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L’Esercito protagonista in Cittadella: pochi cittadini ad accoglierlo
Un convegno in Cittadella che durerà altri due giorni. Saranno ospiti personaggi di spicco dellesercito italiano per raccontare limportanza del loro servizio sul territorio nazionale e allestero, in un confronto con il passato e con quelli che saranno gli obiettivi futuri.
Un convegno in Cittadella che durerà altri due giorni. Saranno ospiti personaggi di spicco dell?esercito italiano per raccontare l?importanza del loro servizio sul territorio nazionale e all?estero, in un confronto con il passato e con quelli che saranno gli obiettivi futuri.
Dopo la cerimonia di apertura, l’inno nazionale e i saluti delle Autorità, il sindaco Piercarlo Fabbio ha dato inizio ai dibattiti, mettendo subito al centro dell’attenzione la Cittadella e la Città di Alessandria, con la sua storia -da quando nasce nel 1168 come fortezza per la Lega Lombarda, la lega dei Comuni che si oppongono a Barbarossa, al Risorgimento e i 150 anni dell’Unità d’Italia. Una lezione di storia politico- militare e sociale citando, tra gli altri, Santorre di Santarosa, l’alessandrino Andrea Vochieri e il re Carlo Alberto e il suo esercito, ma anche i moti rivoluzionari del ’48, Vittorio Emanuele II, la prima Guerra d’Indipendenza, l’alessandrino presidente del Consiglio Urbano Rattazzi, Cavour, la Guerra di Crimea e il concentramento dei 15 mila bersaglieri nella città di Alessandria prima di essere spediti sul fronte estero per il concerto delle potenze. Per proseguire con l’attuale Comunità Internazionale, per spiegare “il ruolo essenziale dell’esercito in questa città e nella politica nazionale ed internazionale”. Moderatore del dibattito è stato il prof. Alessandro Politi, docente presso la Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale.
In seguito, il Generale di Corpo d’Armata Giuseppe Valotto, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, ha illustrato l’importanza dell’Esercito sul territorio nazionale: ha presentato i prerequisiti e le caratteristiche dei militari, la loro formazione, gli impegni che l’esercito affronta in Italia, come ad esempio il progetto “Strade Sicure”- più di 9 mila arresti e circa 435 mila sequestri tra materiali pericolosi, armi e mezzi e 119 chili di droga- ma anche gli interventi a causa dell’emergenza rifiuti, le calamità naturali, per esempio il terremoto all’Aquila, il disastro ecologico a Messina, oppure per l’allagamento nel Veneto; non per ultimo il disinnesco degli ordigni esplosivi ancora presenti dalla Seconda Guerra mondiale: 15.390 fino ad oggi. Un rapido sguardo alla situazione storica mondiale, dalla prima guerra mondiale alla seconda, all’abbattimento delle Twin Towers l’11 settembre dieci anni fa e all’instabilità creatasi sul fronte internazionale,fino ad oggi. Si è passati poi all’analisi dell’attuale situazione nel mondo, alla delineazione degli “amici” e dei “nemici”, alla rassegna delle armi e dei mezzi in uso e degli obiettivi e interventi futuri.
Al dibattito sono intervenuti anche Vittoria Poggio, presidente della commissione Politiche della Sicurezza, e Mario Bocchio, presidente della commissione Politiche Ambientali.
Si è parlato dei ruoli ricoperti dalle donne nell’Esercito, circa il 7%, presenti sia come ufficiali che come sottufficiali, oramai in crescente numero rispetto al passato. Un punto importante che è stato trattato è quello della “moralità” dell’esercito: nei confronti dei caduti, gli aiuti alle loro famiglie non cessano di essere messi in atto.
Un dibattito durato più di due ore e mezza, che non ha riscosso grande successo di pubblico: a stare a guardare, i cittadini presenti oltre ovviamente ai militari e agli esponenti politici, si potevano contare sulle dita di una mano. Che sia una dimostrazione di disinteresse per le vicende politiche militari internazionali attuali, oppure la mancata partecipazione da parte dell’opinione pubblica rappresenta un vero e proprio “contrasto politico ideologico” con esse? O forse l’assenza era semplicemente dovuta all’orario, piuttosto scomodo per la maggior parte delle persone che lavorano al mattino, per di più di un giorno lavorativo della settimana?