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Tiberti: “Aspettative superate. Questa è la piazza dei lavoratori”
Piazzetta della Lega gremita questa mattina per lo sciopero generale indetto dalla Cgil. E lo sciopero di tutti i lavoratori e la dimostrazione arriva dal palco dove si sono alternate le voci dei lavoratori dipendente e statali oltre alle testimonianze politiche e sindacali
Piazzetta della Lega gremita questa mattina per lo sciopero generale indetto dalla Cgil. E lo sciopero di tutti i lavoratori e la dimostrazione arriva dal palco dove si sono alternate le voci dei lavoratori dipendente e statali oltre alle testimonianze politiche e sindacali
“Aspettative più che superate”. Soddisfazione negli occhi e nelle voce della segretaria generale della Cgil, Silvana Tiberti al termine della manifestazione di questa mattina in piazzetta della Lega. “Questa è la risposta non della Camera del Lavoro, ma del popolo dei lavoratori che sono scesi in piazza contro le ingiustizie del Governo e a tutela dei loro diritti violati dalle ultime manovre finanziarie, che anziché togliere a chi ha di più penalizzano le fasce sociali deboli”.
Piazzetta della Lega è stata invasa dal popolo dei lavoratori provenienti da diverse zone della provincia e appartenenti ai più disparati settori occupazionali: rappresentanti del mondo della scuola, dei comuni, delle fabbriche. Lavoratori dipendenti e statali che si sentono “tagliati fuori” dalle decisioni e dalle normative prese da questo Governo.
“Tra precariato e tagli ai salari, il nostro lavoro non conta più nulla!” grida in apertura della manifestazione la Tiberti che però con il calore della piazza manda un segnale di speranza: “se questa piazza rappresenta la nostra speranza, allora sono tranquilla e convinta che ce la faremo”.
Non un comizio, come già era stato preannunciato, ma uno spazio nel quale si sono susseguiti numerosi interventi: parole di denuncia per i tagli agli Enti locali sono arrivate dal sindaco di Ovada, Andrea Luigi Oddone, la disperazione, trasformata nella mattinata di oggi in voglia di lottare, in forza e coraggio è stata espressa dalle testimonianze di lavoratori dipendenti, giovani, madri di famiglia e dai lavoratori statali, delle scuole e degli uffici pubblici comunali. Anche i rappresentanti del comitato “Se non ora quando” e del comitato “Vittime dell’amianto” di Casale hanno gridato il loro no ad una politica (nazionale e locale) che viola ogni diritto per i lavoratori e per le loro famiglie.
Non solo parole ma anche numeri: “nel 2001 per acquistare una casa erano necessarie 15 mensilità, oggi nel 2011 ne servono almeno 18; ancora più tragica la situazione delle case popolari che nel triennio 2007-2009 su 2058 domande di edilizia popolare ha visto l’assegnazione di sole 346 abitazioni in 2 bandi. Per non parlare poi del rincaro delle utenze passate dai 100 euro mensili del 2001 ai 300 euro del 2011”.
“Voi siete i lavoratori che si assumono la responsabilità di dire ‘no’ – interviene la vicepresidente della Provincia Rita Rossa, presente sul palco – E siete i rappresentanti anche di tutti quei lavoratori che ad oggi non si sentono rappresentati dalle sigle sindacali di questa piazza, ma che non ce la fanno più!”. Bandiere al cielo di Sel, del Pd e dei Giovani Democratici. Dei Comunisti di Sinistra e delle varie categorie lavorative della Cgil: pensionati (Spi), Fiom (metalmeccanici), Filt (Federazione italiana lavoratori), Filtcem.
Un momento di commozione quello vissuto dalla piazza dei lavoratori alle parole del presidente provinciale dell’Anpi, Pasquale Cinefra. “Il primo pensiero va ai nostri caduti per la libertà. Ma finché almeno uno di noi sarà ancora in vita verrà in piazze come questa per stare vicino a voi lavoratori”.
Queste poche battute finale hanno lasciato spazio alla chiusura, in musica, del presidio: centinaia di mani che a suon di trombe e di tamburi dettavano il ritmo e altrettante voci che a squarcia gola intonavano le parole di “Bella ciao”, tra la commozione sui volti della gente.
“Ci salutiamo con un arrivederci, perché le piazze si riempiranno ancora e molto presto”.
Piazzetta della Lega è stata invasa dal popolo dei lavoratori provenienti da diverse zone della provincia e appartenenti ai più disparati settori occupazionali: rappresentanti del mondo della scuola, dei comuni, delle fabbriche. Lavoratori dipendenti e statali che si sentono “tagliati fuori” dalle decisioni e dalle normative prese da questo Governo.
“Tra precariato e tagli ai salari, il nostro lavoro non conta più nulla!” grida in apertura della manifestazione la Tiberti che però con il calore della piazza manda un segnale di speranza: “se questa piazza rappresenta la nostra speranza, allora sono tranquilla e convinta che ce la faremo”.
Non un comizio, come già era stato preannunciato, ma uno spazio nel quale si sono susseguiti numerosi interventi: parole di denuncia per i tagli agli Enti locali sono arrivate dal sindaco di Ovada, Andrea Luigi Oddone, la disperazione, trasformata nella mattinata di oggi in voglia di lottare, in forza e coraggio è stata espressa dalle testimonianze di lavoratori dipendenti, giovani, madri di famiglia e dai lavoratori statali, delle scuole e degli uffici pubblici comunali. Anche i rappresentanti del comitato “Se non ora quando” e del comitato “Vittime dell’amianto” di Casale hanno gridato il loro no ad una politica (nazionale e locale) che viola ogni diritto per i lavoratori e per le loro famiglie.
Non solo parole ma anche numeri: “nel 2001 per acquistare una casa erano necessarie 15 mensilità, oggi nel 2011 ne servono almeno 18; ancora più tragica la situazione delle case popolari che nel triennio 2007-2009 su 2058 domande di edilizia popolare ha visto l’assegnazione di sole 346 abitazioni in 2 bandi. Per non parlare poi del rincaro delle utenze passate dai 100 euro mensili del 2001 ai 300 euro del 2011”.
“Voi siete i lavoratori che si assumono la responsabilità di dire ‘no’ – interviene la vicepresidente della Provincia Rita Rossa, presente sul palco – E siete i rappresentanti anche di tutti quei lavoratori che ad oggi non si sentono rappresentati dalle sigle sindacali di questa piazza, ma che non ce la fanno più!”. Bandiere al cielo di Sel, del Pd e dei Giovani Democratici. Dei Comunisti di Sinistra e delle varie categorie lavorative della Cgil: pensionati (Spi), Fiom (metalmeccanici), Filt (Federazione italiana lavoratori), Filtcem.
Un momento di commozione quello vissuto dalla piazza dei lavoratori alle parole del presidente provinciale dell’Anpi, Pasquale Cinefra. “Il primo pensiero va ai nostri caduti per la libertà. Ma finché almeno uno di noi sarà ancora in vita verrà in piazze come questa per stare vicino a voi lavoratori”.
Queste poche battute finale hanno lasciato spazio alla chiusura, in musica, del presidio: centinaia di mani che a suon di trombe e di tamburi dettavano il ritmo e altrettante voci che a squarcia gola intonavano le parole di “Bella ciao”, tra la commozione sui volti della gente.
“Ci salutiamo con un arrivederci, perché le piazze si riempiranno ancora e molto presto”.