Borioli: “Primarie vere per un sindaco davvero autorevole”
In attesa di un autunno caldo, il segretario provinciale del Pd affronta i temi della politica cittadina, ma parla anche di logistica, sanità e questione generazionale. Con un pizzico di amarcord
In attesa di un ?autunno caldo?, il segretario provinciale del Pd affronta i temi della politica cittadina, ma parla anche di logistica, sanità e questione generazionale. Con un pizzico di amarcord
Dott. Borioli, lei sta dando del ruolo di segretario provinciale del Pd, in precedenza un po’ offuscato, un’interpretazione molto presenzialista. Si fa sentire insomma. Ultimamente anche con una certa vis polemica nei confronti di Parise, candidato alle primarie. Partiamo da lì?
Con Parise c’è stato uno scambio di puntualizzazioni e chiarimenti a mezzo stampa, ci sta direi. Il punto è che io credo molto nelle primarie, e sto lavorando perché abbiano la massima risonanza e coinvolgano nel modo più ampio possibile, in autunno, il popolo del centro sinistra. E per riuscirci in questa fase occorre creare le condizioni perché siano davvero primarie di coalizione, e non solo del Pd. Poi naturalmente vorrei che dentro il Pd ci fossero tutti candidati autorevoli, contrapposti ma non nemici….
Ad oggi ufficialmente sono scesi in campo Parise e Buzzi. Il primo iscritto al Pd, il secondo non più, come ha tenuto a precisare. Comunque due outsider, anche se assai determinati. Si dice che però lei sotto sotto faccia il tifo per Rita Rossa: è così? E a quando la candidatura ufficiale del vice presidente della Provincia?
Io come segretario provinciale non devo fare il tifo, ma garantire le condizioni di correttezza perché chi se la sente possa candidarsi, e misurare il proprio livello di consenso interno allo schieramento. Ci sono regole, procedure, come è giusto che sia. Ma c’è poi soprattutto la necessità di mettere in campo figure autorevoli, e capaci di generare un consenso maggioritario in città. Perché deve essere chiaro: noi le elezioni comunali del 2012 vogliamo e dobbiamo vincerle. Rita Rossa ha sempre detto che la sua disponibilità a candidarsi sarà subordinata alla definizione del quadro completo delle regole, a cui stiamo lavorando. E qui dipende molto anche dai nostri alleati: Il Pd deve essere il baricentro di un’alleanza che guardi sia al centro, sia a sinistra. Da Udc e Moderati, fino a Sel e Rifondazione: noi siamo pronti a confrontarci con tutti. E a tal riguardo anche la data limite delle primarie non è vero che sia inderogabilmente il 16 ottobre. Possiamo arrivare a fine novembre, primi di dicembre. Come si fece del resto a Milano. L’importante è arrivarci bene, e con le idee chiare.
Anche perché in città, nel frattempo, sta succedendo di tutto: bilancio contestato, teatro chiuso, tagli ai servizi culturali, nuovo ponte per ora solo rappresentato nei cartelloni, ‘ndrangheta…..
Credo che il consenso del sindaco Fabbio, dopo la serie di fatti che lei ha citato, e altri, sia crollato nell’opinione pubblica cittadina. Sta a noi presentare un progetto credibile di gestione della città, e soprattutto un candidato sindaco autorevole…
Proprio su questo tema (prima il programma o prima il candidato) c’è un po’ di tensione tra il Pd e i potenziali alleati alla sua sinistra…
Guardi, il confronto è apertissimo, ma io credo che, posta la necessità di una serie di temi e priorità comuni, toccherà poi al candidato sindaco predisporre il suo programma definitivo, anche sulla base della sua personalità e idea di città. E sono convintissimo che Alessandria ha bisogno di novità vere, ma anche di moderazione e di un approccio serio e concreto ai problemi. Mi auguro e sono certo che, entro l’autunno, avremo a disposizione una serie di figure, interne ed esterne al Pd, in grado di proporsi in maniera credibile e autorevole al nostro elettorato. A cui spetterà la scelta finale.
Parliamo di lei Borioli: 54 anni, praticamente un giovane per i parametri della nostra politica. Eppure qualcuno alla sua elezione a segretario disse: “con lui vince il vecchio, la normalizzazione”.
Le racconto in sintesi il mio percorso politico, assolutamente trasparente. Poi i lettori valuteranno. A vent’anni ero un extraparlamentare moderato. Area Manifesto Pdup, per intenderci. Poi, con un gruppo di amici valenzani, ho dato vita al circolo culturale Palomar, che si proponeva di portare vitalità e fermento in città. Furono anni belli, e i funzionari del Pci di allora ci misero a disposizione i locali: ebbero l’intuizione di capire che, se anche non eravamo loro iscritti, potevamo comunque portare un contributo alla vita sociale valenzana, e provinciale. Fu tramite il Palomar che mi avvicinai al partito, all’epoca alle prese con i travagli della fine degli anni Ottanta. Primo incarico elettivo: consigliere provinciale, nel 1990. Poi in Provincia ho fatto l’assessore per dieci anni, dal 1995 al 2005, e per cinque anni sono stato in Regione, assessore ai Trasporti con la Bresso. Un anno fa, non rieletto, ho ripreso a fare l’impiegato pubblico, e in parallelo mi hanno eletto segretario provinciale del Pd. Non mi sento nè vecchio nè giovane, ma pronto a fare la mia parte.
Questa storia della rottamazione alla Renzi non la convince? Si dice che il Partito Democratico in provincia sia ancora tutto in mano alla vecchia guardia, e tra l’altro che Alessandria non esprime una figura di peso extra cittadino da una vita, a tutto vantaggio di altri territori…
Sono due questioni distinte. I giovani in fin dei conti hanno sempre lo spazio che si meritano, ossia che sanno conquistarsi con il confronto politico, anche duro quando serve. Noi abbiamo credo un bel mix di nuova e vecchia guardia, e diversi segretari cittadini in provincia sono venti/trentenni. Detto questo, la politica si fa con le idee, e con le proposte, e non con la carta d’identità. Quanto ad Alessandria incapace di esprimere personalità politiche di rilievo diciamo extra territoriale, mi pare un tema interessante. Che vale per tutti i partiti, se vogliamo essere onesti. Ma certamente noi del Pd abbiamo oggi due parlamentari novesi (il senatore Morando e l’on. Lovelli) e una tortonese (la senatrice Maria Leddi), un altro novese a Torino (Rocchino Muliere), un casalese come Filippi alla presidenza della Provincia. Onestamente, se guardo a quel che c’è sul piatto, devo dire che una figura locale alessandrina che potrebbe ben figurare anche al di là dei nostri confini mi sembra proprio Rita Rossa. Ma non mi faccia dire che tifo per lei a Palazzo Rosso, né che voglio mandarla altrove. Sto proprio solo facendo una valutazione da osservatore politico.
Borioli, parliamo di logistica: una scommessa ormai persa?
Spero proprio di no. Ci sono i progetti e le risorse per procedere, anche senza aspettare il Terzo Valico. So per certo che in Regione, già stanziate, ci sono le risorse per realizzare la strada di collegamento tra lo scalo merci e la tangenziale di Alessandria. Così come esiste la Società per il Retroporto, presieduta dal presidente del Porto di Genova Luigi Merlo, con sede presso Slala e di cui fanno parte Fs Logistica, Fin Piemonte Partecipazioni, le autorità portuali e tutti gli altri soggetti coinvolti nel grande progetto della logistica ligure-piemontese. Certo, le Ferrovie, proprietarie dell’area scalo merci, dovrebbero avere un ruolo un po’ più propulsivo, e gli altri soggetti sviluppare un approccio più dinamico di quello attuale, crederci insomma. Però questo è lo snodo per dare un futuro economico al nostro territorio. Rinunciarci sarebbe grave.
Sanità: ma voi questa enorme voragine in Regione l’avete lasciata o no? Pare che oggi “tagliare” sia l’unica strada, dopo gli sprechi del quinquennio Bresso…
Le cose stanno esattamente all’opposto, secondo le relazioni ufficiali presentate dallo stesso Cota. Poi gli slogan, si sa, fanno sempre effetto. Ma la realtà è che noi nel 2005 abbiamo ereditato dalla precedente giunta Ghigo, a livello regionale, un “buco” in Sanità di 650 milioni di euro, e quello abbiamo consegnato a Cota. Se abbiamo una colpa, è quella di aver mantenuto per cinque anni i conti della Sanità “soltanto” in equilibrio, senza ripianare i deficit precedenti. Ma abbiamo migliorato e ramificato i servizi sul territorio, mentre chi ha in mano ora la situazione parla solo di “tagli”. E poi sono schizofrenici: l’altro giorno Cavallera ha dichiarato che la sanità alessandrina è radicata su sette distretti per ragioni territoriali, e che non si tocca. Noi siamo d’accordo con lui: ma la sua maggioranza sembra orientata diversamente. Io capisco il discorso della razionalizzazione, e della qualità delle prestazioni. Ma ci rendiamo conto che Cota ha archiviato il progetto del nuovo ospedale alessandrino, e vorrebbe una unica Asl con Asti, che ha un ospedale nuovissimo? Non è che gli alessandrini (compresi gli ovadesi e i tortonesi, per citare due zone al confine con Lombardia e Liguria) dovranno correre fino ad Asti per curarsi?
Insomma, voi avreste preferito Cavallera assessore alla Sanità….
(sorride..ndr) Beh, diciamo che con lui il dialogo sarebbe stato probabilmente meno difficoltoso. Ma me la fa dire ancora una cosa?
Prego…
In queste settimane il tema della corruzione in politica è sotto gli occhi di tutti, e noi del Pd non possiamo certo far finta di nulla. Resta però il fatto che i nostri, quando sono indagati, fanno un passo indietro, si autosospendono, o comunque non attaccano i giudici. Non solo: segnalo che, al contrario della precedente gestione Ghigo, la giunta Bresso in Regione non ha avuto un solo caso di indagine per corruzione di assessori in cinque anni. Io, se posso citarmi, gestivo nei Trasporti risorse per centinaia e centinaia di milioni. E altri colleghi come me. La giunta Cota, dopo un anno di attività, vediamo come è messa, con un assessore alla Sanità dimessosi solo dopo essere stato posto agli arresti.