Il Centro Dialisi di Alessandria festeggia i 40 anni
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Il Centro Dialisi di Alessandria festeggia i 40 anni

Un convegno per ricordare il Centro Dialisi di Alessandria, fondato 40 anni fa, attraverso il lavoro svolto da infermieri, medici, nefrologi, i benefici e le sofferenze che hanno passato i 300 mila pazienti curati fino ad oggi. Ma dal convegno è anche giunto l'allarme per i finanziamenti per ricerca e cura, sempre più ridotti

Un convegno per ricordare il Centro Dialisi di Alessandria, fondato 40 anni fa, attraverso il lavoro svolto da infermieri, medici, nefrologi, i benefici e le sofferenze che hanno passato i 300 mila pazienti curati fino ad oggi. Ma dal convegno è anche giunto l'allarme per i finanziamenti per ricerca e cura, sempre più ridotti

Il Centro Dialisi di Alessandria compie quest’anno quarant’anni. Lo hanno ricordato oggi con la celebrazione di questo durissimo, ma proficuo percorso di emodialisi e trapianti  presso l’ ospedale Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria il direttore generale dell’ospedale Nicola Giorgione, il presidente della Società Italiana Nefrologia (Sin) sezione Piemonte Valle d’Aosta, Giuseppe Paolo Segoloni, il direttore Struttura Nefrologia e Dialisi , Marco  Manganaro, e il consigliere nazionale dell’Associazione Nazionale Dializzati e Trapiantati (Aned) Marco Bordignon
Giuseppe Segoloni, presidente Sin, ha sottolineato l’importanza dell’ottimo lavoro di squadra svolto negli ospedali in tutta Italia dalla fondazione dei primi centri dialisi ad oggi, ha illustrato l’evoluzione dell’emodialisi e delle apparecchiature utilizzate, la diffusione dei servizi di emodialisi domiciliare e i servizi di trapianto renale nelle diverse regioni italiane, con un particolare excursus sul Piemonte, che è stato un modello sia metodologico che normativo per i servizi di nefrologia. Nella nostra regione sono attivi attualmente 23 centri dialisi con 31 servizi.

Marco Bordignon, consigliare Nazionale dell’Associazione Dializzati e Trapiantati, ha ricordato “le trecento mila persone che sono passate attraverso le sofferenze dell’emodialisi. “E ora, preoccupa la “profilassi finanziaria”, che riguarda gli amministratori, i politici e i medici sui quali ricadono le responsabilità del funzionamento dei servizi. I medici chiedono collaborazione a chi finanzia i progetti. Il problema coinvolge tutti i settori della sanità pubblica, noi cerchiamo di garantire i trapianti a tutti, ma abbiamo l’ambizione di estendere la tutela per i pazienti anche fuori dai centri dialisi.
Il trapianto esiste perché esiste la dialisi, ma non viceversa, e quindi chiediamo costante supporto economico perché nonstante l’emodialisi non porti a una cura definitiva, mantiene in vita le persone, ed è sufficiente.”

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