Amianto: questa volta tocca al Punto D di via Parini
Un'altra segnalazione da parte di un cittadino di Alessandria sugli edifici che presentano coperture in cemento amianto. Questa volta tocca alla struttura che ospita il Punto D, centro ricreativo per i giovani, in via Parini, con tanto di documentazione che attesta lo stato di rischio. Ma cosa si sta facendo?
Un'altra segnalazione da parte di un cittadino di Alessandria sugli edifici che presentano coperture in cemento amianto. Questa volta tocca alla struttura che ospita il Punto D, centro ricreativo per i giovani, in via Parini, con tanto di documentazione che attesta lo stato di rischio. Ma cosa si sta facendo?
Oggi ad essere protagonista è l‘edificio di via Parini 23, di proprietà del comune, locale ad accesso pubblico, che ospita il Punto D, centro di ritrovo giovanile, che presenta una copertura del tetto in cemento amianto. La documentazione relativa alla valutazione del rischio oltre a quella relativa ai sopralluoghi è stata fornita alla nostra redazione da un cittadino che già in precedenza aveva scelto il nostro giornale on line per evidenziare il problema, auspicando in una decisione di intervento da parte dell’Amministrazione comunale.
Ora però ci si chiede: “cosa è stato fatto fin’ora? Ci sarà un intervento prima della scadenza che gli uffici competenti richiedono per attuare la bonifica (3 anni)?”.
Dalle schede che testimoniano le valutazioni di rischio calcolate su questa struttura in amianto, emerge infatti che il cosiddetto Indice di Degrado (I.D.) è pari a 36 punti, valore compreso tra i 25 e i 44 punti che richiedono che la bonifica venga eseguita entro 3 anni.
Questo valore numerico, per la verifica dello stato di conservazione delle coperture in cemento amianto prevista dal protocollo della Regione Lombardia, è calcolato con la somma dei valori di una serie di domande relative al grado di consistenza del materiale, alla sua compattezza e friabilità, ma anche alla presenza di crepe e sfaldamenti e di punti di gocciolamento; altri quesiti riguardano invece la presenza, nelle vicinanze, di finestre o balconi e di aree sensibili come scuole o luoghi di cura. Questa somma di indici numerici viene poi moltiplicata con il valore di “vetustà” (calcolato in anni) che si riferisce al periodo temporale di riferimento della copertura in amianto o della realizzazione dell’edificio.
Come testimoniato dalla documentazione si tratta di una copertura in lastre ondulate di cemento amianto, di friabilità compatta, quindi più resistente a sgretolarsi. La superficie interessata è quella del tetto, quindi di accessibilità limitata e confinata, ma non per questo meno pericolosa, vista la vicinanza con altri edifici e con finestre e balconi adiacenti. La concentrazione di amianto, secondo le schede di valutazione del rischio, è superiore al 5%, ma è stata ritenuta facilmente eliminabile.
Forse grazie ad una maggiore comunicazione e grazie all’attenzione dei cittadini si riuscirà ad ottenere qualche risultato e a far iniziare un lavoro di bonifica necessario.