L’Orchestra Furastè: scopriamola insieme
Non solo un insieme di musicisti ma un vero e proprio laboratorio multiculturale nato per dimostrare quanto sia arricchente il confronto con ciò che apparentemente è diverso da noi
Non solo un insieme di musicisti ma un vero e proprio laboratorio multiculturale nato per dimostrare quanto sia arricchente il confronto con ciò che apparentemente è ?diverso? da noi
Ahmed ci racconta come è nata l’idea di fondare un’orchestra: “io lavoravo come mediatore culturale in un progetto di intercultura in carcere, che prevedeva l’utilizzo della musica. Abbiamo deciso di provare a portare questo modello anche all’esterno, ispirati dall’Orchestra di Piazza Vittorio. Quando si parla di immigrati e di integrazione, si fa sempre riferimento al bisogno di assistenza e di aiuto di queste persone, ma non si parla mai del loro bagaglio, dei loro talenti, di ciò che ciascuno di loro può offrire. A noi è piaciuta subito l’idea di usare la musica come mezzo di espressione e di comunicazione perché è qualcosa che viene dall’interno di ciascuno di noi, dall’anima. In più, provare a conoscere davvero le persone, scoprendo gli interessi che ciascuno ha, è una buona via per abituarsi a superare i pregiudizi che spesso ci sono e che sono legati semplicemente a luoghi comuni”. Come spiega Sara Macrì, “quello dell’Orchestra è stato un percorso interessante, anche perché ha consentito di conoscere le persone al di là degli ambiti canonici che di solito si esplorano in ambito lavorativo: ci sono tanti di noi che sarebbero in grado di esprimere talenti importanti, ma nessuno chiede mai di farlo, né si interessa alle potenzialità di ciascuno. Il nostro percorso forse è così interessante anche perché ha consentito a persone che mai nella vita si sarebbero sognate di poter fare musica di scoprire questo lato artistico di se stesse e di utilizzarlo per trasmettere qualcosa agli altri, costruendo percorsi e legami che prima non esistevano. Il nostro è un laboratorio perché ciascuno dà un contributo, tutti cantano nella lingua di tutti, qualche musicista nuovo ogni tanto arriva e qualcuno ci lascia, per intrapredere altri percorsi, prima di tutto di vita, ma ciascuno porta con sé questa esperienza e ne esce arricchito”.
Chiacchierando durante le prove (che si tengono praticamente tutte le domeniche, dalle 15 alle 19),Gianni Ghé ci spiega il senso profondo di questo esperimento, che è raccontato anche sul sito ufficiale del gruppo: “l’ obiettivo principale dell’Orchestra è di creare, attraverso la musica, occasioni di incontro tra persone di diversa provenienza, favorendo l’integrazione, la reciproca conoscenza e lo scambio culturale, nonché stimolare attenzione e curiosità da parte del pubblico verso sonorità e linguaggi diversi. E’ un vero e proprio laboratorio musicale che utilizza un richiamo costante alle tradizioni, alle musiche, ai canti, alle danze dei rispettivi Paesi. Si inizia dall’Italia per andare dall’altra parte del mondo e poi ritornare, in un percorso musicale che, pur utilizzando in gran parte musiche originali, affonda tuttavia le radici nelle tradizioni più genuinamente popolari. Le conoscenze, le sensibilità e le memorie personali dei vari componenti vengono rielaborate e reinterpretate dall’orchestra intera. Il risultato è una musica contaminata, meticcia, di grande impatto e coinvolgimento emotivo. Capire quelle musiche e quei canti, lasciandosi trasportare dai ritmi e dalle melodie, aiuta a scoprire che le rispettive radici, così come le persone, non sono poi così lontane tra di loro come si potrebbe credere”.
L’Orchestra Multietnica Furastè, lo si capisce subito passando un po’ di tempo con i suoi componenti, è davvero un esperimento straordinario, nel quale i musicisti veri e propri si incontrano con gli amatori e insieme costruiscono un percorso comune, non senza difficoltà a volte, anche perché il lavoro di preparazione dei brani è impegnativo e molti viaggiano per riuscire a partecipare alle prove. “A volte ci sono contrasti, come in qualsiasi gruppo, – ci raccontano Ahmed e Sara – anche perché alcuni dei componenti comprensibilmente hanno l’ambizione di poterne fare un lavoro a tempo pieno (certo le qualità e le competenze professionali non mancano), mentre per altri si tratta più che altro di un’occasione di convivialità e svago”. Un mix di composizione musicale e umana dunque, come testimoniamo le storie di molti di loro, che, trascendendo dalla dimensione puramente artistica, nascondono risvolti anche di grande intensità e, in qualche caso, vera e propria drammaticità. E’ il caso, ad esempio, della storia di Emmanuel, approdato ad Alessandria e all’Orchestra dopo essere fuggito dal Ruanda durante il genocidio del ’94, aver rischiato la vita colpito da un proiettile, aver intrapreso un viaggio attraverso l’Africa per giungere infine in Europa e in Italia. Durante un concerto dei Furastè a Cassine, nel contesto della rassegna Etnomosaico, ha però conosciuto quella che è diventata sua moglie, e ora ha una bambina che partecipa spesso alle prove e ha trovato qui la pace e una vita migliore. Oppure la storia di Gaffoor, arrivato vent’anni fa dallo Sri Lanka ma per diverse ragioni prima di conoscere i Furastè ancora poco integrato in Italia. “Adesso – ci raccontano – è uno dei protagonisti dell’Orchestra, anche grazie al carattere esuberante che ha dimostrato, e la sua partecipazione al gruppo è diventata l’orgoglio della figlia adolescente, che dopo una prima fase di imbarazzo per la scelta del padre di cantare, ora invece non si perde mai un concerto e invita gli amici a venirlo ad ascoltare, mostrandolo con fierezza.
L’intervista con i protagonisti dell’Orchestra potrebbe durare ancora moltissimo, perché sono una vera e propria fonte inesauribile di riflessioni toccanti e racconti, ma il tempo stringe e i preparativi per il concerto di questa sera fremono. Per quanti ancora non avessero avuto l’occasione di ascoltarli o volessero tornare ad ammirare la loro travolgente bravura l’appuntamento è per le 21.30 di oggi, domenica 4 settembre, all’interno della Festa dell’Unità in viale Milite Ignoto ad Alessandria, in zona aeroporto. Il concerto si terrà in una grande struttura al coperto, quindi è confermato anche in caso di pioggia.
Di seguito è possibile ascoltare alcune delle canzoni dell’Orchestra Multietica Furastè:
Reina (Cuba), Que linda es Cuba
Ana (Brasile), Nobre vagabundo
Ens (Senegal), Yowmi
Emmanuel (Rwanda), Agasaza
Zacharia (Senegal), Bido
I componenti che attualmente fanno parte del gruppo sono:
Adama Ndiaye (Senegal), djembé, sabar e voce
Alessandro Morbelli (Italia): percussioni afro cubane
Lamine Diagne (Senegal): dun dun
Alessandro Pellegrino (Italia): batteria
Nicolò Gallo (Italia): basso
Mimmo Gazzana (Italia): chitarra classica
Lalla Barbero (Italia): fisarmonica
Giorgio Penotti (Italia): sax, flauti
Ndiankou Sembené (Senegal): tastiera e voce
Zacharia Diatta (Senegal): chitarra elettrica e voce
Maria Grazia Caldirola (Italia): voce
Ana Maria Miquelin (Brasile): voce
Elisa Gatti (Italia): voce
Reina Teresita Camejo (Cuba): voce
Gaffoor Ibralebbe (Sri Lanka): voce
Emmanuel Gashegu (Ruanda): voce
Ahmed Osman (Egitto): mediatore culturale – coordinatore
Gianni Ghé (Italia): voce – direttore artistico