Cgil: “Alessandria a rischio default come la Grecia”
La Cgil denuncia la situazione di crisi del nostro territorio: occupazione in calo e per lo più precaria, ricorso alla cassa integrazione straordinaria in aumento e difficoltà che si espandono anche al pubblico con un Comune di Alessandria che rischia di fare crac
La Cgil denuncia la situazione di crisi del nostro territorio: occupazione in calo e per lo più precaria, ricorso alla cassa integrazione straordinaria in aumento e difficoltà che si espandono anche al pubblico con un Comune di Alessandria che rischia di fare crac
“La negazione della crisi è stata un alibi per l’immobilismo. Oggi la situazione è ancora più drammatica. Si devono cambiare le cose subito”. Sono dure le parole usate da Silvana Tiberti, segretario generale Cgil, nel corso di una conferenza stampa convocata per descrivere la situazione occupazionale alessandrina. Il quadro da lei descritto è tutt’altro che roseo sia livello nazionale che locale, con debiti del comune, compartecipate che rischiano il fallimento e personale che potrebbe rimanere senza lavoro.
“Le responsabilità di questa crisi sono nazionali -ha detto la Tiberti- a causa di un governo che non ha fatto manovre o, se le ha fatte, ha fatto quelle sbagliate. La responsabilità per il nostro territorio è dovuta però anche all’immobilismo del governo locale”
“C’è stata una caduta occupazionale sia in termini di quantità che di qualità – ha proseguito il segretario Cgil – Questo è nel contempo effetto e causa della crisi. Barletta fa riflettere ma è una situazione che si verifica in tutta Italia. Nella nostra provincia sono migliaia i lavoratori che vengono pagati 5 euro l’ora. Con l’escamotage delle cooperative artigiane si riescono a pagare anche meno di questa cifra”.
“La crisi era, è e sarà sempre più drammatica -ha commentato Silvana Tiberti- Nel settembre 2010 si parlava di ripresa per un aumento dell’occupazione, ma noi sapevamo che non sarebbe stata quell’occupazione a tirare la ripresa. Un anno fa infatti erano 45 mila i lavoratori coinvolti dalla crisi, oggi sono 47 mila fra disoccupati e coloro che sono soggetti ad ammortizzatori sociali. Il crollo della cassa integrazione ordinaria e l’aumento di quella straordinaria e in deroga significano un aumento della crisi. Alessandria ha il primato dopo Torino per la crisi occupazionale in Piemonte. Tra il primo semestre del 2008 a quello 2011 ci sono 4000 avviamenti al lavoro in meno. Degli avviamenti poi l’ 80% sono a tempo determinato con un clamoroso 36,6% dei contratti che durano meno di un mese e solo il 7% che supera l’anno. La precarietà non aiuta a risolvere la crisi ma ad inasprirla”.
La crisi in atto sta però mutando, secondo il segretario Cgil Alessandria, in quanto a quella del settore privato si sta affiancando quella del pubblico. Questo, secondo l’analisi condotta dal sindacato, è dovuto a una ragione nazionale e ad una locale. Lo stato taglia risorse pubbliche, agli enti locali e alla sanità. L’amministrazione locale invece amministra male le risorse pubbliche. “Stiamo assistendo a quello che denunciavamo un anno fa: le partecipate del Comune che non reggono più e rischiano di creare un pericoloso effetto domino che coinvolge tutta la ‘galassia comunale’ -puntualizza Silvana Tiberti- la situazione debitoria del Comune verso le partecipate rischia di diventare esplosiva. Secondo i nostri conti ci sono 60 milioni di debiti verso le partecipate e il lavoro e lo stipendio di circa 900 lavoratori è a rischio”.
“Il Cissaca è creditore di 6 milioni dal Comune e debitore di 5 milioni verso le cooperative – i numeri dati dalla segretaria Cgil – Legato al Cissaca c’è Azimut, la cooperativa che in pratica lavora in monocommitenza per il Cissaca. Se quest’ultimo non paga la cooperativa rischia di saltare, è ormai questione di mesi. E per il Cissaca la situazione finanziaria è pesante con il rischio serio di default”.
Non solo la situazione del consorzio servizi sociali è stata denunciata. In queste condizioni sono altre aziende, secondo quanto detto dalla Tiberti: “L’Atm ha avviato le politiche di raffreddamento e ha un debito dalle casse comunali di 18 milioni di euro. Qui ci risulta anche che il Comune non solo non paga l’azienda ma farebbe anche cassa con i finanziamenti per i trasporti che vengono da Provincia e Regione. C’è poi il Tra dove il conclamato impegno per i precari del sindaco non è stato rispettato. Nel bando fatto ci sono 200 domande per 8 posti, vedo difficile che propri quegli 8 riescano a vincerlo. Mi chiedo perché non si è scelta una strada di accordo con i sindacati per il ricollocamento piuttosto di questa. Anche Aristor, ovvero Compas, ha più di 3 milioni di euro di debiti da riscuotere. Alla luce di queste situazione e della finanza creativa della giunta comunale, nasce una domanda ‘Alessandria come la Grecia?‘” la conclusione amara di Silvana Tiberti.