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“Orti allagati? Colpa delle foglie”
Sembra essere questa la causa dell'allagamento al quartiere Orti in seguito al violento temporale dei primi giorni di settembre. Lo ha spiegato il presidente dell'Amiu, Piercarlo Bocchio, nel corso della commissione Politiche Ambientali
Sembra essere questa la causa dell'allagamento al quartiere Orti in seguito al violento temporale dei primi giorni di settembre. Lo ha spiegato il presidente dell'Amiu, Piercarlo Bocchio, nel corso della commissione Politiche Ambientali
“Quando certa carta stampata scrive che nessuno vuole le colpe di quel che è successo nei giorni scorsi agli Orti, sbaglia. La colpa non è di nessuno, se non del Padre Eterno”.
Con queste parole del presidente dell’Amiu, Piercarlo Bocchio, si è aperta la commissione Politiche Ambientali che era stata convocata proprio “per fare il punto della situazione” ed avere chiarimenti, come sostenuto dal presidente dell’aula consigliare Mario Bocchio.
“Il problema dell’allagamento di alcune strade nel quartiere Orti è da imputare al forte temporale che ha provocato, causa la copiosità d’acqua e il vento, la caduta di foglie dagli alberi che hanno intasato le caditoie (cioè i tombini)” spiega il presidente dell’Amiu. E prosegue: “Ne sono testimoni anche i vigili del fuoco che sono intervenuti per liberare i tombini dalle foglie stesse e il problema è immediatamente rientrato”.
Il consigliere Bianchini (Udc) si chiede allora se magari non ci fosse un “lavoro di pulizia arretrato”, cioè non compiuto che ha peggiorato la situazione “La pulizia è stata fatta capillarmente dappertutto?”.
Ma il presidente Amiu risponde a tono: “Il giorno prima del temporale, il 3 settembre, era stato compiuto il lavoro di spazzamento meccanico che pulisce e aspira le foglie, quindi non ce ne erano di foglie secche e residue. Senza dubbio, con tutte le caditoie, alcune possono sfuggire, ma il lavoro di spazzamento meccanico, che si inserisce tra le attività del nostro contratto di servizio con l’amministrazione, viene effettuato in diversi periodi nel corso dell’anno, tutti programmati di zona in zona”.
Il consigliere Gloria Grillo chiede invece delucidazioni in merito alle cause che hanno portato alla fuoriuscita di acqua dalle cantine di alcune strade come via Poligonia o via Bellini.
Ma a questa domanda, il presidente Amiu deve obbligatoriamente passare la “patata bollente” ad altri. “Non ho esperienza, nè dati in merito a ciò. Se le cantine si allagano, la competenza non è più di Amiu e delle caditoie intasate, ma riguarda con ogni probabilità la rete fognaria. E’ un problema strutturale, di competenza degli uffici tecnici preposti del Comune”.
Ed è proprio su questo discorso di “competenze” che si inserisce l’intervento del vicepresidente Enrico Mazzoni: “dal presidente Bocchio, possiamo avere solo una risposta parziale, che si concentra sul tema dei tombini, della loro pulizia, ma che non ha nessun collegamento con l’allagamento avvenuto agli Orti!”.
Mazzoni chiama in causa un altro interlocutore, Amag e il suo presidente, Lorenzo Repetto. “Se il problema sono le fogne (e non le foglie) allora l’Amiu non ha più alcuna competenza”. Mazzoni, con sottile ironia puntualizza anche che le operazioni di controllo dei tombini e il conseguente spurgo dovrebbero essere lavori “in continuità” ossia svolti periodicamente con cadenza regolare dall’Ente addetto al servizio, “con denaro erogato dall’amministrazione comunale”, e non saltuariamente quando “ci sono problemi in un’area della città piuttosto che in un’altra”.
Il presidente dell’Amiu chiama in causa il contratto di servizio con il comune, che recita ciò: “costo a caditoia 12 euro; 3500 bocchette all’anno (su 20 mila totali nel solo circondario urbano di Alessandria, esclusi i sobborghi)”. Bocchio sottolinea come questo numero si potrebbe tranquillamente ampliare, portando a 10mila all’anno il numero di caditoie in manutenzione.
Non ultimo per interesse, l’intervento del consigliere della maggioranza Cristian La Greca che porta all’attenzione dell’aula sia il costo, spesso elevato, di raccolta dei rifiuti che si concentrano all’interno dei tombini, considerati “rifiuti speciali” proprio per la loro consistenza “mista”, sia la questione legata al risarcimento da parte delle assicurazioni. Il consigliere sostiene che le assicurazione non pagano il cosiddetto “rigurgito fognario” con la giustificazione, troppo spesso sfruttata, che questo si trasforma in “formazione di ruscello”, che non è più coperto a livello assicurativo. “Perché non convochiamo anche un rappresentante del mondo assicurativo che spieghi ai cittadini questo ‘inghippo’?”, conclude La Greca.
Con queste parole del presidente dell’Amiu, Piercarlo Bocchio, si è aperta la commissione Politiche Ambientali che era stata convocata proprio “per fare il punto della situazione” ed avere chiarimenti, come sostenuto dal presidente dell’aula consigliare Mario Bocchio.
“Il problema dell’allagamento di alcune strade nel quartiere Orti è da imputare al forte temporale che ha provocato, causa la copiosità d’acqua e il vento, la caduta di foglie dagli alberi che hanno intasato le caditoie (cioè i tombini)” spiega il presidente dell’Amiu. E prosegue: “Ne sono testimoni anche i vigili del fuoco che sono intervenuti per liberare i tombini dalle foglie stesse e il problema è immediatamente rientrato”.
Il consigliere Bianchini (Udc) si chiede allora se magari non ci fosse un “lavoro di pulizia arretrato”, cioè non compiuto che ha peggiorato la situazione “La pulizia è stata fatta capillarmente dappertutto?”.
Ma il presidente Amiu risponde a tono: “Il giorno prima del temporale, il 3 settembre, era stato compiuto il lavoro di spazzamento meccanico che pulisce e aspira le foglie, quindi non ce ne erano di foglie secche e residue. Senza dubbio, con tutte le caditoie, alcune possono sfuggire, ma il lavoro di spazzamento meccanico, che si inserisce tra le attività del nostro contratto di servizio con l’amministrazione, viene effettuato in diversi periodi nel corso dell’anno, tutti programmati di zona in zona”.
Il consigliere Gloria Grillo chiede invece delucidazioni in merito alle cause che hanno portato alla fuoriuscita di acqua dalle cantine di alcune strade come via Poligonia o via Bellini.
Ma a questa domanda, il presidente Amiu deve obbligatoriamente passare la “patata bollente” ad altri. “Non ho esperienza, nè dati in merito a ciò. Se le cantine si allagano, la competenza non è più di Amiu e delle caditoie intasate, ma riguarda con ogni probabilità la rete fognaria. E’ un problema strutturale, di competenza degli uffici tecnici preposti del Comune”.
Ed è proprio su questo discorso di “competenze” che si inserisce l’intervento del vicepresidente Enrico Mazzoni: “dal presidente Bocchio, possiamo avere solo una risposta parziale, che si concentra sul tema dei tombini, della loro pulizia, ma che non ha nessun collegamento con l’allagamento avvenuto agli Orti!”.
Mazzoni chiama in causa un altro interlocutore, Amag e il suo presidente, Lorenzo Repetto. “Se il problema sono le fogne (e non le foglie) allora l’Amiu non ha più alcuna competenza”. Mazzoni, con sottile ironia puntualizza anche che le operazioni di controllo dei tombini e il conseguente spurgo dovrebbero essere lavori “in continuità” ossia svolti periodicamente con cadenza regolare dall’Ente addetto al servizio, “con denaro erogato dall’amministrazione comunale”, e non saltuariamente quando “ci sono problemi in un’area della città piuttosto che in un’altra”.
Il presidente dell’Amiu chiama in causa il contratto di servizio con il comune, che recita ciò: “costo a caditoia 12 euro; 3500 bocchette all’anno (su 20 mila totali nel solo circondario urbano di Alessandria, esclusi i sobborghi)”. Bocchio sottolinea come questo numero si potrebbe tranquillamente ampliare, portando a 10mila all’anno il numero di caditoie in manutenzione.
Non ultimo per interesse, l’intervento del consigliere della maggioranza Cristian La Greca che porta all’attenzione dell’aula sia il costo, spesso elevato, di raccolta dei rifiuti che si concentrano all’interno dei tombini, considerati “rifiuti speciali” proprio per la loro consistenza “mista”, sia la questione legata al risarcimento da parte delle assicurazioni. Il consigliere sostiene che le assicurazione non pagano il cosiddetto “rigurgito fognario” con la giustificazione, troppo spesso sfruttata, che questo si trasforma in “formazione di ruscello”, che non è più coperto a livello assicurativo. “Perché non convochiamo anche un rappresentante del mondo assicurativo che spieghi ai cittadini questo ‘inghippo’?”, conclude La Greca.