“In Comune siamo troppi e lavoriamo poco? La verità sta nei numeri”
Più di 800 dipendenti, spesso sotto utilizzati? Dirigenti che gestiscono i loro feudi incuranti del mondo che cambia? Il dottor Antonio Pino, responsabile del settore Risorse Umane e Organizzazione a Palazzo Rosso, ha sicuramente un osservatorio privilegiato. E ci racconta che
Più di 800 dipendenti, spesso sotto utilizzati? Dirigenti che gestiscono i loro ?feudi? incuranti del mondo che cambia? Il dottor Antonio Pino, responsabile del settore Risorse Umane e Organizzazione a Palazzo Rosso, ha sicuramente un osservatorio privilegiato. E ci racconta che?
Dottor Pino, non possiamo che partire da lì: 800 dipendenti comunali, e altri 1.200 comprendendo tutte le ex municipalizzate, sono o no un costo abnorme per una città come Alessandria?
Sulle ex municipalizzate non posso che allargare le braccia: il dato che lei fornisce l’ho sentito anch’io, ma non è comparto di mia competenza. Attenzione però: potrebbe diventarlo presto, se passasse a livello nazionale l’ipotesi di tener conto nel 2012, da parte dei Comuni, anche del costo appunto dei dipendenti delle partecipate. Attendiamo però chiarimenti ufficiali in merito, il parere della Corte dei Conti e gli eventuali parametri di riferimento. Certo, a spanne posso dirle che, se passasse una simile normativa, tutti i capoluoghi di provincia italiani si troverebbero a fare i conti con un blocco totale delle assunzioni. Tanto vale dirlo in maniera diretta.
Ad oggi, invece, le assunzioni sono consentite?
Ad oggi, a condizione che l’ente rispetti determinati parametri legati al patto di stabilità, è consentito un minimo turn over: una nuova assunzione ogni cinque pensionamenti. E personalmente mi sto adoperando, da quando il sindaco Fabbio mi ha investito di questa responsabilità, di gestire i conti del personale in maniera trasparente e corretta, soprattutto per senso di responsabilità per chi verrà dopo di me, sia sul piano dirigenziale che politico. Vorrei consegnare, e così sarà, un impianto in ordine, ben strutturato e sano: pronto da un lato per un processo di risanamento aziendale vero (che reputo inevitabile), dall’altro appunto con possibilità, sia pur minima, di nuovi inserimenti in organico.
Dottor Pino, lei parla di dirigente in dismissione: esclude di essere riconfermato?
Io sono un funzionario di questo Comune dagli anni Ottanta, e ho un incarico dirigenziale legato al mandato dell’attuale sindaco. Poi vedremo cosa succederà, sono a disposizione. Certamente mi ritengo pienamente soddisfatto dell’esperienza professionale degli ultimi anni, e lascio a chi di competenza le valutazioni sul mio operato. Posso dirle che mi piacciono le sfide, e che oggi percepisco nella pubblica amministrazione un forte bisogno di competenze come le mie. Per cui non credo che resterò con le mani in mano. Guardo con grande attenzione ai concreti progetti di risanamento avviati ad esempio dal sindaco Renzi a Firenze, e dal presidente Cota in Regione Piemonte. Diciamo che sono due politici che apprezzo, e che credo possano aver bisogno di tecnici competenti.
Restiamo sul Comune di Alessandria, e partiamo dai numeri…
Volentieri. Oggi il costo del personale in questo ente è di circa 32 milioni di euro, ossia circa un terzo delle spese complessive. Non poco, sia chiaro: siamo credo leggermente sopra la media nazionale. Ma il trend è positivo: dal 2007 ad oggi, abbiamo ridotto le uscite di circa 2 milioni di euro. In particolare, la pianta organica prevedeva, nel 2007, 22 dirigenti, di cui 19 erano effettivamente coperti. Oggi i posti in pianta organica sono 16, di cui 15 coperti. Di questi 9 sono a tempo indeterminato, e 6 a tempo determinato. Venendo ai dipendenti complessivi dell’ente, gli assunti a tempo indeterminato erano 772 (2008), 757 (2009), 730 (2010), e oggi sono 717. Una diminuzione costante. Volendo considerare anche i contratti a tempo determinato, abbiamo complessivamente questi dati: 838 (2007), 812 (2008), 810 (2009), 808 (2010).
Un trend virtuoso, in effetti, anche se non rapidissimo: peccato che c’è chi sostiene che, in parallelo, i dipendenti delle ex municipalizzate sono lievitati….
Ripeto: non me ne occupo io, e non ho dati al riguardo.
Fin qui i numeri dottor Pino. Poi c’è la realtà: lei si occupa anche di misurare la produttività del personale, ad esempio? Insomma, è convinzione diffusa che i carichi di lavoro non siano eccessivi…
Naturalmente questa è questione che compete alle diverse direzioni, ossia ai singoli dirigenti. Quel che posso dirle è che io lavoro mediamente 10 ore al giorno qui in ufficio, dal lunedì al venerdì. Senza contare naturalmente lo studio di documenti, contratti e circolari a cui mi dedico anche da casa, nel week end. Pur non essendo obbligato per contratto, al contrario di molti miei colleghi di pari grado timbro regolarmente il cartellino, perché m sembra giusto e corretto. Ogni tanto, il venerdì pomeriggio, mi capita di scherzare qui al piano con la signora che fa le pulizie, e le dico: si ricordi che la citerò da testimone, per dimostrare che lavoro anche quando non dovrei.
Sui carichi di lavoro del personale, comunque a mia posizione è: quel che prima facevate in 10, se vi organizzate bene potete farlo in 9, o in 8. Soprattutto prendendo atto della situazione generale del Paese, e della pubblica amministrazione. Lo dico senza timori: non tutti i miei colleghi dirigenti di questo ente mostrano di aver capito che il mondo è cambiato. Ci sono rendite di posizione, resistenze: qualcuno addirittura di recente mi ha chiesto, urlando peraltro, un aumento di organico. Mi creda, a volte mi sembra di aver di fronte un muro di gomma. E poi vedo che spesso è il mio nome a finire in pasto a certi media o sindacalisti assetati di finti scoop. E va bene così, prendiamo atto e tiriamo dritto.
Si riferisce alla recente polemica con Maccarino di Usb in merito all’ipotesi di un concorso da dirigente “su misura”?
A quello, ma anche ad altre vicende, come l’assunzione di un bibliotecario. Tutte questioni o inventate, come il bando di concorso per dirigente, o raccontate in modo distorto, come la questione del concorso in biblioteca. Io non me la prendo più di tanto coi sindacalisti (lo sono stato anch’io, tra l’altro, nella Uil), il cui dovere sarebbe però di informarsi a fondo prima di fare “sparate” senza fondamento: io sono qui, basta chiamare e chiedere chiarimenti. Si perde di credibilità, oltretutto, buttandosi su tutte le “polpette avvelenate” che qualcuno mette in giro…
Che bel clima ci descrive…non è “pesante” sopportare un ruolo come il suo?
Abbastanza, grazie. Soprattutto quando vogliono farmi passare per quel che non sono. La vicenda dei 28 precari Aspal, ad esempio: io avevo indicato la via d’uscita fin dallo scorso aprile, e mi pare che il sindaco Fabbio si sia prodigato per trovare una soluzione positiva per tutti. Ma certi sindacalisti si guardano bene dal riconoscerlo. Poi, chiaramente, io sono qui con un mandato e dei vincoli ben precisi: se ci sono direttive del Governo che “tagliare” sul fondo collettivo dei dipendenti, io devo farlo, e ne rispondo in caso contrario di fronte alla Corte dei Conti. Questo forse qualcuno finge di non saperlo…
Dottor Pino, chiudiamo con un sorriso: vedo qui nel suo ufficio un bel poster dei grandi dell’Inter del passato, da Herrera a Bersellini..
(sorride, ndr) Ah, ma a lei piace proprio girare il dito nella piaga allora…Altro che sorriso: quest’anno mi sa che ci sarà parecchio da soffrire anche sul quel fronte.