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Serve un regolamento per i mercatini. Quali e quanti sono?
E' la domanda che si è posta la commissione Politiche dello Sviluppo in seguito all'approvazione in Consiglio comunale della mozione presentata da Vittoria Poggio e dai banchi della maggioranza sulla necessità di istituire una normativa che regoli "le bancarelle" dei vari mercatini durante le manifestazioni in centro città
E' la domanda che si è posta la commissione Politiche dello Sviluppo in seguito all'approvazione in Consiglio comunale della mozione presentata da Vittoria Poggio e dai banchi della maggioranza sulla necessità di istituire una normativa che regoli "le bancarelle" dei vari mercatini durante le manifestazioni in centro città
Partendo dalla mozione (approvata all’unanimità dei presenti in Consiglio comunale) proposta da Vittoria Poggio per la “regolamentazione” dei mercatini e delle bancarelle che ospita la città nei periodi di festa e nel corso di manifestazioni, la commissione Politiche della Sicurezza ha evidenziato le problematiche ancora esistenti di “decoro” e di “rispetto delle regole” da parte di questi commercianti ambulanti.
“Strutture più decorose con merce di qualità che possa attrarre e creare interesse nel compratore” propone la consigliera Poggio. A sostenere l’esigenza di un “regolamento ad hoc, con regole di comportamento semplici e snelle” facili da rispettare e da fare rispettare, è l’assessore al Commercio Gian Paolo Lumi.
Il dibattito in aula si apre con il capogruppo del Pd Gianni Ivaldi, che ironicamente sottolinea il “ritardo” nella decisione di affrontare questa normativa, “a fine legislatura, quando avrebbe avuto più senso pensarci ad inizio mandato”. A sostenere il capogruppo Ivaldi sono i colleghi Enrico Mazzoni e Giorgio Abonante, che chiedono una nuova convocazione della commissione per avere un’analisi più dettagliata dei mercatini cui si fa riferimento nel testo della mozione. “Quanti sono? Dove sono dislocati? Cosa vendono?”.
Le richieste della maggioranza nascono come conseguenza di alcune problematiche spesso legate al commercio ambulante, portate all’attenzione dal consigliere Mario Bocchio: “serve, oltre ad un regolamento, anche uno screening di questi venditori e della loro merce. Spesso, a discapito dell’igiene, si trovano banchi di alimentari vicino a merce di abbigliamento”, e questo secondo Bocchio porta alla luce un’altra grave piaga che è quella dell’abusivismo.
Il quadro offerto dal consigliere di maggioranza non è dei migliori: troppi prodotti, spesso a discapito della qualità, con un totale disordine a livello visivo, di decoro urbano, che nulla hanno a che vedere con “l’ottima organizzazione, ordine e controllo, che ho trovato ad Alba alla fiera del tartufo”.
“Non credo che la situazione dei nostri mercatini sia così tragica come è stata descritta dal consigliere Bocchio – risponde Berrone di Confesercenti – Nel qual caso la maggiore responsabilità sarebbe da attribuire all’amministrazione”. E prosegue: “con la quale invece abbiamo un ottimo rapporto di collaborazione nella creazione di manifestazioni ed eventi”. Berrone poi gira il discorso sui tagli applicati dall’amministrazione al Town Centre Management: “Questi azzeramenti che si sommano alle risorse che non si sa più che fine abbiano fatto (circa 470 mila euro) e che dovevano essere sdoganate a favore del commercio cittadino colpito dalla nascita di molti centri commerciali, come Panorama e la famosa Alessandria 2000, certo non aiutano. Se un’amministrazione crede nello sviluppo di un settore, allora deve investire!”.
Bigazzi dell’Ascom definisce i mercatini degli ultimi anni come “la cura di tutti i mali”, o almeno considerati tali per il settore del commercio. In realtà “servono delle norme che regolino gli orari e il sostegno che questi banchi ambulanti possono effettivamente dare al commercio stanziale”. Il riferimento di Bigazzi è al mercatino di Natale di piazza Garibaldi che è senza orari precisi e che spesso non incentiva la popolazione alla visita. “A livello d’immagine, talvolta, sarebbe meglio un mercatino in meno, ma di maggiore qualità”.
Il consiglio che arriva invece da Confartigianato è quello di prediligere “fiere tematiche”, come il Cioccolato o il Biscotto che non creano “cattiva competizione” con i commercianti locali.
Questo tema sta molto a cuore anche al consigliere Sciaudone che sottolinea la necessità “di impegnarsi per far rispettare i regolamenti che già esistono, prima ancora di pensare a crearne di nuovi”. E critica fortemente ogni possibile proposta di spostare questi mercatini e le maggiori manifestazioni cittadine dal centro città alla Cittadella: “non può diventare il contenitore di tutto!”.
“Strutture più decorose con merce di qualità che possa attrarre e creare interesse nel compratore” propone la consigliera Poggio. A sostenere l’esigenza di un “regolamento ad hoc, con regole di comportamento semplici e snelle” facili da rispettare e da fare rispettare, è l’assessore al Commercio Gian Paolo Lumi.
Il dibattito in aula si apre con il capogruppo del Pd Gianni Ivaldi, che ironicamente sottolinea il “ritardo” nella decisione di affrontare questa normativa, “a fine legislatura, quando avrebbe avuto più senso pensarci ad inizio mandato”. A sostenere il capogruppo Ivaldi sono i colleghi Enrico Mazzoni e Giorgio Abonante, che chiedono una nuova convocazione della commissione per avere un’analisi più dettagliata dei mercatini cui si fa riferimento nel testo della mozione. “Quanti sono? Dove sono dislocati? Cosa vendono?”.
Le richieste della maggioranza nascono come conseguenza di alcune problematiche spesso legate al commercio ambulante, portate all’attenzione dal consigliere Mario Bocchio: “serve, oltre ad un regolamento, anche uno screening di questi venditori e della loro merce. Spesso, a discapito dell’igiene, si trovano banchi di alimentari vicino a merce di abbigliamento”, e questo secondo Bocchio porta alla luce un’altra grave piaga che è quella dell’abusivismo.
Il quadro offerto dal consigliere di maggioranza non è dei migliori: troppi prodotti, spesso a discapito della qualità, con un totale disordine a livello visivo, di decoro urbano, che nulla hanno a che vedere con “l’ottima organizzazione, ordine e controllo, che ho trovato ad Alba alla fiera del tartufo”.
“Non credo che la situazione dei nostri mercatini sia così tragica come è stata descritta dal consigliere Bocchio – risponde Berrone di Confesercenti – Nel qual caso la maggiore responsabilità sarebbe da attribuire all’amministrazione”. E prosegue: “con la quale invece abbiamo un ottimo rapporto di collaborazione nella creazione di manifestazioni ed eventi”. Berrone poi gira il discorso sui tagli applicati dall’amministrazione al Town Centre Management: “Questi azzeramenti che si sommano alle risorse che non si sa più che fine abbiano fatto (circa 470 mila euro) e che dovevano essere sdoganate a favore del commercio cittadino colpito dalla nascita di molti centri commerciali, come Panorama e la famosa Alessandria 2000, certo non aiutano. Se un’amministrazione crede nello sviluppo di un settore, allora deve investire!”.
Bigazzi dell’Ascom definisce i mercatini degli ultimi anni come “la cura di tutti i mali”, o almeno considerati tali per il settore del commercio. In realtà “servono delle norme che regolino gli orari e il sostegno che questi banchi ambulanti possono effettivamente dare al commercio stanziale”. Il riferimento di Bigazzi è al mercatino di Natale di piazza Garibaldi che è senza orari precisi e che spesso non incentiva la popolazione alla visita. “A livello d’immagine, talvolta, sarebbe meglio un mercatino in meno, ma di maggiore qualità”.
Il consiglio che arriva invece da Confartigianato è quello di prediligere “fiere tematiche”, come il Cioccolato o il Biscotto che non creano “cattiva competizione” con i commercianti locali.
Questo tema sta molto a cuore anche al consigliere Sciaudone che sottolinea la necessità “di impegnarsi per far rispettare i regolamenti che già esistono, prima ancora di pensare a crearne di nuovi”. E critica fortemente ogni possibile proposta di spostare questi mercatini e le maggiori manifestazioni cittadine dal centro città alla Cittadella: “non può diventare il contenitore di tutto!”.