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Di Donna: “non paghiamo se non saremo pagati”
Non migliora la situazione di Aias sul fronte economico. Il tesoriere, Savino Di Donna, lancia lo sciopero dai pagamenti: non salderemo Atm fino a che il Comune non ci darà quanto ci deve
Non migliora la situazione di Aias sul fronte economico. Il tesoriere, Savino Di Donna, lancia lo ?sciopero dai pagamenti?: ?non salderemo Atm fino a che il Comune non ci darà quanto ci deve?
Non molla il tesoriere di Aias, Savino Di Donna, sulla vicenda dei mancati pagamenti da parte del Comune. Nel corso della commissione Politiche della Salute, presieduta da Roberto Sarti (nella foto) e convocata presso la sede Atm per parlare di tematiche relative al trasporto disabili, Di Donna è tornato a fare presente le difficoltà dell’associazione ed ha annunciato una sorta di protesta dei pagamenti: “abbiamo un debito di circa 10 mila euro con Atm per il servizio di trasporto. Abbiamo già avvisato il direttore ed il presidente Gian Paolo Cabella: Aias non sarà in grado di pagare fino a quando non riceverà quanto dovuto dal Cissaca, il quale a sua volta sta attendendo i trasferimenti dal Comune”. Una situazione ai limiti dell’assurdo quella che coinvolge l’associazione Italiana Assistenza Spastici che gestisce il centro diurno e residenziale nelle ex scuole di San Giuliano dove sono ospitati una trentina di ragazzi e adulti, di cui dieci con disabilità gravi che necessitano di una elevata assistenza.
“Noi abbiamo un accordo con Atm per il servizio di trasporto dei nostri ragazzi al centro di San Giuliano, una somma forfetaria, dovuta indipendentemente dal fatto che il servizio venga effettivamente utilizzato o meno. Ma va bene, questi erano gli accordi. D’altro canto, – continua Di Donna – le famiglie dei nostri ragazzi sono chiamati a versare 3 euro per la stessa voce di servizio. Ma il Cissaca è anche debitore nei nostri confronti.” La somma che Cissaca deve versare nelle casse di Aias ammonterebbe a circa 200 mila euro. “L’assurdo è che, se uno dei nostri ragazzi non riesce a raggiungere il centro di assistenza diurno in orario, il Cissaca non ci riconosce il corrispettivo per quella giornata, ma noi siamo comunque chiamati a pagare per un trasporto che a volte, non per colpa dei personale Atm ma per il fatto che i mezzi sono vecchi e obsoleti, non funziona”.
Almeno sul fronte del trasporto, tuttavia, Di Donna suggerisce una soluzione che consentirebbe di recuperare un po’ di risorse: “quando l’autobus rientra ad Alessandria, dopo aver accompagnato i nostri ragazzi al centro diurno di San Giuliano, viaggia vuoto. Potrebbe invece caricare passeggeri diretti dai sobborghi verso il centro città”. L’ipotesi sarà presa in considerazione da Atm.
“Noi abbiamo un accordo con Atm per il servizio di trasporto dei nostri ragazzi al centro di San Giuliano, una somma forfetaria, dovuta indipendentemente dal fatto che il servizio venga effettivamente utilizzato o meno. Ma va bene, questi erano gli accordi. D’altro canto, – continua Di Donna – le famiglie dei nostri ragazzi sono chiamati a versare 3 euro per la stessa voce di servizio. Ma il Cissaca è anche debitore nei nostri confronti.” La somma che Cissaca deve versare nelle casse di Aias ammonterebbe a circa 200 mila euro. “L’assurdo è che, se uno dei nostri ragazzi non riesce a raggiungere il centro di assistenza diurno in orario, il Cissaca non ci riconosce il corrispettivo per quella giornata, ma noi siamo comunque chiamati a pagare per un trasporto che a volte, non per colpa dei personale Atm ma per il fatto che i mezzi sono vecchi e obsoleti, non funziona”.
Almeno sul fronte del trasporto, tuttavia, Di Donna suggerisce una soluzione che consentirebbe di recuperare un po’ di risorse: “quando l’autobus rientra ad Alessandria, dopo aver accompagnato i nostri ragazzi al centro diurno di San Giuliano, viaggia vuoto. Potrebbe invece caricare passeggeri diretti dai sobborghi verso il centro città”. L’ipotesi sarà presa in considerazione da Atm.