Raccolta differenziata: risultati adeguati solo col “porta a porta”
Con la raccolta domiciliare ad Alessandria risultati superiori al 65%. Per Claudio Lombardi di Sel il ritorno alla modalità stradale porterà a sanzioni, aggravio della tariffa e a invocare lincenerimento dei rifiuti
Con la raccolta domiciliare ad Alessandria risultati superiori al 65%. Per Claudio Lombardi di Sel il ritorno alla modalità stradale porterà a sanzioni, aggravio della tariffa e a invocare l?incenerimento dei rifiuti
- riduzione della produzione di rifiuti. Il rifiuto pro capite giornaliero sta crescendo. È un’inefficienza assurda, da fermare!
- Riutilizzo dei rifiuti. Parte del rifiuto può essere riutilizzato (carta, vetro, plastiche…) riducendo la quantità di materie prime necessarie e con risparmi energetici. Parte del rifiuto può essere “lavorato”, trasformato in concimi azotati.
- Riduzione della quantità dei rifiuti da porre in discarica. Privati della parte umida (organica) sono rifiuti inerti, che non formano biogas maleodoranti e pericolosi.
- Superamento, grazie agli interventi precedenti, del ricorso all’incenerimento.
La raccolta differenziata è il più efficace strumento strategico per raggiungere l’obiettivo del riutilizzo del rifiuto prodotto. Il decreto Ronchi pone alle amministrazioni pubbliche degli obiettivi da raggiungere in tale campo. Se non raggiunti scatta la sanzione. Così entro il 15 marzo 2003 si doveva raggiungere il 35% di raccolta differenziata pena una sanzione di 0,50 euro per abitante.
E Alessandria? Le politiche di promozione della raccolta differenziata sono state nei primi anni 2000 a dir poco “timide”. Enunciazioni di principio favorevoli ma nei fatti solo irrisione alle proposte di raccolta differenziata porta-a-porta considerate e trattate come istanze di ambientalisti sognatori.
Ben altro interesse riscuoteva la discussione sui termovalorizzatori, sulle diverse tecnologie degli stessi, sui luoghi più idonei al loro insediamento. Questa cultura portò a inadeguati risultati: la media della raccolta differenziata in Provincia fu nel 2004 di poco superiore al 25% e Alessandria incorse nelle sanzioni previste dal decreto Ronchi.
Nel 2005 vi fu la svolta. Il comune di Alessandria, in sinergia con la Provincia, varò, con la rinnovata Amiu una vera e propria “riforma” nel campo della gestione dei rifiuti, nella quale la centralità della raccolta differenziata rappresentò l’aspetto strategico più rilevante. Nel 2006 fu superato il 40% di raccolta differenziata ad Alessandria. Ma il risultato più clamoroso fu ottenuto con l’introduzione della raccolta porta-a-porta che, a partire dal rione Cristo, fu poi estesa progressivamente a buona parte della città e ai sobborghi. Si raggiunsero valori superiori al 65% con picchi del 75%.
La giunta di destra vinse le elezioni nel 2007 e attuò uno dei punti programmatici che aveva demagogicamente propagandato: la cancellazione della raccolta porta-a-porta che comportò contestualmente l’acquisto di nuovi mezzi di trasporto e contenitori con esborso di centinaia di migliaia di euro.
Ma cosa si farà entro il 2012 quando dovrà essere raggiunto il secondo obbiettivo posto dal decreto Ronchi: il 65% di raccolta differenziata? L’esperienza dei più virtuosi comuni italiani insegna che solo la raccolta domiciliare permette di raggiungere tale risultato quantitativo unitamente ad elevata qualità del prodotto. Si dovrà con tutta probabilità ritornare a tale modalità con nuovo aggravio delle esangui finanze comunali per l’aggiornamento di mezzi e contenitori. L’alternativa è pagare le sanzioni previste, con ulteriore aggravio della tariffa, ed invocare la necessità dell’incenerimento dei rifiuti.