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Inceneritore: la vera ragione del ritorno alla raccolta stradale
Renzo Penna: "il ritorno dei cassonetti sulle strade conduce a un abbassamento della differenziata, a un aumento delle quantità dei rifiuti raccolti e a un peggioramento qualitativo della medesima, con il conseguente incremento dei conferimenti in discarica della parte indifferenziata e/o da incenerire
Renzo Penna: "il ritorno dei cassonetti sulle strade conduce a un abbassamento della differenziata, a un aumento delle quantità dei rifiuti raccolti e a un peggioramento qualitativo della medesima, con il conseguente incremento dei conferimenti in discarica della parte indifferenziata e/o da incenerire?
Gli inceneritori, gli impianti universalmente noti come termovalorizzatori, sono utili?
“Termovalorizzatore è termine del tutto improprio: in realtà questi impianti distruggono l’energia che c’è nei rifiuti (compresi metalli utili) e producono sostanze nocive: sono quindi inquinanti. La raccolta differenziata è invece la soluzione: non solo dovremmo risparmiare, ma riciclare tutto, anche i pannelli fotovoltaici, anche le pale eoliche. E andranno riciclati anche i fili di rame, i contatti d’argento, le parti fotosensibili, il silicio”.
Chi risponde, nel corso di una intervista sulle prospettive energetiche realizzata dal quotidiano più diffuso in Piemonte, non è un estremista verde o un patito della “decrescita”, ma il professore emerito di Chimica generale Vincenzo Balzani, accademico dei Lincei che insegna a Bologna, vanta riconoscimenti internazionali ed è tra i 100 chimici più citati al mondo.
Questo giudizio ha qualche attinenza con i modesti e deprimenti sviluppi delle modalità di raccolta e gestione dei rifiuti urbani in Alessandria e dintorni? Proviamo a vedere.
Al progressivo riposizionamento dei cassonetti “in versione extra-large” – da ultimo per le vie dei quartieri Pista ed Europa, mentre le prime propaggini stanno raggiungendo il Cristo – e alle ragioni del sostanziale disinteresse con il quale i cittadini e i media, salvo poche eccezioni, stanno accogliendo questa “controrivoluzione” della raccolta differenziata, Dario Fornaro ha dedicato un articolo interessante e pieno di spunti.
Stupisce, ad esempio, il silenzio con il quale viene subita, con l’invasiva occupazione stradale delle, cosiddette, “isole ecologiche” – in realtà una fila di nuovi contenitori – la cancellazione di centinaia e centinaia di posti-auto, in una città già deficitaria di parcheggi che in passato ha visto le vibrate proteste, in particolare della categoria dei commercianti, quando si è cercato di realizzare nel centro storico una modesta zona a traffico limitato. Proteste, del resto, sempre adeguatamente supportate e rilanciate dai mezzi di informazione.
Un’operazione che aggrava l’assoluta inconcludenza dell’attuale giunta comunale verso la progettazione e la realizzazione di strutture moderne in grado di aiutare il cittadino quando deve lasciare la propria auto, senza costringerlo a vagare per vie sempre più intasate alla ricerca vana di uno spazio libero. Situazione di certo peggiorata, dopo la chiusura da parte delle Ferrovie del parcheggio a raso adiacente alla stazione, per i pendolari che al mattino prendono il treno per recarsi al lavoro. Qualcuno, poi, ha notizie sullo stato della disputa tra le ditte che si contendono l’appalto per realizzare il parcheggio sotterraneo di Piazza Garibaldi, deciso, anni fa, dalla precedente giunta? Eppure l’opera, ricordo, era considerata indispensabile e propedeutica a qualsiasi intervento di parziale pedonalizzazione delle vie del centro.
Possibile che le ragioni alla base della rimessa in discussione del sistema di raccolta domiciliare dei rifiuti, con l’esclusione del centro (paradossalmente la parte di città dove il porta-a-porta viene generalmente ritenuto di più complessa attuazione), derivino ancora da una rivalsa elettorale? Quando il contestatore più sguaiato di allora, già condannato nel primo grado di giudizio per truffa nei confronti del Comune, è oggi chiamato a rispondere dalla Corte dei Conti di danno patrimoniale per le somme indebitamente percepite e che, anche grazie alla Lega Nord, siede indecorosamente in parlamento?
Mentre, come ricorda Fornaro, il sistema era rapidamente entrato nelle normali abitudini delle famiglie, senza che si verificassero i, da alcuni, paventati “incidenti” per la movimentazione dei cassonetti nei cortili dei condomini da parte del personale della cooperativa incaricata. E i risultati raggiunti, sia in aumento della percentuale della differenziata che nella qualità dei materiali raccolti, più che lusinghieri. D’altronde la stessa indagine sulla “soddisfazione” verso il servizio, promossa nel 2007 dall’attuale amministrazione e dal Consorzio di Bacino alessandrino, ancorché non resa pubblica, faceva registrare giudizi di positiva soddisfazione attorno al 70%, sia dei cittadini che dei commercianti consultati. E solo il 5,5% dei soggetti intervistati – la metà dei quali comunque contrari a differenziare i rifiuti – era d’accordo nel tornare al sistema stradale.
Certo è che l’Amiu – la quale con un comunicato-inserzione ha, di recente, occupato una intera pagina del trisettimanale cittadino per informare sul cambio del sistema di raccolta – in ogni occasione riafferma ed evidenzia che opera sempre: “in ottemperanza al programma e alla volontà dell’Amministrazione Comunale”.
Ma il ritorno di nuovi “cassonetti” da 2400 litri sulle strade, al di là della retorica e ripetuta riaffermazione sulla necessità della raccolta differenziata che: “deve rappresentare prima di tutto un atto di civiltà”, dove conduce? Inevitabilmente, come prova inconfutabilmente l’esperienza di migliaia di realtà piccole, medie e grandi nel Paese, ad un abbassamento – già in atto e destinato ad aggravarsi – della differenziata, ad un aumento delle quantità dei rifiuti raccolti e ad un peggioramento qualitativo della medesima, con il conseguente e logico incremento dei conferimenti in discarica della parte indifferenziata e, o da incenerire. Siccome le persone che stanno gestendo il servizio non mancano certo di esperienza, è lecito dubitare che questo risultato risponda non al caso, ma ad una precisa volontà. La quale ritiene marginale e poco interessante operare per la riduzione, il recupero e il riciclo dei materiali e punta a conservare ruolo e centralità al trattamento tradizionale dei rifiuti e alla gestione delle discariche. Così con il ritorno dei contenitori sulle strade non si fa solo un passo a ritroso nella raccolta, ma regredisce l’intero ciclo dei rifiuti.
Non è d’altronde un mistero che sia già stata e, in più occasioni, autorevolmente spesa la disponibilità ad ospitare, nella costruenda discarica di Solero-Quargnento, i rifiuti della provincia di Asti e finanche le ceneri dell’ipotizzato inceneritore. Inceneritore che, come si ricorderà, è stato oggetto di un protocollo prima affermato e poi smentito dalla Provincia di Alessandria, ma sempre confermato da quella di Asti. Naturalmente se si rispettano gli obblighi di legge, che per il 2012 prevedono l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata, anche il nuovo ambito territoriale Alessandria-Asti indicato nel disegno di legge della Regione, con le 300 mila tonnellate di rifiuti totali raccolti annualmente, non presenta le quantità necessarie a giustificare un impianto di incenerimento. Ma con i contenitori sulle strade la percentuale di legge risulta irraggiungibile, mentre con la raccolta domiciliare non solo è alla portata, ma può essere agevolmente superata. Quindi diviene urgente e obbligatorio cambiare!
Inevitabilmente però una modifica nella strategia – oltretutto in palese contrasto con il vigente “Piano Provinciale dei rifiuti urbani e assimilati” – ha però delle conseguenze sulla struttura delle aziende adibite alla gestione e alla raccolta. In questo nuovo contesto l’Amiu, ad esempio, è destinata a vedere aumentate le proprie difficoltà. Una realtà con l’attuale organico, con le attrezzature e gli impianti di cui la Società dispone non può, senza pesanti e prevedibili conseguenze, ridursi a movimentare i rifiuti dalla strada ai centri di raccolta. Privata di un progetto volto alla riduzione, alla raccolta di qualità e al riciclo dei materiali, che poteva rappresentare uno sviluppo innovativo e una qualificazione dei dipendenti, rischia un ruolo marginale e un futuro incerto che, la rimessa su strada dei tricicli con scope e ramazza, dubito possa arrestare.
Un cambio di strategia, quello dell’Amministrazione comunale di Alessandria e “ottemperato” da Amiu, non dichiarato, ma intuibile nelle negative conseguenze per la qualità urbana della città e dei suoi abitanti e che, certo, non considera e tiene in conto i giudizi del professor Balzani. Valutazioni e indicazione che, penso, dovrebbero invece riguardare e interessare gli amministratori di domani.
“Termovalorizzatore è termine del tutto improprio: in realtà questi impianti distruggono l’energia che c’è nei rifiuti (compresi metalli utili) e producono sostanze nocive: sono quindi inquinanti. La raccolta differenziata è invece la soluzione: non solo dovremmo risparmiare, ma riciclare tutto, anche i pannelli fotovoltaici, anche le pale eoliche. E andranno riciclati anche i fili di rame, i contatti d’argento, le parti fotosensibili, il silicio”.
Chi risponde, nel corso di una intervista sulle prospettive energetiche realizzata dal quotidiano più diffuso in Piemonte, non è un estremista verde o un patito della “decrescita”, ma il professore emerito di Chimica generale Vincenzo Balzani, accademico dei Lincei che insegna a Bologna, vanta riconoscimenti internazionali ed è tra i 100 chimici più citati al mondo.
Questo giudizio ha qualche attinenza con i modesti e deprimenti sviluppi delle modalità di raccolta e gestione dei rifiuti urbani in Alessandria e dintorni? Proviamo a vedere.
Al progressivo riposizionamento dei cassonetti “in versione extra-large” – da ultimo per le vie dei quartieri Pista ed Europa, mentre le prime propaggini stanno raggiungendo il Cristo – e alle ragioni del sostanziale disinteresse con il quale i cittadini e i media, salvo poche eccezioni, stanno accogliendo questa “controrivoluzione” della raccolta differenziata, Dario Fornaro ha dedicato un articolo interessante e pieno di spunti.
Stupisce, ad esempio, il silenzio con il quale viene subita, con l’invasiva occupazione stradale delle, cosiddette, “isole ecologiche” – in realtà una fila di nuovi contenitori – la cancellazione di centinaia e centinaia di posti-auto, in una città già deficitaria di parcheggi che in passato ha visto le vibrate proteste, in particolare della categoria dei commercianti, quando si è cercato di realizzare nel centro storico una modesta zona a traffico limitato. Proteste, del resto, sempre adeguatamente supportate e rilanciate dai mezzi di informazione.
Un’operazione che aggrava l’assoluta inconcludenza dell’attuale giunta comunale verso la progettazione e la realizzazione di strutture moderne in grado di aiutare il cittadino quando deve lasciare la propria auto, senza costringerlo a vagare per vie sempre più intasate alla ricerca vana di uno spazio libero. Situazione di certo peggiorata, dopo la chiusura da parte delle Ferrovie del parcheggio a raso adiacente alla stazione, per i pendolari che al mattino prendono il treno per recarsi al lavoro. Qualcuno, poi, ha notizie sullo stato della disputa tra le ditte che si contendono l’appalto per realizzare il parcheggio sotterraneo di Piazza Garibaldi, deciso, anni fa, dalla precedente giunta? Eppure l’opera, ricordo, era considerata indispensabile e propedeutica a qualsiasi intervento di parziale pedonalizzazione delle vie del centro.
Possibile che le ragioni alla base della rimessa in discussione del sistema di raccolta domiciliare dei rifiuti, con l’esclusione del centro (paradossalmente la parte di città dove il porta-a-porta viene generalmente ritenuto di più complessa attuazione), derivino ancora da una rivalsa elettorale? Quando il contestatore più sguaiato di allora, già condannato nel primo grado di giudizio per truffa nei confronti del Comune, è oggi chiamato a rispondere dalla Corte dei Conti di danno patrimoniale per le somme indebitamente percepite e che, anche grazie alla Lega Nord, siede indecorosamente in parlamento?
Mentre, come ricorda Fornaro, il sistema era rapidamente entrato nelle normali abitudini delle famiglie, senza che si verificassero i, da alcuni, paventati “incidenti” per la movimentazione dei cassonetti nei cortili dei condomini da parte del personale della cooperativa incaricata. E i risultati raggiunti, sia in aumento della percentuale della differenziata che nella qualità dei materiali raccolti, più che lusinghieri. D’altronde la stessa indagine sulla “soddisfazione” verso il servizio, promossa nel 2007 dall’attuale amministrazione e dal Consorzio di Bacino alessandrino, ancorché non resa pubblica, faceva registrare giudizi di positiva soddisfazione attorno al 70%, sia dei cittadini che dei commercianti consultati. E solo il 5,5% dei soggetti intervistati – la metà dei quali comunque contrari a differenziare i rifiuti – era d’accordo nel tornare al sistema stradale.
Certo è che l’Amiu – la quale con un comunicato-inserzione ha, di recente, occupato una intera pagina del trisettimanale cittadino per informare sul cambio del sistema di raccolta – in ogni occasione riafferma ed evidenzia che opera sempre: “in ottemperanza al programma e alla volontà dell’Amministrazione Comunale”.
Ma il ritorno di nuovi “cassonetti” da 2400 litri sulle strade, al di là della retorica e ripetuta riaffermazione sulla necessità della raccolta differenziata che: “deve rappresentare prima di tutto un atto di civiltà”, dove conduce? Inevitabilmente, come prova inconfutabilmente l’esperienza di migliaia di realtà piccole, medie e grandi nel Paese, ad un abbassamento – già in atto e destinato ad aggravarsi – della differenziata, ad un aumento delle quantità dei rifiuti raccolti e ad un peggioramento qualitativo della medesima, con il conseguente e logico incremento dei conferimenti in discarica della parte indifferenziata e, o da incenerire. Siccome le persone che stanno gestendo il servizio non mancano certo di esperienza, è lecito dubitare che questo risultato risponda non al caso, ma ad una precisa volontà. La quale ritiene marginale e poco interessante operare per la riduzione, il recupero e il riciclo dei materiali e punta a conservare ruolo e centralità al trattamento tradizionale dei rifiuti e alla gestione delle discariche. Così con il ritorno dei contenitori sulle strade non si fa solo un passo a ritroso nella raccolta, ma regredisce l’intero ciclo dei rifiuti.
Non è d’altronde un mistero che sia già stata e, in più occasioni, autorevolmente spesa la disponibilità ad ospitare, nella costruenda discarica di Solero-Quargnento, i rifiuti della provincia di Asti e finanche le ceneri dell’ipotizzato inceneritore. Inceneritore che, come si ricorderà, è stato oggetto di un protocollo prima affermato e poi smentito dalla Provincia di Alessandria, ma sempre confermato da quella di Asti. Naturalmente se si rispettano gli obblighi di legge, che per il 2012 prevedono l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata, anche il nuovo ambito territoriale Alessandria-Asti indicato nel disegno di legge della Regione, con le 300 mila tonnellate di rifiuti totali raccolti annualmente, non presenta le quantità necessarie a giustificare un impianto di incenerimento. Ma con i contenitori sulle strade la percentuale di legge risulta irraggiungibile, mentre con la raccolta domiciliare non solo è alla portata, ma può essere agevolmente superata. Quindi diviene urgente e obbligatorio cambiare!
Inevitabilmente però una modifica nella strategia – oltretutto in palese contrasto con il vigente “Piano Provinciale dei rifiuti urbani e assimilati” – ha però delle conseguenze sulla struttura delle aziende adibite alla gestione e alla raccolta. In questo nuovo contesto l’Amiu, ad esempio, è destinata a vedere aumentate le proprie difficoltà. Una realtà con l’attuale organico, con le attrezzature e gli impianti di cui la Società dispone non può, senza pesanti e prevedibili conseguenze, ridursi a movimentare i rifiuti dalla strada ai centri di raccolta. Privata di un progetto volto alla riduzione, alla raccolta di qualità e al riciclo dei materiali, che poteva rappresentare uno sviluppo innovativo e una qualificazione dei dipendenti, rischia un ruolo marginale e un futuro incerto che, la rimessa su strada dei tricicli con scope e ramazza, dubito possa arrestare.
Un cambio di strategia, quello dell’Amministrazione comunale di Alessandria e “ottemperato” da Amiu, non dichiarato, ma intuibile nelle negative conseguenze per la qualità urbana della città e dei suoi abitanti e che, certo, non considera e tiene in conto i giudizi del professor Balzani. Valutazioni e indicazione che, penso, dovrebbero invece riguardare e interessare gli amministratori di domani.