L’irrazionale combine di Giorgio Veltroni
A tentare di capire cosa abbia spinto Giorgio Veltroni a cercare una combine con il Ravenna non resta che lo stupore di fronte a un'operazione grottesca
A tentare di capire cosa abbia spinto Giorgio Veltroni a cercare una combine con il Ravenna non resta che lo stupore di fronte a un'operazione grottesca
A provare a capire umanamente cosa abbia spinto Giorgio Veltroni a tentare una combine con il Ravenna ci vorrebbe un fine psicologo, uno che sia in grado di abbandonare la ragione e sappia avventurarsi nella giungla dell’irrazionalità. Un aggrottamento di ciglia (e un forte giramento alle parti basse) è la reazione più comune di fronte a un Veltroni che tenta di comprarsi una vittoria contro una squadra che lottava per la salvezza e, sulla carta, inferiore ai grigi. Per uno scommettitore sarebbe un’idiozia cercare di truccare una partita per ottenere il risultato che è già dato per più sicuro, e quotato a meno, e che poi è quello che si è anche verificato sul campo. Ma, appunto, cercare di trovare una razionalità qui è difficile. Questa è una vicenda che ha veramente del paradossale, dai tratti di un’ironia grottesca come un episodio dei “I mostri” di risiana memoria.
A leggere le carte degli interrogatori è lo stesso Veltroni a confermare l’incontro avvenuto con il ds del Ravenna Buffone a San Sepolcro(Ar) dichiarando di aver parlato con il ravennate in modo equivoco a proposito della gara che la domenica successiva si apprestavano a disputare, ovvero Alessandria Ravenna, chiedendogli quanto poteva valere. Sembra tra l’altro che agli inquirenti fosse per un momento balenata l’idea di un certa ingenuità dell’imprenditore di San Savino; si legge infatti l’ipotesi che Veltroni possa non aver realmente compreso l’oggetto e le finalità della conversazione, più che di fronte a un astuto manipolatore sembra di aver a che fare con il classico pollo da spennare. Ma resta il fatto che l’aretino aveva ben capito quel che gli chiedeva il dirigente del Ravenna, spiega egli stesso che fu Buffone a richiedergli una quantificazione economica di un possibile esito combinato della gara.
La sfortuna dell’Alessandria sta nel aver trovato la sua mela marcia ai vertici. Se a commettere illecito è stato la massima carica societaria la responsabilità diretta ricade immediatamente su tutta la società, anche se tutti gli appartenenti ne fossero stati all’oscuro; se i grigi avessero trovato un personaggio del genere come giocatore o un qualunque dirigente sarebbero incappati nella responsabilità oggettiva come quasi tutte le squadre coinvolte nello scandalo “Last Bet”. Invece con un numero uno della forza di Veltroni, diventa quasi impossibile separare l’Alessandria Calcio dalle azioni del suo ex presidente: un compito che se riuscirà avrà quanto meno del miracoloso.
I tifosi grigi potranno dunque ringraziare Veltroni per un risultato in più raggiunto dalla sua breve ma intensa presidenza. Dopo il quasi fallimento, ora ci saranno anche una probabile retrocessione e un gran danno d’immagine; continueremo a cantare tutti in coro: “Veltroni uno di noi!”