Locci: “subito l’urban center, e un centro destra diverso da questo”
Neofascista? Sinistrorso? Il consigliere comunale alessandrino del Pdl (e coordinatore regionale dei giovani del partito) chiede un rinnovamento immediato della classe politica locale. E si toglie diversi sassolini dalla scarpa
Neofascista? Sinistrorso? Il consigliere comunale alessandrino del Pdl (e coordinatore regionale dei giovani del partito) chiede un rinnovamento immediato della classe politica locale. E si toglie diversi sassolini dalla scarpa
Locci, Lei è così educato, quasi timido. Che fine ha fatto il fascista che era in lei?
(sorride, ndr) Io vorrei dire basta con le etichette, ma sembra quasi impossibile nel nostro Paese. Io da ragazzino ero “il giovane fascista”, solo perché reagivo (naturalmente con l’intemperanza verbale di quell’età) ad una cappa di conformismo di sinistra che c’era tra i miei coetanei. Oggi sembra che io strizzi l’occhio alla sinistra, solo perché non taccio di fronte a tutti i limiti del mio partito, e dico che in consiglio comunale sento spesso più affinità con giovani consiglieri dell’altra parte che, come me, cercano di entrare nel merito delle questioni (cito Barberis, Abonante, Malagrino) che non con altri del centro destra che non so bene cosa facciano a Palazzo Rosso.
Quindi basta agli stereotipi?
Basta all’incompetenza, soprattutto. Chi vuol fare politica, soprattutto amministrativa, deve sapere di cosa si sta occupando, studiare e documentarsi. Altrimenti fa solo danni. Io credo che la sinistra, ad esempio, continui a ragionare troppo per categorie, mentre personalmente ho una visione più organica del corpo sociale: tutti hanno un loro ruolo e spazio, e occorre confrontarsi ed interagire. Detto questo: per interagire bisogna parlare un linguaggio comune, avere gli strumenti conoscitivi per analizzare, e poi fare.
Locci, lei da mesi lavora su un progetto di urban center per Alessandria. Di cosa si tratta?
Si tratta di mettere a disposizione dei cittadini un luogo fisico, e strumenti adeguati, per confrontarsi sulla città e sulla sua trasformazione, organizzarsi, proporre, stimolare e controllare l’operato degli amministratori pubblici. L’esperienza nasce nel mondo anglosassone, dalla società civile e privata. Con una logica di partecipazione dal basso, non mediata né tantomeno controllata dai partiti.
In Italia ci sono esempi concreti?
A Torino, ad esempio, c’è da qualche anno un urban center che ha un taglio molto tecnico professionale, e funziona bene. Ci lavorano perlopiù architetti, che hanno il compito di supportare le opere pubbliche del futuro, ma anche di valorizzare e mettere in mostra il patrimonio esistente.
Ma un progetto del genere costa Locci. Chi dovrebbe finanziarlo, di questi tempi? E come evitare che diventi un altro carrozzone in cui i partiti parcheggiano le loro clientele?
L’urban center dovrebbe essere finanziato da Comune e Fondazioni presenti sul territorio, ma essere dotato di completa autonomia dagli stessi, ed essere gestito da una autonoma associazione. E’ un modello che studio da anni, e che a mio avviso consentirebbe un passo in avanti nella programmazione e gestione dello sviluppo urbano. Non esiste una scheda progetto nell’ambito del Piano Strategico, ma ne sto parlando da tempo con amministratori e dirigenti comunali, nonché con Valerio Malvezzi, presidente di Alessandria 2018. Quel che più mi preme è che sia chiaro che non è un progetto targato centro destra, o centro sinistra. E’ un’idea che a mio avviso ha una valenza davvero innovativa, sulla quale spero ci sia modo di aggregare competenze trasversali. Insomma, chiunque sarà il sindaco del 2012, spero che l’urban center sia considerata una priorità.
Vedremo. Lei intanto ha un ruolo anche all’interno di Anci Giovani, e si confronta spesso con altri amministratori under 35 di tutta Italia. Cosa fate, concretamente?
Puntiamo tantissimo sulla formazione, convinti che per amministrare occorre conoscere, studiare le questioni. Guardi, io giro il nostro Paese e a volte anche l’Europa, e mi si apre il cuore ogni volta che scopro che esistono tanti altri ragazzi come me, che ci credono e si confrontano sui temi, a prescindere dai partiti di appartenenza. Ho seguito seminari sulla leadership, la logistica, il federalismo fiscale. Italia Decide (fondata da Luciano Violante) e Eunomia (diretta da Dario Nardella, vice sindaco di Firenze) sono due associazioni che propongono costantemente week end di alto profilo, con relatori eccellenti e un vero approfondimento delle questioni. E’ stimolante.
Poi però ogni volta lei torna ad Alessandria: e che succede?
(sorride nuovamente, ndr). Diciamo che io informo costantemente i miei interlocutori, dentro e fuori dal Pdl, sul mio percorso di studio e approfondimento. Spero naturalmente che prima o poi le mie competenze possano essere ritenute interessanti per la città, anche se francamente in questi quattro anni di attività come consigliere comunale non è che abbia avuto riscontri eccezionali. Le faccio un esempio concreto: la logistica. E’ un tema che io ho studiato a lungo, anche in riferimento al nostro territorio. Ma a nessuno sembra interessare il mio contributo.
E il Pdl a che punto è?
Le piace girare il coltello nella ferita, vedo. Il Pdl, di cui sono dirigente giovanile regionale, temo sia una grande speranza ormai evaporata. In provincia di Alessandria, poi, comincio a dubitare che sia mai esistito: io comunque, che vengo invitato ad incontri torinesi, e come presidente dei Giovani anche in altre province, qui non ho mai avuto l’onore di un invito. Ammesso che qualcuno in questi anni si sia mai riunito, naturalmente. Onestamente credo che l’unica speranza per il Paese sia che la seconda Repubblica si concluda al più presto, e che la terza nasca davvero con diversi auspici e protagonisti.
Lei non è stato tentato di seguire Fini e il Fli? In fondo gli osservatori se lo aspettavano…
Diciamo che ho guardato con rispetto alle scelte del presidente Fini, ma temo che, almeno al momento, si sia infilato in un vicolo cieco. Io comunque, sia chiaro, sono un uomo di destra, e credo fortemente nella necessità di una destra vera e moderna, che non vedo in giro, e che dobbiamo assolutamente cercare di costruire. Con altri ragazzi come me, che nel Pdl hanno creduto ma ora sono smarriti, ci stiamo lavorando. Siamo in costante contatto in rete, e ci raduniamo quando possibile, compatibilmente con impegni e anche risorse finanziarie. Perché noi la politica, vorrei fosse chiaro, la facciamo a spese nostre, e senza finanziatori di nessun tipo, ne pubblici ne privati.
Locci, lei ai tempi di Azione Giovani (An) aveva un asse privilegiato con Giorgia Meloni (nella foto), ministro della Gioventù del governo Berlusconi. La sente ancora?
Giorgia è una cara amica, e direi l’unico politico romano con cui ho un dialogo aperto, e un’affinità forte. Sì, la sento spesso, e mi auguro che potremo lavorare insieme al progetto di nuova destra moderna che ho citato poc’anzi.
Intanto però nel 2012 si vota per Palazzo Rosso. Lei si ricandida? Sosterrà nuovamente Fabbio?
Intanto vedremo che succede da qui a là, a livello nazionale e locale. Io vorrei che prima si parlasse di programma, priorità, obiettivi. Credo che sia necessario dare un segnale di forte rinnovamento, e di concretezza. E, appunto, vorrei poter dire la mia a livello di contenuti. Di recente il consiglio ha approvato all’unanimità le mie proposte per l’innovazione tecnologica dei processi amministrativi, la trasparenza degli atti pubblici, il wifi libero in alcune zone della città, il potenziamento dell’offerta culturale attraverso gli istituti culturali propri del Comune, la partecipazione dei cittadini ai processi di formazione delle decisioni, l’aumento dei livelli di servizi sociali, l’attuazione di politiche di sviluppo sostenibile ed una regia politica per quelle di marketing territoriale. Non posso che esserne soddisfatto. Ora, se nel centro destra alessandrino qualcuno ha voglia di ascoltarmi, e dialogare con me, guardando al futuro della città, io ci sono.