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Bellotti: “norme etiche per gli amministratori non eletti”
Si torna a discutere di codice etico in commissione Affari Istituzionali. Gli uffici tecnici stanno esaminando le fonti normative per redigere poi un documento. Ma il consigliere dell'Idv, Paolo Bellotti, sostiene che non si debba partire dalle norme: "Non deve essere un riassunto delle normative vigenti altrimenti non serve a nulla"
Si torna a discutere di codice etico in commissione Affari Istituzionali. Gli uffici tecnici stanno esaminando le fonti normative per redigere poi un documento. Ma il consigliere dell'Idv, Paolo Bellotti, sostiene che non si debba partire dalle norme: "Non deve essere un riassunto delle normative vigenti altrimenti non serve a nulla"
Con il presidente della commissione Affari Istituzionali, Giorgio Abonante, l’assessore Evaldo Pavanello e la responsabile dell’ufficio tecnico comunale la dottoressa Legnazzi, si è tornato a parlare di “codice etico”.
“Per il momento non ci sono grandi novità – spiega la dottoressa Legnazzi – ma solo un esito parziale delle prive verifiche che l’ufficio tecnico sta svolgendo in merito alle fonti normative, che analizzano quindi le norme attualmente vigenti in materia di codice etico, e alla presenza di testi analoghi in altri comuni italiani”. Al momento documenti analoghi si sono riscontrati nei comuni di Forlì, di Modena e di Bologna.
“A livello di Giunta – prosegue l’assessore Pavanello – stiamo aspettando ciò che gli uffici tecnici stanno elaborando per poter poi intervenire”. Il codice etico era un documento “già esaminato dall’amministrazione quattro anni fa , che oggi deve essere ridiscusso – illustra il presidente Abonante – perché vanno apportate delle modifiche e reso poi operativo con l’approvazione della Giunta e del Consiglio comunale”.
Ad aprire la discussione in aula è il consigliere Paolo Bellotti con una serie di considerazioni: “Ritengo che partire dall’analisi delle fonti normative per la creazione del codice etico sia la cosa più sbagliata!“. E prosegue: “Il codice etico non deve essere un testo che riassuma al suo interno le norme di per sè valide già per legge, perché in quel caso si applica semplicemente la legge”. Invece Bellotti definisce questo testo come una “autoregolamentazione”, che deve andare “oltre le nome di legge”e deve servire per “autotutelarsi”. L’altro punto portato all’attenzione dell’assessore Pavanello e dell’ufficio tecnico è la necessità di rivolgersi “non agli amministratori eletti, che sono già tutelati per legge, ma a quelli nominati, il cui operato si basa sul rapporto fiduciario con i consiglieri e l’amministrazione”. Per il consigliere Bellotti sono questi i “paletti” che deve porre il codice etico, in particolare per tutelare l’Ente da “quei nominati che poi vengono rinviati a giudizio per truffa, falso, o per tutto ciò che attiene al loro ruolo all’interno dell’amministrazione”.
E’ l’assessore Pavanello a precisare come “gli uffici stiano esaminando le norme vigenti per non entrare in contrasto con la legge, su un piano tecnico. Mentre a livello politico l’intenzione è quella di indirizzarsi proprio al ‘caso dei nominati’ e non degli eletti”.
Pavanello sottolinea anche come si potrebbe seguire la strada di norme per il codice etico molto restrittive, visto che gli spazi concessi dalla legge lo permettono, ma che questo documento viene redatto “non solo per l’attuale amministrazione, ma anche per quelle future” e che quindi deve essere valutato nello specifico in tutti i suoi aspetti.
Proprio per questo il presidente della commissione Abonante ha spiegato di riconvocare una commissione entro fine mese per lasciare le due settimane di tempo richieste dagli uffici per il lavoro sul codice etico.
“Per il momento non ci sono grandi novità – spiega la dottoressa Legnazzi – ma solo un esito parziale delle prive verifiche che l’ufficio tecnico sta svolgendo in merito alle fonti normative, che analizzano quindi le norme attualmente vigenti in materia di codice etico, e alla presenza di testi analoghi in altri comuni italiani”. Al momento documenti analoghi si sono riscontrati nei comuni di Forlì, di Modena e di Bologna.
“A livello di Giunta – prosegue l’assessore Pavanello – stiamo aspettando ciò che gli uffici tecnici stanno elaborando per poter poi intervenire”. Il codice etico era un documento “già esaminato dall’amministrazione quattro anni fa , che oggi deve essere ridiscusso – illustra il presidente Abonante – perché vanno apportate delle modifiche e reso poi operativo con l’approvazione della Giunta e del Consiglio comunale”.
Ad aprire la discussione in aula è il consigliere Paolo Bellotti con una serie di considerazioni: “Ritengo che partire dall’analisi delle fonti normative per la creazione del codice etico sia la cosa più sbagliata!“. E prosegue: “Il codice etico non deve essere un testo che riassuma al suo interno le norme di per sè valide già per legge, perché in quel caso si applica semplicemente la legge”. Invece Bellotti definisce questo testo come una “autoregolamentazione”, che deve andare “oltre le nome di legge”e deve servire per “autotutelarsi”. L’altro punto portato all’attenzione dell’assessore Pavanello e dell’ufficio tecnico è la necessità di rivolgersi “non agli amministratori eletti, che sono già tutelati per legge, ma a quelli nominati, il cui operato si basa sul rapporto fiduciario con i consiglieri e l’amministrazione”. Per il consigliere Bellotti sono questi i “paletti” che deve porre il codice etico, in particolare per tutelare l’Ente da “quei nominati che poi vengono rinviati a giudizio per truffa, falso, o per tutto ciò che attiene al loro ruolo all’interno dell’amministrazione”.
E’ l’assessore Pavanello a precisare come “gli uffici stiano esaminando le norme vigenti per non entrare in contrasto con la legge, su un piano tecnico. Mentre a livello politico l’intenzione è quella di indirizzarsi proprio al ‘caso dei nominati’ e non degli eletti”.
Pavanello sottolinea anche come si potrebbe seguire la strada di norme per il codice etico molto restrittive, visto che gli spazi concessi dalla legge lo permettono, ma che questo documento viene redatto “non solo per l’attuale amministrazione, ma anche per quelle future” e che quindi deve essere valutato nello specifico in tutti i suoi aspetti.
Proprio per questo il presidente della commissione Abonante ha spiegato di riconvocare una commissione entro fine mese per lasciare le due settimane di tempo richieste dagli uffici per il lavoro sul codice etico.