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Caso Caridi, rinviata udienza per insufficienza di termini
Slitta l'udienza sulle misure di sorveglianza speciale e sul legittimo possesso dei beni degli inquisiti nell'inchiesta sulla 'ndragheta
Slitta l'udienza sulle misure di sorveglianza speciale e sul legittimo possesso dei beni degli inquisiti nell'inchiesta sulla 'ndragheta
Rinviata al 16 novembre, per “insufficienza dei termini”, l’udienza davanti al tribunale di Alessandria per Giuseppe Caridi e gli altri alessandrini coinvolti nell’inchiesta “Maglio”.
Il giudice era chiamato a decidere sulle misure di sorveglianza speciale, richiesta avanzata dal questore di Alessandria, e sul legittimo possesso dei beni. L’ex consigliere comunale del Pdl, con Bruno Pronestì e gli altri indagati, sono comparsi questa mattina a palazzo di Giustizia, ma è stato deciso lo slittamento dell’udienza poiché “non si è tenuto conto dei termini estivi e quindi i termini a comparire erano insufficienti. La richiesta di rinvio è stata fatta dal collegio di difesa”.
Caridi e altre sette persone sono in carcere dallo scorso 21 giugno con l’accusa di associazione di stampo mafioso.
L’applicazione di misure di sorveglianza speciale dovrebbe scattare nel momento in cui la cCssazione decidesse di accogliere l’istanza di scarcerazione, avanzata dai legali di Caridi e respinta in prima istanza dal tribunale del riesame.
La verifica di legittimo possesso permetterebbe invece al giudice di confiscare e sequestrare gli eventuali beni di dubbia provenienza, legati cioè alla presunta attività criminale.
Il giudice era chiamato a decidere sulle misure di sorveglianza speciale, richiesta avanzata dal questore di Alessandria, e sul legittimo possesso dei beni. L’ex consigliere comunale del Pdl, con Bruno Pronestì e gli altri indagati, sono comparsi questa mattina a palazzo di Giustizia, ma è stato deciso lo slittamento dell’udienza poiché “non si è tenuto conto dei termini estivi e quindi i termini a comparire erano insufficienti. La richiesta di rinvio è stata fatta dal collegio di difesa”.
Caridi e altre sette persone sono in carcere dallo scorso 21 giugno con l’accusa di associazione di stampo mafioso.
L’applicazione di misure di sorveglianza speciale dovrebbe scattare nel momento in cui la cCssazione decidesse di accogliere l’istanza di scarcerazione, avanzata dai legali di Caridi e respinta in prima istanza dal tribunale del riesame.
La verifica di legittimo possesso permetterebbe invece al giudice di confiscare e sequestrare gli eventuali beni di dubbia provenienza, legati cioè alla presunta attività criminale.