Verdure e solidarietà distribuite in “cassetta”: riparte il progetto Locale Solidale
Ad Alessandria esiste la possibilità di prendere parte a un progetto innovativo che mira a coniugare qualità dei cibi che si mangiano, sicurezza della provenienza, economia solidale, cooperazione e stile di vita incentrato sulla relazionalità, compartecipazione e, non ultimo, attenzione all'ambiente e al commercio equo.
Ad Alessandria esiste la possibilità di prendere parte a un progetto innovativo che mira a coniugare qualità dei cibi che si mangiano, sicurezza della provenienza, economia solidale, cooperazione e stile di vita incentrato sulla relazionalità, compartecipazione e, non ultimo, attenzione all'ambiente e al commercio equo.
Vi piacerebbe essere sicuri di mangiare verdura sana, a chilometro zero (cioè coltivata in zona, quindi senza bisogno di subire lunghi trasporti, che ne abbassano la qualità e inquinano l’ambiente) e in più sviluppare effetti virtuosi tutte le volte che la consumate, contribuendo concretamente ad aiutare persone in difficoltà vicine e lontane contemporaneamente? Per almeno una quarantina di famiglie la risposta a questa domanda, ormai da più di un anno, è stata “assolutamente sì” e adesso che riaprono le iscrizioni al progetto c’è da scommettere che altre se ne aggiungeranno. Di cosa stiamo parlando? Del progetto Locale Solidale promosso ad Alessandria dal Consorzio Consolidale, contenitore a sua volta di diverse realtà cooperative e associative del nostro territorio, quali Azimut, Coompany, Il pane e le rose, Lavoro Liberazione, Ludocoop, Marcondiro, San Benedetto al Porto.
La sperimentazione, nata nel maggio 2010, ha visto incontrarsi una domanda e un’offerta che qualcuno potrebbe definire “speciali”, ma che sono invece espressione, nel bene e nel male, dei tempi che stiamo vivendo oggi. Da un lato offerta di lavoro formulata da consorzi assistenziali, associazioni e cooperative di tipo B (per l’inserimento nel mondo del lavoro di soggetti svantaggiati), dall’altro un insieme di famiglie con il desiderio di poter tenere traccia della verdura che consumano, ricercando prodotti probabilmente più sani di quelli che si trovano generalmente nella grande distribuzione e sicuramente “più buoni”, in una doppia accezione: non solamente dal sapore più gradevole, ma anche dotati di un
