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Gioielli falsi, migliaia i truffati dalla televendita
Sei denunce nell'alessandrino: vendevano in televisione gioielli fasulli e telefoni cellulari
Sei denunce nell'alessandrino: vendevano in televisione gioielli fasulli e telefoni cellulari
Decine di denunce, migliaia di truffati da una televendita andata in onda per sei mesi su alcuni canali locali e nazionali. E’ finita con la denuncia di sei persone, tutte della zona del valenzano e del tortonese, un’indagine promossa dai carabinieri di Alessandria, in collaborazione con la sezione di Valenza, ma l’inchiesta è ancora in corso e, a breve, potrebbero esserci ulteriori sviluppi. L’inchiesta, coordinata dal procuratore capo di Alessandria Michele Di Lecce e da quello di Tortona Bruno Rapetti (nella foto con il colonnello Marcello Bergamin), è partita da alcune denunce, raccolte dai carabinieri del capoluogo e da quelli Pontecurone, relative alla televendita di gioielli e cellulari a prezzi decisamente ridotti. Ma, in realtà, si trattava di materiale assolutamente falso e di scarsissimo valore. Dagli schermi di televisioni private, l’imbonitore, già noto alle forze dell’ordine per il medesimo tipo di reato, proponeva al pubblico gioielli “favolosi” a prezzi variabili tra i 30 e i 100 euro. Parallelamente, anche se le due società erano formalmente differenti, venivano proposti cellulari I – Phone a meno della metà del loro valore di mercato. Partito l’ordine telefonico, il cliente si vedeva recapitato il pacco che, però, conteneva “paccottiglia”, bigiotteria di scarso valore. Le indagini sulle televendite di gioielli e di telefoni, la prima partita da Alessandria, la seconda da Pontecurone, hanno poi portato agli stessi soggetti che si nascondevano dietro tre società. Sono stati così denunciati M.G. 35 enne di Valanza, M.V.R, 47 anni sempre di Valenza; I.G. 53 anni di Alessandira, I.V, 20 anni di Alessandria (l’unica donna), L.S.G 50enne di Mirabello Monferrato e C.G.M 31 anni di Valenza. L’ipotesi di reato, per ora, è quella di truffa.
In migliaia da tutta Italia sono cascati nella trappola. Dalle perquisizioni effettuate in due abitazioni e in un’automobile, i militari hanno trovato una quantità ingente di falsi gioielli, alcuni già pronti per la spedizione. I destinatari, distribuiti su tutto il territorio nazionale ma con una prevalenza nel centro nord, una volta ritirato il pacco e pagato il corriere per il corrispettivo, non hanno più avuto modo di recuperare il denaro. Sul pacco, infatti, i truffatori indicavano un numero di telefono errato, non consentendo quindi di risalire alla ditta.
Così, in una quarantina si sono rivolti ai carabinieri e qualcuno anche al Tg satirico di Striscia la Notizia che ieri ha mandato in onda il servizio.
I più “fortunati”, quelli che sono caduti nella trappola dopo che le indagini erano già partire, forse riusciranno ancora a recuperare il denaro, transitato nel conto corrente dello spedizioniere che risulta, però, estraneo alla vicenda. “Nonostante anche in passato siano state individuate truffe del tutto analoghe – ha detto il procuratore Di Lecce – ci sono ancora persone che vengono ingannate, forse perché attratti dalla possibilità di concludere un affare vantaggioso, senza considerare che i prezzi proposti sono assolutamente fuori mercato”. Le televendite sono state immediatamente sospese.
In migliaia da tutta Italia sono cascati nella trappola. Dalle perquisizioni effettuate in due abitazioni e in un’automobile, i militari hanno trovato una quantità ingente di falsi gioielli, alcuni già pronti per la spedizione. I destinatari, distribuiti su tutto il territorio nazionale ma con una prevalenza nel centro nord, una volta ritirato il pacco e pagato il corriere per il corrispettivo, non hanno più avuto modo di recuperare il denaro. Sul pacco, infatti, i truffatori indicavano un numero di telefono errato, non consentendo quindi di risalire alla ditta.
Così, in una quarantina si sono rivolti ai carabinieri e qualcuno anche al Tg satirico di Striscia la Notizia che ieri ha mandato in onda il servizio.
I più “fortunati”, quelli che sono caduti nella trappola dopo che le indagini erano già partire, forse riusciranno ancora a recuperare il denaro, transitato nel conto corrente dello spedizioniere che risulta, però, estraneo alla vicenda. “Nonostante anche in passato siano state individuate truffe del tutto analoghe – ha detto il procuratore Di Lecce – ci sono ancora persone che vengono ingannate, forse perché attratti dalla possibilità di concludere un affare vantaggioso, senza considerare che i prezzi proposti sono assolutamente fuori mercato”. Le televendite sono state immediatamente sospese.