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Via libera alla fusione Cral con Banca di Legnano, “ma resteremo la banca del territorio”
I consigli di amministazione di Cral, Bpm e Banca di Legnano hanno votato l'operazione di fusione. La Cassa di Risparmio di Alessandria sarà incorporata ma con garanzia di mantenimento del marchio e dei posti di lavoro dei 570 dipendenti
I consigli di amministazione di Cral, Bpm e Banca di Legnano hanno votato l'operazione di fusione. La Cassa di Risparmio di Alessandria sarà incorporata ma con garanzia di mantenimento del marchio e dei posti di lavoro dei 570 dipendenti
Via libera alla fusione tra Cassa di Risparmio di Alessandria e la Banca di Legnano. I rispettivi consigli di amministrazione hanno votato a favore dell’operazione già largamente annunciata. La prima a dire sì alla fusione per incorporazione è stata Bpm, Banca Popolare di Milano che, insieme a Fondazione Cral controlla Cassa di Risparmio. Ieri è stata la volta di Cral e Legnano. “Attendiamo ora l’autorizzazione della Banca d’Italia; l’ultima parola spetterà, poi, alle assemblee dei soci”, precisa il presidente Carlo Frascarolo. L’annuncio dell’operazione è stato dato dai vertici della Cassa di Risparmio, insieme al presidente della Fondazione, Pier Angelo Taverna. Un’operazione che, è stato confermato, porterà nel bilancio della Fondazione 48 milioni di euro. Il nome del nuovo soggetto non c’è ancora. “In questa prima fase resterà il nome di Banca di Legnano, ma il marchio Cral sarà mantenuto. Sarà e continuerà ad essere una banca vicina al territorio”, hanno assicurato Frascarolo e Taverna. La quota del 20% della Fondazione in Cral consente di entrare in Banca di Legnano con un 2,2% di quote, “che potrebbero arrivare al 5,5% in futuro”. Cral avrà diritto di nomina della vicepresidenza, già indicata nella persona di Frascarolo, e un rappresentante nel Cda della Cassa di Risparmio di Asti, di cui Banca di Legano possiede il 20%. L’operazione, fortemente auspicata da Bankitalia, potrebbe avvicinare anche la realtà lombarda-alessandrina alla Cassa di Risparmio di Asti, con la quale erano state avviate trattative. E’ il “sogno” mai celato, del presidente Taverna, quello di dare vita ad una realtà piemontese forte e competitiva.
Cral porta in “dote” 90 sportelli sul territorio alessandrino e 571 dipendenti “il cui lavoro sarà garantitio, assicura Frascarolo. Nessun ridimensionamento in vista, quindi. Casomai, proposte di ricollocazione che dovranno essere concordate. La Banca di Legnano, dal canto suo, ha una rete sul territorio lombardo (con filiali a Novara e Verbania) pari a 120 sportelli.
Il matrimonio è arrivato dopo un’opera di risanamento della Cassa di Risparmio, attuata dopo l’ingresso di Bpm e l’ispezione Bankitalia “che aveva rilevato alcune criticità. Per noi – ha spiegato il presidente Frascarolo – è stato un punto di partenza per attuare una serie di misure che ci hanno portato, a distanza di due anni, ad un risultato positivo”. A spiegare i numeri è stato il direttore Massimo Dorenti: una crescita di correntisti pari a 2 mila unità, di cui il 70% privati, un utile lordo di 8 miliardi e 600 mila euro, che corrisponde ad un utile netto di 2 milioni di euro. “La dirigenza ha saputo interpretare le esigenze del territorio” è tornato a ribadire Taverna, che sul concetto di “territorialità” anche del nuovo soggetto economico punta molto.
Cral porta in “dote” 90 sportelli sul territorio alessandrino e 571 dipendenti “il cui lavoro sarà garantitio, assicura Frascarolo. Nessun ridimensionamento in vista, quindi. Casomai, proposte di ricollocazione che dovranno essere concordate. La Banca di Legnano, dal canto suo, ha una rete sul territorio lombardo (con filiali a Novara e Verbania) pari a 120 sportelli.
Il matrimonio è arrivato dopo un’opera di risanamento della Cassa di Risparmio, attuata dopo l’ingresso di Bpm e l’ispezione Bankitalia “che aveva rilevato alcune criticità. Per noi – ha spiegato il presidente Frascarolo – è stato un punto di partenza per attuare una serie di misure che ci hanno portato, a distanza di due anni, ad un risultato positivo”. A spiegare i numeri è stato il direttore Massimo Dorenti: una crescita di correntisti pari a 2 mila unità, di cui il 70% privati, un utile lordo di 8 miliardi e 600 mila euro, che corrisponde ad un utile netto di 2 milioni di euro. “La dirigenza ha saputo interpretare le esigenze del territorio” è tornato a ribadire Taverna, che sul concetto di “territorialità” anche del nuovo soggetto economico punta molto.
Salvo imprevisti, l’atto di fusione potrebbe concretizzarsi a dicembre. “Allo stato dei fatti, non abbiamo motivi di credere che ciò non avverrà”, dice Frascarolo. L’ultima parola spetterà però alle assemblee dei soci. E qualche spina nel fianco potrebbe materializzarsi: secondo il sito www.borsitaliana.it “Credit Mutuel e’ contraria alle nozze tra Banca Legnano e Cassa di Alessandria. Lo scrive Il Messaggero spiegando che la posizione della banca e’ stata esternata nel corso del cda di Bpm che ha varato tra l’altro l’aumento di capitale da 800 mln e la fusione tra Banca Legnano e Cassa di Alessandria.” Continua a leggere qui