Ma quanti saranno i tagli alla Cultura alessandrina?
Dopo la conferenza sulla "razionalizzazione" annunciata dall'Amministrazione in tema di cultura è giallo sul futuro dei lavoratori di un'altra cooperativa, la Pierreci Codess, che fa sapere di voler chiedere un incontro con Bonadeo. Barberis, membro della Commissione cultura, dichiara: "ennesimo fallimento della giunta Fabbio".
Dopo la conferenza sulla "razionalizzazione" annunciata dall'Amministrazione in tema di cultura è giallo sul futuro dei lavoratori di un'altra cooperativa, la Pierreci Codess, che fa sapere di voler chiedere un incontro con Bonadeo. Barberis, membro della Commissione cultura, dichiara: "ennesimo fallimento della giunta Fabbio".
Il polverone sollevato a seguito della conferenza stampa organizzata dall’Amministrazione comunale per presentare la “razionalizzazione” dei servizi culturali gestiti da dipendenti interni ed esterni del Comune non sembra placarsi e, anzi, pare emergere un quadro piuttosto confuso e difficile da ricostruire. Per aiutare i non addetti ai lavori a capire cosa stia succedendo occorre una piccola premessa: a oggi sono 2 le cooperative che gestiscono mediante appalti i servizi culturali di Alessandria che sono stati esternalizzati (in affiancamento ad alcuni lavoratori interni dipendenti dal Comune e aventi un contratto a tempo indeterminato). Si tratta della Copat, con 13 operatori impegnati per la gestione della Biblioteca Civica, e della Pierreci Codess Coopcultura, che ha al momento 12 lavoratori su progetti del Comune, impegnati nella gestione dei musei con mansioni di accoglienza, vigilanza sale e biglietteria. Buona parte di questi operatori lavoravano per Aspal nella precedente gestione dei musei civici e sono stati assorbiti da Pierreci Codess all’inizio dell’appalto. Mentre è chiara la cessazione della collaborazione prevista per i lavoratori di Copat, la situazione per i collaboratori della Pierreci è ancora fumosa, sebbene le prospettive paiano quelle di una dismissione anche di questa seconda trance di collaborazioni al termine naturale del contratto, iniziato il 1 aprile e previsto fino al 30 settembre (e anche in questo la cooperativa fa sapere di non essere in grado di impiegare presso altri Enti i lavoratori eventualmente dichiarati in esubero dal Comune). L’incarico affidato alla cooperativa riguarda la gestione del Museo del Cappello Borsalino, della Sale d’Arte, di Palazzo Cuttica, del Museo del Fiume, dell’Antiquarium di Villa del Foro e del Teatro delle Scienze. Si tratta di incarichi di poche ore settimanali ciascuno, perché i musei sono aperti solamente il sabato dalle 15.45 alle 19.15 (tranne il museo del cappello Borsalino che è aperto anche la domenica dalle 15.45 alle 19.15 e l’Antiquarium di Villa del Foro che è aperto 2 domeniche al mese con gli stessi orari). Ai servizi museali si aggiunge poi quello di accoglienza turistica svolto presso l’Ufficio Iat “Porta del Piemonte”, interno alla stazione ferroviaria il sabato con orario 7.15-12.30 e 14.30-19.15. Cosa ne sarà di queste altre 12 collaborazioni? Verranno anch’esse “razionalizzate” a fine contratto? Gli stessi operatori della cooperativa, raggiunti telefonicamente, non hanno chiaro al momento il loro destino e per questo hanno chiesto all’assessore alla Cultura Paolo Bonadeo un incontro chiarificatore previsto la prossima settimana.
Sul fronte della Biblioteca Civica “F. Calvo” intanto, dopo la presa di posizione ufficiale dei vertici della cooperativa Copat, “che lamentano l’assenza di altre possibilità di impiego per i lavoratori, a differenza di quanto dichiarato dal sindaco Fabbio durante la conferenza, e i gravissimi ritardi nei pagamenti da parte