L’amianto a teatro fa notizia nazionale
Il "nostro" Nuccio Lodato interviene sulle vicende che coinvolgono il teatro comunale. L'articolo, che comparirà a giorni sulle pagine de "Il Manifesto", permetterà anche ai non-alessandrini di ripercorrere le tappe che hanno reso orfana la città di uno dei suoi centri di produzione culturale e di intrattenimento
Il "nostro" Nuccio Lodato interviene sulle vicende che coinvolgono il teatro comunale. L'articolo, che comparirà a giorni sulle pagine de "Il Manifesto", permetterà anche ai non-alessandrini di ripercorrere le tappe che hanno reso orfana la città di uno dei suoi centri di produzione culturale e di intrattenimento
Una forzata blindatura che umilia Teatro municipale e città dal 2 ottobre 2010. Erano in corso il festival di critica cinematografica “Ring!” e la prova d’orchestra per la finale del concorso di chitarra “Città di Alessandria”. Troncati entrambi da un repentino quanto pessimo fuori programma: sospettando -la segnalazione del personale è intervenuta nei giorni precedenti- una forte polluzione di polveri d’amianto originata dai lavori all’impianto di riscaldamento, in corso dall’estate, l’autorità sanitaria decreta la chiusura immediata dello stabile troncandone le attività.
Sigilli all’intero perimetro: dentro, irraggiungibili, computers, carte, biglietteria, cassa, materiali pubbligrafici. «No trespassing»esclusi, non viene -né mai verrà- apposta all’esterno una spiegazione delle cause del blocco. Sono i giorni decisivi di prevendita del cartellone: biglietterie in funzione d’emergenza altrove. Salterà comunque larga parte della stagione: salvi solo gli spettacoli adattabili a un’altra, più limitata struttura privata cittadina, e quelli previsti o rifugiabili nel Teatro Municipale di Valenza, aderente alla Fondazione. Si azzera anche la giornaliera attività cinematografica su ben tre sale. Ci vuol poco a capire che il piatto comincerà a piangere a stretto giro, e la posizione stessa dei dipendenti in organico darà luogo a fondate apprensioni.
La presidente della Fondazione, PdL-ottimista, garantisce la riapertura da lì a pochi giorni. Poi la faccenda si complica. Molti dei cittadini ignari convinti, sulle prime, trattarsi solo di componenti d’amianto interne rimovibili in breve. Spietate le analisi ufficiali: si resterà a lungo chiusi.
Da allora, un “giorno per giorno disperatamente”: “novità” apparenti, situazione congelata. Il sindaco (giuntaPdL-Lega, appesantita poi dall’arresto per ‘ndrangheta di un consigliere di maggioranza, immediatamente dimissionato), rassicura, accusando il comitato spontaneo sorto allo scopo -volantinaggi, assemblee, conferenze stampa- di pregiudizio politico strumentalizzante. Non si intravede però via d’uscita. La delibera per rimuovere l’amianto dal locale caldaie fu assunta dal cda in data 21 giugno 2010, ma senza il numero legale. Intervento della magistratura, e conseguente richiesta di rinvio a giudizio per la presidente (che il Comune, socio di maggioranza, ha pure paradossalmente designato -sollevando non infondati stupori…- a guidare il tavolo tecnico della bonifica!), l’altro consigliere consigliante anche la ditta (è il potente presidente della ricca azienda acqua-gas, massimo sponsor delle attività, autentico uomo forte della situazione, inusuale quanto perenne ombra del sindaco in ogni occasione ufficiale), la malcapitata rappresentante di Valenza, il presidente dei revisori e i referenti della ditta autrice dei disastro. Accuse: abuso d’ufficio, mancata vigilanza, non adozione dei provvedimenti di sicurezza, a seconda dei ruoli. I due principali inquisiti scelgono di non rispondere o addirittura di non presentarsi all’interrogatorio. Il direttore organizzativo, figura strettamente legata alla vita e alla storia del Teatro fin da prima dell’inaugurazione ufficiale (Carla Fracci, dicembre 1978), reo di … non essere stato indagato e di essere riuscito, per fondati motivi, a distinguere la propria posizione da quella dei responsabili, viene sia pur consensualmente liquidato. Conto consuntivo e bilancio di previsione della Fondazione verranno approvati dopo molte difficoltà e con forte ridimensionamento. Dipendenti precari rabboniti con promesse, ma in realtà fuori. Il Comune insiste, anche per ragioni di bilancio, ad affidare la bonifica, a costo zero, all’azienda che ha fatto il guaio: lo ripari! I cittadini passano davanti alla megastruttura che venne avviata da un grande maestro alessandrino dell’organizzazione teatrale, Giorgio Guazzotti, e incrociano le dita: sperano abbia torto chi sospetta che l’edificio, per cause tecniche oggettive o scelte soggettive dell’amministrazione, non abbia a riaprire mai più. I tempi in cui Adelio Ferrero programmò e sovrintese per primo alla nuova articolazione sembrano remotissimi. Il premio a lui intestato e il festival “Ring!” entrati in sonno. Le responsabilità, al momento, orfane di padre e madre, proprio come la manovra economica di Berlusconi.