Statuto comunale, la minoranza si ritira dai lavori per protesta
Il capogruppo del Partito Democratico comunica la decisione di ritirare il proprio membro nella commissione Subtecnica, riunitasi questa mattina in congiunzione con Affari Istituzionali. Appoggio e solidarietà da altre parti politiche di minoranza: autosospensione anche per i Moderati con Malagrino
Il capogruppo del Partito Democratico comunica la decisione di ritirare il proprio membro nella commissione Subtecnica, riunitasi questa mattina in congiunzione con Affari Istituzionali. Appoggio e solidarietà da altre parti politiche di minoranza: autosospensione anche per i Moderati con Malagrino
Non è sufficiente nemmeno la notizia comunicata da Fabrizio Priano, seduto nel banco di presidente, in sostituzione di Ezio Sestini, dell’ufficialità delle dimissioni da membro della commissione Subtecnica di Maurizio Grassano (più volte richiesta da alcuni consiglieri, Giorgio Barberis in primis) a far cambiare la presa di posizione tra i banchi della minoranza.
Anzi. A sostegno della decisione presa dal Partito Democratico interviene anche Giorgio Barberis (Rifondazione Comunista) che parla di “decisione ponderata a lungo, cui si è stati spinti dalle continue mancanze nei confronti dei consiglieri di questa amministrazione”. “Questa scelta comunque – prosegue Barberis – non significa che il grande lavoro svolto dalla commissione venga buttato via, ma che aspettiamo dei segnali forti prima di tornare a partecipare alla stesura del nuovo documento che dovrebbe rappresentarci tutti, in quanto consiglieri”.
Poca trasparenza, chiusura nei confronti di quei consiglieri che vogliono accedere ad atti amministrativi (relativi ad esempio alle partecipate comunali) e questione “riequilibrio del Bilancio” che si deve discutere prossimamente in Consiglio e che deve essere consegnato entro il 30 settembre, ma di cui la minoranza non ha ancora un documento in mano.
Questi sono alcuni dei “punti oscuri” portati a giustificazione della decisione presa. Il consigliere Ezio Brusasco parla di “segnale, presa di posizione politica” e non di propaganda elettorale o di strumentalizzazione, sottolineando come “siano venute meno le condizioni per proseguire i lavori di stesura di un testo come quello dello Statuto comunale”. E pone una domanda alla maggioranza: “Fino a che punto siete disposti a sostenere le prerogative del Consiglio comunale e quindi del singolo consigliere, a discapito invece della Giunta e di questa amministrazione?”.
A rinsaldare questa presa di posizione interviene anche il capogruppo dei Moderati, Diego Malagrino, anche commissario della Subtecnica. “In veste di membro di questa commissione credo che ad un anno dall’inizio dei lavori per la nuova bozza dello Statuto si sia fatto tutto il possibile. Ma credo anche che giunti ormai alla fine dei lavori si possa ammettere quanto i rapporti tra la maggioranza e la minoranza siano cambiati, con alcune prerogative, quali la trasparenza, troppo volte disattese da questa amministrazione”. E prosegue: “Pertanto in un clima così teso non credo sia possibile definire delle regole di statuto comuni e come rappresentante dei Moderati propendo per una autosospensione, come segnale politico, non definitiva, ma temporanea in attesa di segnali da parte dell’amministrazione e della maggioranza“.
Tra i banchi della maggioranza, da consiglieri e commissari, le reazioni sono state molteplici: mentre il commissario Aldo Rovito parla di decisione “inaspettata” vista l’importanza del tema che coinvolge non la Giunta, ma bensì l’organo di rappresentanza di tutti, ovvero il Consiglio, il consigliere Emanuele Locci definisce questa presa di posizione un “controsenso” che va a discapito della possibilità, in mano a tutti i consiglieri, di “scrivere le regole dell’organo che governa, il Consiglio” e legge l’atteggiamento della minoranza come “poco interesse e attenzione” per un tema che fino a ieri sembrava stesse molto a cuore ai consiglieri del Pd e degli altri gruppi di opposizione.
Il consigliere Giuseppe Bianchini propone di “andare oltre” e di riprendere il discorso della “partecipazione” e della” rappresentanza” (facendo riferimento al tema della commissione, cioè il futuro delle Circoscrizioni una volta che non potranno più esistere come organi Istituzionali secondo le nuove norme), mentre il capogruppo Pdl Priano, spogliandosi delle vesti di vice della commissione Subtecnica, parla di primi segnali della maggioranza, come le dimissioni di un membro (Grassano) che non era mai stato presente ai lavori e di apertura nella sospensione dei lavori previsti per la mattinata dando spazio al dialogo su questa decisione politica presa dalla minoranza. Priano risponde anche al quesito posto dal consigliere Brusasco relativo alle prerogative della maggiornaza: “le nostre prerogative sono chiare e sono quelle che diamo cercando di stilare la nuova bozza di Statuto, in favore del Consiglio e non della Giunta”. Priano si è comunque dichiarato disponibile a fare “tutto ciò che è in mio potere fare” per ricomporre questa commissione a difesa delle prerogative del Consiglio: “Sono disposto a firmare un foglio per la trasparenza, se necessario“, ha dichiarato.
Parole di rammarico e di delusione invece dal presidente della commissione Ezio Sestini che rivolgendosi ai colleghi della minoranza si definisce “dispiaciuto per non essere stato avvertito preventivamente di questa decisione e presa di posizione, essendo un membro della minoranza di governo, anche se con distinguo in alcuni casi”. Ribadendo lo sforzo e l’energia spesi per il compito affidatogli, dichiara di “proseguire e fare il possibile affinché la nuova bozza di Statuto venga portata a termine”.
Mara Scagni, dai banchi del Pd, parla di riconoscenza a Sestini e a tutti coloro che hanno lavorato fino ad oggi, ma sottolinea come “il banco ormai sia saltato“, precisando quello che doveva essere il compito della commissione, e cioè “di sintesi di opinioni molto diverse tra loro”, che è stato disatteso.
“Abbiamo lavorato per buttare giù una ‘carta dei valori’ che doveva essere condivisa da tutti, non solo a colpi di maggioranza, ma soprattutto che avrebbe dovuto essere condivisa anche fuori dalla commissione tecnica, non come se fossimo in una camera blindata”.
Con l’auspicio da parte di Aldo Rovito di un ripensamento e della necessità di discuterne non in commissione, ma convocando al più presto una capigruppo, la commissione si è conclusa senza la presentazione della proposta scritta, “nero su bianco”, del consigliere Emanuele Locci che ha preferito rimandare “ad un momento politico più opportuno”.