Taverna: “Fondazione perno del territorio: ma sogno una banca davvero piemontese…”
I rapporti con la locale Cassa di Risparmio e il ruolo nella futura banca, frutto della fusione tra Alessandria e Legnano. Ma anche la nuova sede, il finanziamento dellAvogadro, il fallimento di Norman 95 e la fiction Un posto al sole che sbarca ad Acqui. Conversazione a tutto campo con il presidente della Fondazione CrAl
I rapporti con la locale Cassa di Risparmio e il ruolo nella futura banca, frutto della fusione tra Alessandria e Legnano. Ma anche la nuova sede, il finanziamento dellAvogadro, il fallimento di Norman 95 e la fiction Un posto al sole che sbarca ad Acqui. Conversazione a tutto campo con il presidente della Fondazione CrAl
Presidente Taverna, siamo nella vera “stanza dei bottoni” del potere alessandrino. Ci aggiorna prima di tutto sui rapporti tra Fondazione e CrAL? Noi cittadini comuni potremmo esserci perso qualche passaggio….
La situazione è questa: la Fondazione controlla ancora il 20% della Cassa di Risparmio di Alessandria, che come noto per il resto appartiene a BPM, Banca Popolare di Milano. Non le nascondo che al progetto di una banca piemontese che coinvolgesse la Cassa di Risparmio di Asti ci abbiamo creduto e lavorato a lungo, era nell’aria. Poi BPM ha ritenuto, anche a seguito di sollecitazioni di Banca d’Italia, di accelerare altri processi. Per cui si è deciso di puntare sulla fusione tra le Casse di Alessandria e Legnano, e di dar vita ad una nuova banca, che vedrà comunque il mantenimento, sul nostro territorio, del marchio CrAl. Peraltro Legnano è proprietaria al 20% di Asti, ed è una banca con una presenza importante del nord est del Piemonte. Per cui io spero che il progetto di una nuova banca profondamente piemontese sia solo rimandato.
Quali sono i tempi tecnici della fusione della CrAl con Legnano? E come si chiamerà la nuova banca?
Il processo di integrazione si completerà entro fine anno, e la nuova banca sarà operativa da gennaio 2012. Io un’idea sul nome l’ho data: Gruppo LeAl Banca. Ci sono le due iniziali di Legnano e Alessandria, e al contempo si evoca il concetto di lealtà, che di questi tempi è certamente rassicurante. Vedremo quali saranno le decisioni definitive: ma ripeto, il marchio CrAl rimarrà ben visibile e operativo. E’ un valore a cui sarebbe sciocco rinunciare.
La Fondazione che ruolo avrà?
Allora: abbiamo pattuito la cessione a CrAl di alcuni asset, per complessivi 48 milioni di euro. Tra gli asset c’è questo splendido palazzo, Ghilini-Sambuy, che è la sede storica della banca, ed è giusto che tale rimanga. E’ stato valutato 28 milioni di euro, a cui vanno sommati un fondo per noi non più strategico, e altri 19 milioni di euro che ci vengono riconosciuti per la rinuncia tecnica ad alcuni diritti di veto. Poi naturalmente c’è il nostro 20% di partecipazione nella CrAl, che si trasformerà in quote della nuova banca. I tecnici sono al lavoro in queste settimane per stabilire il valore del cambio: comunque entreremo nella proprietà di una banca assai solida, con un patrimonio importante.
In tutto ciò si incastra anche il trasferimento della Fondazione nella nuova sede: sarà iper moderna come si dice in giro?
Sarà un mix di tradizione e modernità. I lavori in corso, che tutti gli alessandrini stanno constatando dall’altro lato di questa piazza, nel palazzo sede dell’ex distretto militare, ci consentiranno entro l’estate 2012 di trasferire completamente gli uffici, e di consegnare alla città uno spazio importante. Ci stiamo lavorando in realtà da qualche anno, attraverso Palazzo del Governatore srl, che è nostra società strumentale. Consideri che il palatium vetus in cui ci trasferiremo fu la prima sede del comune, ed edificio di rappresentanza i governatori e prefetti. I lavori di restauro, grazie anche alla collaborazione con l’architetto Gae Aulenti, stanno facendo emergere piccoli gioielli architettonici e decorativi, tra cui l’antico broletto, le volte medievali, affreschi di valore. Accanto a ciò, però, ci sarà la modernità: con un cortile completamente coperto da vetri che speriamo possa diventare un centro di aggregazione permanente per gli alessandrini, e sale espositive non solo per la nostra collezione, ma per ospitare mostre e iniziative. E poi naturalmente sale convegni iper tecnologiche, cablatura totale per le connessioni web e così via. Insomma, un bel passo verso il futuro, ma portandoci dietro il nostro passato.
Presidente, parliamo di economia. La Fondazione CrAl continuerà ad essere il vòlano del nostro territorio provinciale?
Assolutamente sì. Questa è la nostra mission, e con i nostri consiglieri abbiamo stabilito una linea operativa chiara: poiché le risorse non sono infinite, e il momento è difficile, concentreremo i nostri sforzi sempre più su progetti con una forte ricaduta sociale.
Facciamo qualche esempio?
La sanità, prima di tutto. Abbiamo recentemente dotato l’ospedale di Alessandria di modernissima strumentazione nell’ambito della chirurgia robotica, che oggi consentono al nosocomio del capoluogo di essere all’assoluta avanguardia su questo fronte. Mentre continua il nostro impegno, naturalmente, sul versante del Centro di Riabilitazione Borsalino.
E accanto alla sanità il sociale: abbiamo terminato nei mesi scorsi un’esperienza importante nel settore del microcredito, insieme a Diocesi di Alessandria, Caritas, Provincia e Comune, e creeremo a breve un fondo di garanzia per l’emergenza abitativa, in accordo e su richiesta di Prefettura e sindacati.
L’università alessandrina, pur tra mille difficoltà, resiste. Voi ci siete anche lì?
Certo: il 28 settembre erogheremo ufficialmente il contributo di 250 mila a sostegno dell’ateneo Avogadro, e analoga cifra sarà messa a disposizione dal Comune, e dalla Provincia. Mentre anche sul fronte del Politecnico continuiamo ad esserci: si è ridotto il contributo diretto, che ora è di circa 115 mila euro, ma sosteniamo i consorzi collegati, che si occupano di formazione e sviluppo. Si tratta di una leva essenziale per dare un domani al nostro territorio.
Palazzo Monferrato sta dando i risultati sperati?
Direi di sì, recentemente c’è stato il programmato avvicendamento ai vertici, e il nuovo amministratore delegato, il dottor Frara della Camera di Commercio, sta promuovendo una serie di iniziative e progetti importanti a supporto del territorio, e del tessuto economico. Penso che questa sia la strada da battere: dal salone del biscotto alla fiera del cioccolato, al sostegno a progetti come Riso&Rose nel Monferrato. Stiamo poi molto insistendo, nuovamente, sulla partnership con le trasmissioni Rai, che hanno dato buoni riscontri. Oltre a Linea Verde, Bell’Italia, Geo e Geo quest’anno avremo anche due puntate di Voyager: una dedicata alla leggenda di Aleramo e l’altra alle origini monferrine di Cristoforo Colombo. E poi c’è Un posto al sole. Alcune puntate della popolare soap potrebbe essere girate ad Acqui Terme. Gli sceneggiatori ci stanno lavorando….
E la Cittadella? La Fondazione avrà un ruolo nel recupero di quella “città nella citta”?
Prima bisogna capire che cosa farne davvero. E’ un patrimonio enorme, e credo che per tutelarlo e al tempo utilizzarlo e farlo vivere occorrano risorse rilevanti, e prima ancora un progetto forte, ed economicamente sostenibile. A me pare interessante l’ipotesi di coinvolgere non solo la Regione, ma anche l’Europa, per farne una sorta di centro di addestramento e specializzazione di un costituendo esercito europeo. In fondo sarebbe completamente in linea con la storia della Cittadella. Intanto però noi ci impegniamo anche altrove: nel recupero del complesso di Santa Croce a Bosco Marengo, ad esempio, o nel recupero del teatro Marenco di Novi.
La Fondazione recentemente si è anche “lanciata” nel business del fotovoltaico: che aspettative avete?
Beh, lì si trattava di sfruttare al meglio il terrena dell’ex discarica di Castelceriolo, oggi dismessa e bonificata. E’ stato realizzato un impianto tra i più importanti d’Italia per la produzione di energia pulita, e sicuramente il più grande che sia mai stato costruito su una discarica chiusa da ormai molti anni. L’iniziativa ha consentito, da un lato, la riqualificazione di cinque ettari di terreno, altrimenti inutilizzabili, e dall’altro, la produzione di circa 2.000.000 di kWh all’anno di energia pulita, pari al fabbisogno medio di energia elettrica di 800 famiglie.
Il progetto è stato messo a punto dalla nostra partecipata, Concilium Spa e attuato da Palazzo del Governatore srl, società strumentale della Fondazione.
A proposito di Concilium: gioie e dolori. Facciamo chiarezza sulla vicenda di Norman 95, di proprietà della famiglia Cimatti? A luglio è stato dichiarato il fallimento, e si è parlato di forte coinvolgimento della Fondazione: come stanno le cose?
Il tribunale di Milano a luglio ha dichiarato il fallimento di Norman 95, ma è stato presentato un ricorso, vedremo cosa accadrà. Norman 95 avrebbe dovuto aiutarci, su una serie di progetti, a rilanciare il nostro territorio, ma non tutto ha funzionato per il meglio. Noi insieme ad altri abbiamo tentato la strada del concordato preventivo, anche per cercare di tutelare l’occupazione di una ventina di dipendenti della struttura. In ogni caso, la nostra esposizione in Norman 95 è di circa un milione e mezzo di euro, e non andranno perduti, grazie ad una serie di asset e garanzie esistenti.
Presidente, la Fondazione è stata a lungo legata al nome del suo predecessore, Gianfranco Pittatore, scomparso due anni fa. Ora esiste una Fondazione Pittatore…per fare cosa?
Per promuovere studi e ricerche in campo economico e finanziario. In particolare la Fondazione Pittatore organizza il Forum Ambrosetti, per la valorizzazione del Monferrato e per lo Sviluppo della Provincia di Alessandria. Mi pare che affidare l’analisi dello scenario della nostra economia ad un così autorevole soggetto esterno sia una garanzia di obiettività, equilibrio e competenza. E che lo si faccia nel nome di un presidente importante come fu Gianfranco Pittatore è ancora più significativo.
Chiudiamo con qualche cenno personale presidente Taverna. Da quando è in Fondazione, e qual è stato il suo percorso pubblico e professionale?
Partiamo dal lavoro: sono assicuratore da sempre, e agente generale Unipol ad Alessandria da esattamente vent’anni. In Fondazione sono entrato nel 1994, e sono appunto presidente da due anni. Ma fui nel consiglio della CrAl già dall’83 all’85, per poi uscirne per incompatibilità con incarichi politici. Sono stato infatti, dall’85 al ’95, in consiglio provinciale con il partito socialista. Fino a 1992 fui anzi assessore, con deleghe ad economia, territorio, cultura. A Palazzo Rosso, invece, ho ricoperto il ruolo di presidente del consiglio comunale con la giunta Scagni.