L’Orchestra Furastè: scopriamola insieme
Non solo un insieme di musicisti ma un vero e proprio laboratorio multiculturale nato per dimostrare quanto sia arricchente il confronto con ciò che apparentemente è diverso da noi
Non solo un insieme di musicisti ma un vero e proprio laboratorio multiculturale nato per dimostrare quanto sia arricchente il confronto con ciò che apparentemente è ?diverso? da noi
Basta assistere a un pomeriggio di prove con loro per rimanere stregati da questo gruppo di cantanti e strumentisti di varie nazionalità, provenienti, oltre che dall’Italia, da diversi Paesi: Cuba, Brasile, Sri Lanka, Egitto, Ruanda, Senegal, Argentina, Romania, solo per citarne alcuni. Un vero e proprio laboratorio nato circa tre anni fa dall’incontro di alcuni artisti che a diverso titolo si occupavano di musica e di culture popolari. Per farci raccontare la loro storia li abbiamo incontrati durante i preparativi di uno dei loro concerti, nella sala prove che al momento utilizzano al Soggiorno Borsalino di Alessandria (in attesa di trasferirsi in uno spazio permanente messo a disposizione della nuova Casa di Quartiere della Comunità San Benedetto al Porto, in via Verona). Fra la messa a punto di un brano e l’altro, chiacchieriamo con alcuni componenti dell’orchestra e con Ahmed Osman, egiziano, mediatore culturale, interprete e formatore e Sara Macrì, coordinatori del gruppo, che si occupano di tirare le fila del progetto insieme a Gianni Ghé, figura storica nel panorama della musica popolare non solo alessandrina, che ricopre il ruolo di direttore artistico dell’Orchestra.
Ahmed ci racconta come è nata l’idea di fondare un’orchestra: “io lavoravo come mediatore culturale in un progetto di intercultura in carcere, che prevedeva l’utilizzo della musica. Abbiamo deciso di provare a portare questo modello anche all’esterno, ispirati dall’Orchestra di Piazza Vittorio. Quando si parla di immigrati e di integrazione, si fa sempre riferimento al bisogno di assistenza e di aiuto di queste persone, ma non si parla mai del loro bagaglio, dei loro talenti, di ciò che ciascuno di loro può offrire. A noi è piaciuta subito l’idea di usare la musica come mezzo di espressione e di comunicazione perché è qualcosa che viene dall’interno di ciascuno di noi, dall’anima. In più, provare a conoscere davvero le persone, scoprendo gli interessi che ciascuno ha, è una buona via per abituarsi a superare i pregiudizi che spesso ci sono e che sono legati semplicemente a luoghi comuni”. Come spiega Sara Macrì, “quello dell’Orchestra è stato un percorso interessante, anche perché ha consentito di conoscere le persone al di là degli ambiti canonici che di solito si esplorano in ambito lavorativo: ci sono tanti di noi che sarebbero in grado di esprimere talenti importanti, ma nessuno chiede mai di farlo, né si interessa alle potenzialità di ciascuno. Il nostro percorso forse è così interessante anche perché ha consentito a persone che mai nella vita si sarebbero sognate di poter fare musica di scoprire questo lato artistico di se stesse e di utilizzarlo per trasmettere qualcosa agli altri, costruendo percorsi e legami che prima non esistevano. Il nostro è un laboratorio perché ciascuno dà un contributo, tutti cantano nella lingua di tutti, qualche musicista nuovo ogni tanto arriva e qualcuno ci lascia, per intrapredere altri percorsi, prima di tutto di vita, ma ciascuno porta con sé questa esperienza e ne esce arricchito”.
Chiacchierando durante le prove (che si tengono praticamente tutte le domeniche, dalle 15
L’Orchestra Multietnica Furastè, lo si capisce subito passando un po’ di tempo con i suoi componenti, è davvero un esperimento straordinario, nel quale i musicisti veri e propri si incontrano con gli amatori e insieme costruiscono un percorso comune, non senza difficoltà a volte, anche perché il lavoro di preparazione dei brani è impegnativo e molti viaggiano per riuscire a partecipare alle prove. “A volte ci sono contrasti, come in qualsiasi gruppo, – ci raccontano Ahmed e Sara – anche perché alcuni dei componenti comprensibilmente hanno l’ambizione di poterne fare un lavoro a tempo pieno (certo le qualità e le competenze professionali non mancano), mentre per altri si tratta più che altro di un’occasione di convivialità e svago”. Un mix di composizione musicale e umana dunque, come testimoniamo le storie di molti di loro, che, trascendendo dalla dimensione puramente artistica, nascondono risvolti anche di grande intensità e, in qualche caso, vera e propria drammaticità. E’ il caso, ad esempio, della storia di Emmanuel, approdato ad Alessandria e all’Orchestra dopo essere fuggito dal Ruanda durante il genocidio del ’94, aver rischiato la vita colpito da un proiettile, aver intrapreso un viaggio attraverso l’Africa per giungere infine in Europa e in Italia. Durante un concerto dei Furastè a Cassine, nel contesto della rassegna Etnomosaico, ha però conosciuto quella che è diventata sua moglie, e ora ha una bambina che partecipa spesso alle prove e ha trovato qui la pace e una vita migliore. 
L’intervista con i protagonisti dell’Orchestra potrebbe durare ancora moltissimo, perché sono una vera e propria fonte inesauribile di riflessioni toccanti e racconti, ma il tempo stringe e i preparativi per il concerto di questa sera fremono. Per quanti ancora non avessero avuto l’occasione di ascoltarli o volessero tornare ad ammirare la loro travolgente bravura l’appuntamento è per le 21.30 di oggi, domenica 4 settembre, all’interno della Festa dell’Unità in viale Milite Ignoto ad Alessandria, in zona aeroporto. Il concerto si terrà in una grande struttura al coperto, quindi è confermato anche in caso di pioggia.
Di seguito è possibile ascoltare alcune delle canzoni dell’Orchestra Multietica Furastè:
Reina (Cuba), Que linda es Cuba
Ana (Brasile), Nobre vagabundo
Ens (Senegal), Yowmi
Emmanuel (Rwanda), Agasaza
Zacharia (Senegal), Bido
I componenti che attualmente fanno parte del gruppo sono:
Adama Ndiaye (Senegal), djembé, sabar e voce
Alessandro Morbelli (Italia): percussioni afro cubane
Lamine Diagne (Senegal): dun dun
Alessandro Pellegrino (Italia): batteria
Nicolò Gallo (Italia): basso
Mimmo Gazzana (Italia): chitarra classica
Lalla Barbero (Italia): fisarmonica
Giorgio Penotti (Italia): sax, flauti
Ndiankou Sembené (Senegal): tastiera e voce
Zacharia Diatta (Senegal): chitarra elettrica e voce
Maria Grazia Caldirola (Italia): voce
Ana Maria Miquelin (Brasile): voce
Elisa Gatti (Italia): voce
Reina Teresita Camejo (Cuba): voce
Gaffoor Ibralebbe (Sri Lanka): voce
Emmanuel Gashegu (Ruanda): voce
Ahmed Osman (Egitto): mediatore culturale – coordinatore
Gianni Ghé (Italia): voce – direttore artistico