Brusasco: “si sono autocommissariati, ma non basterà”
Finanza creativa, mancanza di accesso agli atti, limpennata inspiegabile della spesa corrente. Ezio Brusasco, consigliere Pd a Palazzo Rosso e ex presidente della commissione Bilancio, offre il suo punto di vista sul percorso contabile del Comune di Alessandria dal 2007 ad oggi. E guardando al futuro annuncia: non mi ricandido
Finanza creativa, mancanza di accesso agli atti, limpennata inspiegabile della spesa corrente. Ezio Brusasco, consigliere Pd a Palazzo Rosso e ex presidente della commissione Bilancio, offre il suo punto di vista sul percorso contabile del Comune di Alessandria dal 2007 ad oggi. E guardando al futuro annuncia: non mi ricandido
Dottor Brusasco, ci aiuta a capire cosa è davvero successo? Lei di bilanci se ne intende parecchio, mi pare di capire..
(sorride, ndr). Attenzione a non sopravvalutarmi. Viviamo in un Paese in cui appena si sparge la voce che uno ne sa appena un po’ più degli altri, diventa un esperto. Io sono un amministratore pubblico che ha sempre cercato di lavorare sui numeri, magari anche con meticolosità eccessiva, ma sono fatto così. E, in particolare sugli ultimi dieci anni di Palazzo Rosso qualche informazione di dettaglio penso di averla, diciamo così….
Tenga conto che chi le parla, e anche buona parte dei lettori, non ha esperienza professionale di bilanci. Ma quel che abbiamo capito è che la situazione è assai complicata, e che non si è generata in un giorno. Ci fa un po’ di cronistoria?
Volentieri. Io come noto nella giunta Scagni ero assessore, ma mi occupavo di Personale, mentre al Bilancio c’era il collega Tortarolo. In ogni caso, approvammo il bilancio di previsione 2007 a fine 2006, ben sapendo che poi sarebbero arrivate le elezioni. Che furono vinte in maniera netta da Piercarlo Fabbio, il quale scelse il professor Vandone come proprio assessore al Bilancio. Vandone, a settembre 2007, ci presentò pubblicamente, con tanto di slides di supporto, una situazione che definì difficile.
Quindi ereditò da voi una situazione complicata?
Mah, che il Comune non fosse un’azienda florida neanche prima è fuor di dubbio. Però chiunque abbia voglia di analizzare con un po’ di pazienza, ad esempio, il rapporto tra gli interventi di riequilibrio effettuati nel mese di settembre di ogni anno e l’avanzo/disavanzo registrato nello stesso anno, noterebbe che nel periodo 2002/2006 (giunta Scagni) alla manovra di riequilibrio è sempre seguito un avanzo di amministrazione, mentre dal 2007 ad oggi (giunta Fabbio) succede esattamente il contrario.
Attenzione consigliere, non ci porti troppo sul tecnico però: noi, da profani, abbiamo capito che la principale accusa mossa all’attuale amministrazione sarebbe quella, in sostanza, di aver fatto “quadrare i conti” semplicemente buttando la palla in avanti, ossia spostando i debiti sull’anno dopo. E’ così?
Ovviamente saranno Corte dei Conti e esperti esterni a pronunciarsi. Noi come opposizione, ma anche il collegio dei Revisori (sia pur con modalità diverse) abbiamo sempre contestato una serie di anomalie, chiedendo accesso a documenti senza ottenerlo, e quindi senza poter arrivare fino in fondo nelle verifiche. E questo non mi pare ne costruttivo ne democratico, tant’è che ad un certo punto mi sono dimesso dalla presidenza della Commissione Bilancio. Quel che è certo (ma anche su questo continuano a non risponderci) è che la spesa corrente, dal consuntivo 2010 al bilancio di previsione 2011, sembra passare da 87 a circa 120 milioni di euro. E stiamo parlando, attenzione, di gestione ordinaria dell’ente, dal personale alle bollette. Non di investimenti straordinari. E’ chiaro che qui casca l’asino. Ma ormai la parola è in mano agli esperti, attendiamo sviluppi.
La maggioranza ha approvato la soluzione di una commissione di tecnici esterni, che diranno la loro in tempi brevi, e a quanto pare offriranno soluzioni per rispondere alle osservazioni critiche della Corte dei Conti. Nel frattempo, però, il giorno successivo al consiglio anche la Procura della Repubblica sembra aver acquisito nuovi incartamenti…
A me quello della maggioranza pare un autocommissariamento. Hanno messo Vandone sotto tutela, ma vie d’uscita che non siano le dimissioni, e il vero commissariamento dell’ente, non ne vedo. Noi del resto un anno fa abbiamo segnalato che stavamo rientrando nel patto di stabilità solo in virtù della letterale cancellazione dal bilancio di 8 milioni e mezzo di impegni. E il centro destra fece trionfali comunicati stampa sul risanamento del Comune: cosa vuole aspettarsi, da chi si comporta in questo modo? Oltretutto, segnalo che durante la gestione Fabbio il ragioniere capo, figura cardine dei conti dell’ente, è stata sostituita 4 volte in 4 anni. Se non è puzza di bruciato questa….
Consigliere Brusasco, guardiamo avanti: commissariamento o meno, chi a maggio 2012 diventerà sindaco di Alessandria non avrà neppure gli occhi per piangere…
Chiunque sarà eletto, dovrà parlare chiaro agli alessandrini, e azzerare ogni demagogia di tipo politico. Personalmente, come noto, appoggio la candidatura di Rita Rossa, e se come spero diventerà sindaco sarò a sua disposizione per consigli e valutazioni di tipo tecnico contabile. Palazzo Rosso ha enormi problemi, ma in qualche modo andranno pure affrontati. Però politicamente mi tiro fuori, l’ho già detto e lo ribadisco: non sarò più assessore, ne consigliere.
Stanchezza, amarezza o che altro?
No, diciamo la convinzione che una certa rotazione deve esserci, e io sono lì dentro anche da troppo..ma sa che sono entrato in consiglio, nella Democrazia Cristiana, nel 1984? E dal 1990 al 1993 sono stato anche capogruppo: di opposizione, perché all’epoca ad Alessandria governavano Psi e Pci.
Ah però, lei è uomo da prima Repubblica quindi: e proprio adesso che stanno per tornare di moda si ritira? Guardi Brusasco, le faccio una confidenza. Di lei un suo compagno di partito mi ha detto “Ezio incarna pienamente lo spirito della nuova laicità, del dialogo e del confronto che avrebbe dovuto caratterizzare il Pd”. Ha detto avrebbe, capito? E lei ora mi dice anche che si ritira..
Ringrazio per la considerazione, ma non mi faccia diventare un simbolo. Men che meno di fuga. Credo che debbano venire fuori energie nuove, perché il Pd ma anche gli altri partiti riescano a incarnare davvero il bisogno di cambiamento di questo Paese. E, sul fronte di Palazzo Rosso, consiglierei al nuovo primo cittadino una forte e reale valorizzazione delle grandi competenze che ci sono nell’Ente, e che oggi sono assolutamente “mortificate”. Non solo sono persone già a libro paga, e che quindi potranno operare senza costi aggiuntivi: ma tra loro c’è gente davvero appassionata e competente, che credo si renda ben conto della situazione, e che darebbe una mano volentieri.
Chiudiamo completando il suo percorso politico: democristiano fino al 1993: e poi?
Poi lunga pausa di riflessione. Tanti miei compagni di partito si sono “accodati” a Berlusconi, e mai avrei fatto altrettanto. Ad un certo punto ho visto nei Popolari prima, e nella Margherita poi la possibilità di tornare ad occuparmi di politica locale. Poi ho aderito ai Ds, e nel 2002, con mia grande sorpresa, Mara Scagni mi ha chiamato proponendomi di fare l’assessore al Personale. Furono anni intensi, la ricordo come una bella esperienza, anche valutandola complessivamente, a livello di rapporti con i colleghi di giunta e di progetti condivisi. Sul fronte del personale, mi ritrovai con 120 precari, e i contratti di lavoro più eterogenei e fantasiosi che avessi mai visto. L’imprimatur, anche a livello di governo centrale, era di arrivare a sanare e regolarizzare tutte le posizioni. Così feci, introducendo addirittura rappresentanti dei precari nell’Rsu aziendale. Esperienza innovativa e molto interessante. Consegnai nel 2007 un quadro complessivo del personale assai più trasparente e regolare di quello ereditato. Poi, certo, normative e contesto sono cambiate, e oggi la situazione è probabilmente ancora più difficile di quella di allora.