Home
Circoscrizioni addio, cosa accadrà dopo?
Con la nuova legge dello Stato allo scadere degli attuali governi amministrativi, le Circoscrizioni di Decentramento non esisteranno più. Al vaglio della apposita commissione Sub-Tecnica una bozza di revisione dello Statuto comunale che raccoglie proposte e idee in materia
Con la nuova legge dello Stato allo scadere degli attuali governi amministrativi, le Circoscrizioni di Decentramento non esisteranno più. Al vaglio della apposita commissione Sub-Tecnica una bozza di revisione dello Statuto comunale che raccoglie proposte e idee in materia
Dal prossimo anno non si potrà più parlare di Circoscrizioni, che andranno ad estinguersi. Questo è quello che prevede la legge dello Stato (nella legge finanziaria 2010) del 23 dicembre 2009, la n°191, che all’articolo 2, comma 186, prevede l’abolizione delle Circoscrizioni di Decentramento per tutti i comuni al di sotto dei 250 mila abitanti.
Alessandria, con i suoi 100 mila abitanti circa, vi rientra perfettamente. Quindi con lo scadere dell’attuale mandato amministrativo bisognerà “dire addio” alla Circoscrizione Nord, alla Circoscrizione Sud e Centro, alla Europista e alla Circoscrizione della Fraschetta.
A ciò si aggiunge, per il comune di Alessandria, il lavoro di revisione dello Statuto comunale. Per tale motivo è stata costituita una commissione Sub-Tecnica, composta da 7 consiglieri (uno dei quali è Maurizio Grassano, che non presenzia mai ai lavori della commissione, poiché non è mai presente nel comune alessandrino) e presieduta dal consigliere Ezio Sestini.
Alla commissione l’arduo compito di stilare una “bozza di Statuto”, che contenga le proposte di revisione e che sarà poi valutata da una commissione consigliare predisposta. La richiesta per arrivare a creare una “bozza” è quella di raccogliere idee e proposte da parte dei consiglieri che partecipano alla commissione Sub-Tecnica, non aperta a tutti, nemmeno ai capigruppo, che soltanto nella giornata di ieri è stata resa pubblica perché congiunta con la commissione Affari Istituzionali.
Le Circoscrizioni hanno sempre avuto funzione di partecipazione, consultazione, gestione di servizi di base e funzioni delegate dallo stesso Comune. Nella prima riunione pubblica di ieri della commissione si è parlato proprio della funzione di “partecipazione” e dei relativi “istituti di partecipazione”. Su questa materia ancora non esistono vere e proprie proposte.
Soltanto il presidente Sestini ha esposto la propria idea: “per ogni territorio (ex circoscrizione) il nuovo Consiglio comunale eletto individua tre referenti tra i nuovi consiglier, due della maggioranza e uno della minoranza”.
Contrari a questa possibilità i consiglieri Emanuele Locci (foto a destra) e Giorgio Barberis, che ritengono necessaria una “inversione di logica” se l’obiettivo è quello di incentivare la “partecipazione”: “I tre referenti non dovrebbero essere eletti dall’alto, cioè dalle fila del Consiglio se si vuole evitare di scambiare il concetto di partecipazione con quello di cooptazione”. Questo il commento del consigliere Locci che, raggiunto telefonicamente, ha precisato “sono rimasto spiazzato dalla proposta della commissione che si dovrebbe inserire sotto la dicitura (a livello testuale) di ‘Partecipazione e ascolto dei cittadini'”.
Anche Barberis (foto a sinsitra) appoggia la contrarietà espressa dal consigliere di maggiornaza, concordando sulla diversità tra il concetto di “ascolto” e quello di “partecipazione”, che non vanno confusi: il primo è sinonimo di semplice “rappresentanza”, mentre il secondo descrive il “coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale”.
Locci parla di “assemblee” come possibili soluzioni per le questioni di rilevante importanza, mantenendo le sedi fisiche delle attuali circoscrizioni, mentre Barberis li definisce “consigli di quartiere”, ma che in entrambi i casi si concretizzano con la partecipazione attiva e con potere decisionale da parte di tutti, perché questi incontri devono essere aperti a tutti, venendo meno il gettone presenza e parlando quindi in termini di “volontariato politico” come è stato definito.
Le strade dei due consiglieri sembrano avere numerosi punti d’incontro che permetteranno, a detta di entrambi, di poter “lavorare insieme in questa direzione”.
Alessandria, con i suoi 100 mila abitanti circa, vi rientra perfettamente. Quindi con lo scadere dell’attuale mandato amministrativo bisognerà “dire addio” alla Circoscrizione Nord, alla Circoscrizione Sud e Centro, alla Europista e alla Circoscrizione della Fraschetta.
A ciò si aggiunge, per il comune di Alessandria, il lavoro di revisione dello Statuto comunale. Per tale motivo è stata costituita una commissione Sub-Tecnica, composta da 7 consiglieri (uno dei quali è Maurizio Grassano, che non presenzia mai ai lavori della commissione, poiché non è mai presente nel comune alessandrino) e presieduta dal consigliere Ezio Sestini.
Alla commissione l’arduo compito di stilare una “bozza di Statuto”, che contenga le proposte di revisione e che sarà poi valutata da una commissione consigliare predisposta. La richiesta per arrivare a creare una “bozza” è quella di raccogliere idee e proposte da parte dei consiglieri che partecipano alla commissione Sub-Tecnica, non aperta a tutti, nemmeno ai capigruppo, che soltanto nella giornata di ieri è stata resa pubblica perché congiunta con la commissione Affari Istituzionali.
Le Circoscrizioni hanno sempre avuto funzione di partecipazione, consultazione, gestione di servizi di base e funzioni delegate dallo stesso Comune. Nella prima riunione pubblica di ieri della commissione si è parlato proprio della funzione di “partecipazione” e dei relativi “istituti di partecipazione”. Su questa materia ancora non esistono vere e proprie proposte.
Soltanto il presidente Sestini ha esposto la propria idea: “per ogni territorio (ex circoscrizione) il nuovo Consiglio comunale eletto individua tre referenti tra i nuovi consiglier, due della maggioranza e uno della minoranza”.
Contrari a questa possibilità i consiglieri Emanuele Locci (foto a destra) e Giorgio Barberis, che ritengono necessaria una “inversione di logica” se l’obiettivo è quello di incentivare la “partecipazione”: “I tre referenti non dovrebbero essere eletti dall’alto, cioè dalle fila del Consiglio se si vuole evitare di scambiare il concetto di partecipazione con quello di cooptazione”. Questo il commento del consigliere Locci che, raggiunto telefonicamente, ha precisato “sono rimasto spiazzato dalla proposta della commissione che si dovrebbe inserire sotto la dicitura (a livello testuale) di ‘Partecipazione e ascolto dei cittadini'”.
Anche Barberis (foto a sinsitra) appoggia la contrarietà espressa dal consigliere di maggiornaza, concordando sulla diversità tra il concetto di “ascolto” e quello di “partecipazione”, che non vanno confusi: il primo è sinonimo di semplice “rappresentanza”, mentre il secondo descrive il “coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale”.
Locci parla di “assemblee” come possibili soluzioni per le questioni di rilevante importanza, mantenendo le sedi fisiche delle attuali circoscrizioni, mentre Barberis li definisce “consigli di quartiere”, ma che in entrambi i casi si concretizzano con la partecipazione attiva e con potere decisionale da parte di tutti, perché questi incontri devono essere aperti a tutti, venendo meno il gettone presenza e parlando quindi in termini di “volontariato politico” come è stato definito.
Le strade dei due consiglieri sembrano avere numerosi punti d’incontro che permetteranno, a detta di entrambi, di poter “lavorare insieme in questa direzione”.