Bellotti: “Anche l’occhio vuole la sua parte”
Audizione della commissione Paesaggistica, con la dottoressa Bruno, sulle nuove norme a tutela della variante collinare. Paolo Bellotti chiede attenzione anche all'aspetto paesaggistico degli insediamenti e non solo al parametro idrogeologico per la valutazione da parte della commissione edilizia
Audizione della commissione Paesaggistica, con la dottoressa Bruno, sulle nuove norme a tutela della variante collinare. Paolo Bellotti chiede attenzione anche all'aspetto paesaggistico degli insediamenti e non solo al parametro idrogeologico per la valutazione da parte della commissione edilizia
La parola è stata subito lasciata alla dottoressa Bruno che ha sottolineato “l’importanza dell’adozione da parte dell’amministrazione di questo provvedimento di tutela dell’arco collinare, che sarà in grado di risolvere molte delle problematiche presenti su quel territorio”, precisando come da parte della commissione Paesaggistica ci sarà un impegno a proseguire il percorso in termini di operatività.
Non si può certo parlare di dibattito a più voci nella seduta di questa mattina a Palazzo Rosso. L’unico ad interagire con l’assessore Giordano, con l’architetto Robotti dell’ufficio tecnico e con la dottoressa Bruno è stato il consigliere Paolo Bellotti, abitante della collina e sostenitore del comitato “Noi di Valle”, nato a difesa della tutela del territorio di Valle San Bartolomeo.
“Quando si fanno interventi a livello urbanistico – interviene Bellotti – si tiene conto di una serie di elementi: oltre al parametro e alle valutazioni idrogeologiche quello che noi chiediamo è che si ponga attenzione anche all’aspetto prettamente paesaggistico“. Della serie, “anche l’occhio vuole la sua parte”. Proprio a sostegno di questa tesi Bellotti propone un punto di incontro tra i due percorsi (consolidato da un eventuale sopralluogo) che sono seguiti dalla commissione edilizia, spiegando come “un insediamento che potrebbe funzionare da un punto di vista idrogeologico, senza alcun rischio per il terreno, in realtà possa non essere ritenuto un elemento gradito a livello paesaggistico. Insomma un ‘un pugno nell’occhio’ a livello estetico”.
Mentre la dottoressa Bruno precisa come le competenze della commissione Paesaggistica siano tutte “normate per legge”, l’architetto Robotti sembra non gradire troppo l’intervento del consigliere della minoranza e replica: “la commissione edilizia fa il suo dovere, prendendo già in esame entrambi gli aspetti da lei richiesti, sia a livello paesaggistico che a livello architettonico”. E prosegue: “il percorso della commissione edilizia è completo e non tralascia nessun parametro di valutazione. Inoltre prima dell’avvio dei lavori si richiede sempre il parere positivo della commissione paesaggistica prima di passare al piano operativo”.
Il consigliere Bellotti chiede perché la commissione edilizia non relaziona al Consiglio “su come sta procedendo”, sottolineando che nessuna legge, vieta di informare i consiglieri sui “lavori in corso d’opera” e descrivendo questa procedura come una forma di “emarginazione” dell’espressione del Consiglio comunale e della commissione Politiche del Territorio.Immediata la replica dell’architetto Robotti: “dobbiamo distinguere ruoli e competenze. Il Consiglio comunale dà degli indirizzi che poi però sono eseguiti dalla commissione edilizia con il parere di quella paesaggistica, che non è tenuta a relazionare sulla propria attività con nessun consigliere”. Bellotti sostiene il rischio di finire per considerare, in questo modo, le commissioni come “nemiche”.