Cultura “razionalizzata”: diminuiscono i dipendenti “ma cresceranno i servizi”
Presentata un po' in sordina la "riorganizzazione" dei servizi culturali del Comune. Dipendenti diminuiti quasi di un terzo, ma il sindaco tranquillizza: "non sono tagli, anzi i servizi ai cittadini aumenteranno". E per i 9 lavoratori del Tra in scadenza di contratto possibile assunzione a tempo indeterminato in Aspal, ma solo dopo un concorso
Presentata un po' in sordina la "riorganizzazione" dei servizi culturali del Comune. Dipendenti diminuiti quasi di un terzo, ma il sindaco tranquillizza: "non sono tagli, anzi i servizi ai cittadini aumenteranno". E per i 9 lavoratori del Tra in scadenza di contratto possibile assunzione a tempo indeterminato in Aspal, ma solo dopo un concorso
Secondo l’Amministrazione comunale questa soluzione “consentirà di risparmiare circa mezzo milione di euro, che arriverà fino a 850 mila se si tiene conto del piano di riordino del Tra (Teatro regionale alessandrino), che nel giro di 3 anni ha visto i suoi costi lievitare dai 600 mila euro di partenza a 1,5 milioni solo per il personale, che a fronte dei 4 milioni di fatturato potenziale e la decrescita contemporanea dei trasferimenti economici garantiti da Regione e Comune di Valenza diventa semplicemente un rapporto insostenibile”. Quale allora la soluzione adottata? Per i 9 lavoratori del Tra con contratto in scadenza al 31 luglio l’ipotesi più concreta è quella che il contratto non venga rinnovato, anche perché, come ha spiegato la presidente del Tra Elvira Mancuso (nella foto), “si approssima il raggiungimento del tetto massimo previsto per legge di 36 mesi di contratto, che non può essere superato”, ma a loro verrà data la possibilità di essere assunti direttamente a tempo indeterminato “quasi certamente dall’Aspal, che ha bisogno di nuovo personale per gestire servizi culturali, sebbene per fare questo si debba passare da una selezione da svolgere tra tutti gli iscritti alle liste di collocamento” (soluzione quindi simile a quella prospettata per i precari degli asili nido, anch’essi destinati, pare, proprio all’Aspal ndr). A questo punto inevitabilmente i riflettori si concentreranno sulla partecipata del Comune e sul riassetto previsto, con diverse soluzioni al vaglio, fra le quali la trasformazione di quest’ultima in una fondazione. Secondo il primo cittadino di Alessandria, questa riorganizzazione servirà anche “per dare una dimensione più consona all’Aspal, potenziandone la vocazione culturale”.
Riportiamo di seguito, per completezza d’informazione, il testo dell’appello che già a maggio alcuni dipendenti della cooperativa Copat lanciarono insieme a una raccolta firme rivolta alla cittadinanza. Ai nostri lettori la possibilità di commentare ed esprimere il loro parere.
Per capire le ragioni della nostra iniziativa è fondamentale ricordare che, quando l’Amministrazione Comunale appaltò nel 2007 con una gara apposita questi servizi, essa richiese espressamente che il personale destinato ad occuparsene fosse qualificato.Per questo motivo tutti gli attuali dipendenti della COPAT sono in possesso del titolo ufficiale di “Bibliotecario” o di “Aiuto Bibliotecario”conseguiti mediante corsi di formazione della Regione Piemonte della durata rispettiva di 700 e 350 ore.Vogliamo sottolineare l’importanza e l’opportunità di questa decisione perché ha permesso un evidente miglioramento nei servizi all’interno di quella che è l’istituzione culturale più fornita e frequentata nell’ambito non solo della città ma anche dell’intera nostra provincia..
Non si può pertanto che essere sconcertati di fronte al rischio che i miglioramenti introdotti dal 2007 possano essere letteralmente cancellati dai provvedimenti dell’attuale Amministrazione Comunale che lo scorso febbraio ha effettuato un rinnovo del contratto dei dipendenti della Cooperativa con validità limitata fino 30 settembre e ha ridotto inoltre di un terzo i loro singoli orari e stipendi. Il Comune inoltre non si è preoccupato di far sapere nulla di ciò che accadrà dopo tale data non pronunciandosi su un eventuale ulteriore rinnovo contrattuale per gli attuali dipendenti e su quelli che potrebbero essere i nuovi orari dei servizi al pubblico della Biblioteca.
Riteniamo che questo sia un segnale preoccupante per le sorti della Biblioteca anche perché non è isolato ma va ad aggiungersi a tutta una serie di fatti che suscitano interrogativi sulla reale volontà del Comune di gestire adeguatamente questa risorsa a disposizione della collettività. Sono infatti da tempo sotto gli occhi degli utenti la progressiva riduzione nell’acquisto di novità librarie, il fatto che uno dei due ascensori sia fuori servizio da più di anno e una sempre maggior trascuratezza nella manutenzione dell’edificio (come attestano macchie di umidità sui muri o presenza di guano sulla torre di vetro). Recentemente l’orario della Sezione Studi Locali (che è anche una frequentata sala studio) è stato ridotto da 41 a 27 ore settimanali.
Chi scrive è ben consapevole del fatto che gli amministratori comunali sono tenuti a rispettare dei vincoli nella gestione delle risorse, però ritiene che una politica di drastica riduzione dei finanziamenti alla Cultura che avesse come esito la sostituzione dell’attuale personale qualificato della Biblioteca con personale generico rappresenterebbe un danno davvero grave per l’utenza e una decisione incomprensibilmente in contrasto con il ruolo di città universitaria assunto negli anni recenti da Alessandria.
Richiediamo pertanto un intervento in tempi brevi da parte del Comune per rimediare agli inconvenienti menzionati e un ripensamento di eventuali delibere già prese sulla programmazione dei servizi della Biblioteca e sul ruolo del suo attuale personale.