Palazzo Rosso: un Titanic alla deriva?
Mentre il consiglio comunale è alle prese con la sofferta approvazione del riequilibrio di bilancio, la politica cittadina sembra avere il fiato corto, ed essere alla vigilia di un big bang. Dal caso Locci alle primarie del Pd, siamo alla fine di un ciclo?
Mentre il consiglio comunale è alle prese con la sofferta approvazione del riequilibrio di bilancio, la politica cittadina sembra avere il fiato corto, ed essere alla vigilia di un big bang. Dal ?caso Locci? alle primarie del Pd, siamo alla fine di un ciclo?
Impressione che si consolida incontrando in via informale gli addetti ai lavori, soprattutto sul fronte della maggioranza, e cercando di capire da loro quale sarà il futuro politico del centro destra locale. Il sindaco Fabbio avrà nel 2012 l’appoggio di tutto il suo attuale schieramento, tranne La Destra che ha già da tempo annunciato che il proprio candidato sindaco sarà il consigliere Claudio Prigione?
Formalmente sì. Nei fatti, però, è raro riscontrare una così grande distanza politica, e in qualche caso anche umana, fra alleati dopo quasi cinque anni di comune percorso amministrativo. Tra i formali sostenitori del primo cittadino c’è chi ci tiene a sottolineare “con Fabbio non ci parlo da quattro anni”, chi dice “io vada come vada ho già dato, e farò altro”, chi ribadisce “tornerò senz’altro a dedicarmi al mio lavoro, anche perché non sono un dipendente pubblico, e devo darci dentro”. Più d’uno poi, di quelli che nel Palazzo ci lavorano e ai “piani alti”, descrive un sindaco sempre più isolato, circondato solo dai suoi fedelissimi, additati naturalmente come “cattivi consiglieri”. Quali, ognuno lo sa, nessuno lo dice.
La domanda sorge allora spontanea: Fabbio (nella foto d’archivio durante la 24 ore di basket per solidarietà) sarà ancora, e comunque, il candidato (e il candidato unico) di Pdl e Lega alle prossime elezioni di primavera? Qui in tanti allargano le braccia: in attesa di eventi romani prima di tutto, e desiderosi di capire poi se le “primarie” del centro destra sono state soltanto un artificio dialettico del segretario nazionale del Pdl Angelino Alfano, o se nei prossimi mesi potranno essere davvero uno strumento di confronto trasparente della volontà degli elettori anche di quella parte politica. Infine c’è la vicenda Locci, che ha tenuto banco nei giorni scorsi, e potrebbe non essere conclusa. Qui il Pdl (provinciale prima di tutto, e naturalmente anche torinese: il consigliere comunale alessandrino è anche segretario regionale dei giovani del suo partito) dovrebbe forse mostrare di avere un minimo di autonomia, e di schiena dritta, rispetto ai diktat del presidente leghista della Regione Cota, che con un po’ troppa disinvoltura parrebbe aver chiesto l’epurazione di Locci dalle prossime liste elettorali del centro destra. Ma il Pdl alessandrino esiste? Quante volte si è riunito e ha preso delle decisioni diciamo negli ultimi 12 mesi? Quanti iscritti ha? Domande legittime trattandosi, almeno per il momento, della rappresentanza locale del primo partito politico del Paese, e non di un club privè.
E il centro sinistra?
Dall’altra parte della barricata, l’attenzione è tutta concentrata sulle primarie comunali del prossimo 13 novembre. Ci sono ancora due settimane di tempo (fino al 15 ottobre) per completare le candidature, ma i giochi sembrano in buona parte fatti. In corsa ad oggi ci sono Maria Rita Rossa, vice presidente della Provincia, l’ex sindacalista Cgil Mauro Buzzi e Corrado Parise, già segretario cittadino del Pd, che fu il primo, lo scorso giugno, a chiedere con insistenza le primarie, e che nei giorni scorsi ha ufficializzato la propria candidatura “a sindaco di Alessandria”. All’appello manca ancora, per il momento, l’area dei partiti che va da Sel a Italia dei Valori, da Rifondazione ai Comunisti Italiani. Un pensoso laboratorio che da mesi è in movimento, e dal quale ora ci si aspetta una sintesi all’altezza del lavoro di preparazione. O quantomeno chiare indicazioni sull’esistenza, tra i candidati in campo, di una figura di proprio forte gradimento. In caso contrario, la differenza tra lasciare libertà di coscienza al proprio elettorato e alzare bandiera bianca sarebbe sottigliezza da politologi. Intanto, però, gli alessandrini un primo segnale concreto di campagna elettorale lo hanno percepito: sono i manifesti 6×3 di Gianni Barosini, candidato sindaco dell’Udc (e presumibilmente di tutto il terzo polo) che in diversi punti della città, con un bello sfondo giallo, si sta proponendo come terza via, ai tanti elettori scontenti sia della destra, che della sinistra.