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Trussi: “Ia messa in sicurezza idrogeologica inizierà a fine 2011, inizio 2012”
La discussa questione della messa in sicurezza dei due fiumi, Tanaro e Bormida, nonostante le forti critiche sollevate da Italia Nostra che è ricorsa al Tar del Lazio, sembrano non aver bloccato l'avvio del progetto. Solo ritardi che porteranno alla esecutività dei lavori solo a fine di quest'anno, al massimo inizio anno nuovo
La discussa questione della messa in sicurezza dei due fiumi, Tanaro e Bormida, nonostante le forti critiche sollevate da Italia Nostra che è ricorsa al Tar del Lazio, sembrano non aver bloccato l'avvio del progetto. Solo ritardi che porteranno alla esecutività dei lavori solo a fine di quest'anno, al massimo inizio anno nuovo
Nessuna novità, nessuna notizia ufficiale dal Tar del Lazio. Resta tutto fermo a quello che già era stato annunciato dal sindaco Piercarlo Fabbio in una conferenza stampa che ormai risale ad alcune settimane fa. “Sbloccata la sospensiva da parte del Tar del Lazio, che permette la ripresa del progetto esecutivo. Mentre ancora nessuna decisione è stata presa da parte del Tar sul ricorso presentato da Italia Nostra“.
La questione della messa in sicurezza idrogeologica della città e dei relativi progetti di lavori da attuare sugli argini dei due fiumi che circondano Alessandria, è stata oggetto di discussione nella commissione Politiche Ambientali. L’assessore ai Lavori pubblici, Franco Trussi, ha riportato le notizie apprese dal responsabile di Aipo, che segue i lavori del nodo idrico e spiega “le opere che erano già state definite e che sarebbero dovute partire se non ci fosse stato il ricorso di Italia Nostra, ora sono sbloccate e ciò significa che è possibile partire con il progetto esecutivo, già affidato ad una ditta per l’esecuzione lavori. Quest’ultima dovrebbe avviarsi entro fine 2011, inizio 2012“.
Il dibattito in aula si apre con l’intervento del vicepresidente Enrico Mazzoni che chiede al presidente della commissione, Mario Bocchio, “di poter avere un confronto anche con i rappresentanti di Aipo per illustrare situazione e lavori” e che poi rivolgendosi all’assessore Trussi fa invece riferimento al “modello fisico a fondo mobile”.
“E’ possibile avere le risultanze di questo studio, operato dall’università di Genova – chiede Mazzoni – per vedere in quale misura potrebbero inficiare sulla sentenza del Tar del Lazio, visto che valutano l’aspetto ‘pratico’ dei lavori e degli interventi da effettuare sugli argini dei due fiumi?”. “Nemmeno noi abbiamo le risultanze – risponde Trussi – nei termini tecnici e specifici della messa in sicurezza idrogeologica se ne occupano l’Autorità di Bacino e l’Aipo”.
Quello che il consigliere Mazzoni vuole sapere riguarda le “conseguenze che questo modello fisico comporta nella realizzazione dei lavori”. Ovvero: “comporterà modifiche progettuali, ad esempio la questione dell’innalzamento degli argini del fiume?“. L’assessore ai Lavori pubblici spiega: “il fatto che si operi in altezza sugli argini è la conseguenza dello scampato pericolo del 2009. Il principio statistico nega la possibilità che avvenga una piena contemporanea dei due fiumi. Ma la statistica non dà certezze, ma solo calcolo della probabilità. E infatti nell’ultimo evento vissuto dalla città si è assistito ad una piena del tanaro e della Bormida che si è discostata di solo un’ora l’una dall’altra”. Trussi prosegue: “da qui si è capito che è necessario alzare i terrapieni, da valle fino alle murature, per cercare di contenere un’eventuale rigurgito di un fiume nell’altro“.
Su un tema come quello della messa in sicurezza del nodo idrico, non poteva certo mancare il rituale riferimento al “ponte sulla Bormida”, non realizzato dalla precedente amministrazione di centrosinistra, né dall’attuale. Mazzoni parla di “mancanza di volontà politica di proseguire e quindi realizzare questo progetto che già esisteva come dimostra una delibera del Consiglio comunale, con valutazioni tecniche”. La replica da parte dell’assessore, sostenuto più volte anche dal presidente Bocchio, è quella di “uno spot elettorale” che la minoranza aveva usato al tempo in cui era al governo dell’Ente comunale. E Trussi precisa: “non sono stati nascosti soldi, né fatti sparire. Semplicemente non ce n’è di denaro ‘messo da parte’ per questo progetto, da nessuna parte”.
La questione della messa in sicurezza idrogeologica della città e dei relativi progetti di lavori da attuare sugli argini dei due fiumi che circondano Alessandria, è stata oggetto di discussione nella commissione Politiche Ambientali. L’assessore ai Lavori pubblici, Franco Trussi, ha riportato le notizie apprese dal responsabile di Aipo, che segue i lavori del nodo idrico e spiega “le opere che erano già state definite e che sarebbero dovute partire se non ci fosse stato il ricorso di Italia Nostra, ora sono sbloccate e ciò significa che è possibile partire con il progetto esecutivo, già affidato ad una ditta per l’esecuzione lavori. Quest’ultima dovrebbe avviarsi entro fine 2011, inizio 2012“.
Il dibattito in aula si apre con l’intervento del vicepresidente Enrico Mazzoni che chiede al presidente della commissione, Mario Bocchio, “di poter avere un confronto anche con i rappresentanti di Aipo per illustrare situazione e lavori” e che poi rivolgendosi all’assessore Trussi fa invece riferimento al “modello fisico a fondo mobile”.
“E’ possibile avere le risultanze di questo studio, operato dall’università di Genova – chiede Mazzoni – per vedere in quale misura potrebbero inficiare sulla sentenza del Tar del Lazio, visto che valutano l’aspetto ‘pratico’ dei lavori e degli interventi da effettuare sugli argini dei due fiumi?”. “Nemmeno noi abbiamo le risultanze – risponde Trussi – nei termini tecnici e specifici della messa in sicurezza idrogeologica se ne occupano l’Autorità di Bacino e l’Aipo”.
Quello che il consigliere Mazzoni vuole sapere riguarda le “conseguenze che questo modello fisico comporta nella realizzazione dei lavori”. Ovvero: “comporterà modifiche progettuali, ad esempio la questione dell’innalzamento degli argini del fiume?“. L’assessore ai Lavori pubblici spiega: “il fatto che si operi in altezza sugli argini è la conseguenza dello scampato pericolo del 2009. Il principio statistico nega la possibilità che avvenga una piena contemporanea dei due fiumi. Ma la statistica non dà certezze, ma solo calcolo della probabilità. E infatti nell’ultimo evento vissuto dalla città si è assistito ad una piena del tanaro e della Bormida che si è discostata di solo un’ora l’una dall’altra”. Trussi prosegue: “da qui si è capito che è necessario alzare i terrapieni, da valle fino alle murature, per cercare di contenere un’eventuale rigurgito di un fiume nell’altro“.
Su un tema come quello della messa in sicurezza del nodo idrico, non poteva certo mancare il rituale riferimento al “ponte sulla Bormida”, non realizzato dalla precedente amministrazione di centrosinistra, né dall’attuale. Mazzoni parla di “mancanza di volontà politica di proseguire e quindi realizzare questo progetto che già esisteva come dimostra una delibera del Consiglio comunale, con valutazioni tecniche”. La replica da parte dell’assessore, sostenuto più volte anche dal presidente Bocchio, è quella di “uno spot elettorale” che la minoranza aveva usato al tempo in cui era al governo dell’Ente comunale. E Trussi precisa: “non sono stati nascosti soldi, né fatti sparire. Semplicemente non ce n’è di denaro ‘messo da parte’ per questo progetto, da nessuna parte”.