Sotto i riflettori della Cittadella i dieci anni dal fatale 9/11
A dieci anni esatti dai tragici eventi di New York, anche il Comune di Alessandria ha ricordato l'anniversario con un appuntamento dedicato agli Autori di pace in Cittadella
A dieci anni esatti dai tragici eventi di New York, anche il Comune di Alessandria ha ricordato l'anniversario con un appuntamento dedicato agli Autori di pace in Cittadella
“Senza pace: da Nassirya a Kabul”, il libro di Andrea Angeli presentato al convegno in Cittadella da Francesco Semprini, corrispondente a New York de La Stampa, racconta di uomini e donne impegnati in missioni di pace visti da vicino con i loro dubbi, ansie, speranze, frustrazioni, tra successi e sconfitte. “Un modo discreto di informare, quello di Andrea Angeli, nel suo libro “Senza pace” che coinvolge fino all’ultima pagina, ti lascia con il fiato in sospeso. Questo libro – spiega Semprini – come il precedente – “Professione peacekeeper”(2005) – è ispirato a quei legami di semplicità quotidiani, unici nel loro genere. Il soggetto stesso dei racconti è avvincente per le sue avventure di funzionario a volte sotto il “cappello” Onu, a volte dell’Unione Europea che gira il mondo in missioni umanitarie spesso pericolose, e le racconta con una semplicità che rende leggera e piacevole la lettura”.
Andrea Angeli , giornalista, addetto stampa e peacekeeper presso le Nazioni Unite, ha raccontato la sua vita “in prima linea”, le difficoltà che si trovano sul campo, le perdite con cui ci si deve confrontare ogni giorno, uomini pronti a sacrificare la propria vita per salvare i civili, per esempio nei campi minati. Un viaggio dal Cile alla Cambogia, da Sarajevo a Mostar, dall’Albania al Kosovo fino alla tragedia di Nassirya in Iraq, di cui è stato diretto testimone ed il conflitto in Afghanistan.
A seguire, Rosalba Malta dell’Associazione alessandrina “Il Cantastorie”, ha presentato ”L’11 settembre di Eddy il ribelle”, un libro scritto da Edoardo Affinati per i giovani di oggi, con una visione “un po’ fantascientifica” dei tragici avvenimenti di quel lontano 11 settembre 2001. La storia di due ragazzi, Eddy e Matuzalem, che vivono su un altro pianeta chiamato Fulgor, dal quale scappano per arrivare proprio sul cielo di New York l’11 settembre 2011, dove comincia la loro avventura. Da lassù sono testimoni della tragedia, incapaci di spiegarsi cosa stesse succedendo né potevano agire in alcun modo, un po’ come i ragazzini, e anche gli adulti che in quel momento stavano guardando la tragedia in diretta televisiva e che neanche oggi sanno spiegarsi bene il perchè.
Eraldo Affinati, grazie alla grande fantasia e l’esperienza acquisita come insegnate di italiano per ragazzi di tante culture diverse della Città dei Ragazzi con i quali è in contatto ogni giorno, racconta in questo romanzo a chi era ancora bambino nel 2001 il più grave attacco terroristico di tutti i tempi e il significato nella storia dei popoli del mondo. Nella sua carriera ha conosciuto ragazzi che sono spesso sopravvissuti alle guerre che hanno colpito il loro popolo, e sono scappati, molti hanno percorso migliaia di kilometri a piedi, come i ragazzi arrivati dall’Afghanistan soprattutto, e hanno raccontato la loro storia dell’11 settembre, i loro tragici vissuti e i motivi che li hanno spinti ad allontanarsi dal loro Paese, dalla loro famiglia. Nei libri di Affinati ci sono spesso spunti proprio dai vissuti di questi giovani, che hanno arricchito di umanità sia l’autore sia i lettori.
L’ultima giornata dedicata alle “Operazioni di pace nel XXI secolo. Ruolo e contributo dell’Esercito Italiano e delle forze Multinazionali”, che ha riscosso un sorprendente successo tra i cittadini, si è conclusa con l’esibizione della Fanfara Militare Taurinense e i ringraziamenti e i saluti del sindaco Piercarlo Fabbio. “E’ importante sottolineare come la Cittadella serva anche per approfondire anche questioni che non sono locali perché probabilmente il respiro sovradimensionale di questo luogo, rispetto alla città, ci permette di parlare,discutere, approfondire temi, come questi, di planetario interesse, come il peacekeeping e l’11 settembre, che è oggi.
Ci rimane ancora una piccola vestigia di questa tre giorni perché ancora per un mese sarà visitabile la mostra di pezzi di artiglieria di epoca risorgimentale che riguardano la storia di Alessandria, che abbiamo richiamato il primo giorno a tutti per amore della propria città. Ci sentiamo una città non schiacciata nell’ambito locale, ma protagonista di tanti episodi della nostra storia, protagonista proprio perché questi tre giorni sono stati dedicati all’Unità d’Italia, protagonista dell’Unità d’Italia-dai moti del 1821 fino ad arrivare alla spedizione di Crimea-come attestano quei cento cannoni donati da tutt’Italia ad Alessandria, una città di cui anche le altre città avevano buoni interessi ed alta valutazione. Questo lo diciamo tutti senza vanto né alcuna altezzosità ma con l’umiltà di coloro che hanno voluto insieme ad altri concorrere ad una nostra grande storia”, conclude il sindaco di Alessandria Piercarlo Fabbio.