo che ora siamo tutti un po’ impauriti – dice un altro – anche se oggi eravamo tutti qui, al lavoro”. E ancora: “c’era un fumo denso e nero, e l’aria era irrespirabile. Un incubo”
La banda è entrata in azione poco prima delle 20, all’orario di chiusura, prendendo di mira la gioielleria situata nella galleria laterale del complesso. In due hanno bloccato la commessa, ammanettandola e minacciandola. Nel frattempo gli altri hanno versato del liquido infiammabile, forse gasolio, delimitando la zona dell’azione e impedendo vie di fuga o di accesso per le forze dell’ordine o, semplicemente, per creare scompiglio. Si sono però assicurati un corridoio di fuga verso l’uscita di sicurezza laterale. Si sono sentite anche delle esplosioni, forse causate dallo scoppio di estintori. L’azione è durata pochi minuti, giusto il tempo di rompere le vetrine che contenevano i preziosi, arraffare i gioielli e fuggire. Dopo pochi minuti sono arrivati le volanti della questura che hanno raccolto le prime testimonianze. All’interno della galleria erano infatti presenti ancora clienti e gli addetti ai lavori dei negozi vicini. “Sembrava la scena terribile di un film, ma purtroppo era la verità. Uomini incappucciati hanno iniziato a spargere del liquido a terra e poi ha iniziato ad alzarsi nei locali fumo e odore – racconta una commessa – Non capivo cosa stava accadendo, non potevo scappare dall’uscita per via delle fiamme, così mi sono diretta verso quella di emergenza. La cosa più terribile era sentire le urla della collega provenienti dal negozio vicino e noi che non sapevamo cosa fare. Se penso che spesso i miei figli a quell’ora vengono a prendermi e avrebbero potuto essere qui, sto ancora male”.
“Certo che ora siamo tutti un po’ impauriti – dice un altro – anche se oggi eravamo tutti qui, al lavoro”. E ancora: “c’era un fumo denso e nero, e l’aria era irrespirabile. Un incubo”