Alessandria e Catania, a distanza di tir
L'Espresso, con un'inchiesta che si occupa di logistica e trasporti, torna a parlare dell'alessandrino Fabrizio Palenzona e del manager, ex assessore della giunta Scagni, Mauro Bressan
L'Espresso, con un'inchiesta che si occupa di logistica e trasporti, torna a parlare dell'alessandrino Fabrizio Palenzona e del manager, ex assessore della giunta Scagni, Mauro Bressan
L’inchiesta parte dal nome della famiglia Ercolano, Gianbattista e figli, di Catania, ramo rimasto indenne e incensurato dopo la scure delle inchieste sui legami tra malavita della famiglia Santapaola.
La Dia, direzione antimafia, avrebbe pronto un dossier in cui si parla di infiltrazioni nel settore dei trasporti ma, anche in questo caso gli Ercolano non sembrerebbero direttamente coinvolti. I fatti si fermano a questo punto. Il resto sono “coincidenze”, come dice lo stesso articolo.
Il nome di Bressan viene legato, oltre alla giunta Scagni, anche a quelli di Fabrizio Palenzona e i Gavio che del settore trasporti e logistica sono tra i leader nel nord Italia. La Sud Trasporti, oltre tutto, ha anche una sede alessandrina proprio presso l’interporto di Rivalta che fa capo proprio ai Gavio. Si fa anche il nome di Paolo Uggè, presidente nazionale della Fai, federazione autotrasporti, siciliano, “pubblicamente designato dal banchiere (Palenzona, ndr)”, mentre al posto di Uggè, in Sicilia, è stato nominato Angelo Ercolano, figlio di Gianbattista.
Sul tema, il primo a rilasciare commenti, senza censura, è stato il candidato alle primarie del Pd Corrado Parise, che sottolinea: “non ci sono questioni né legali né penali. Ma le questioni morali e di opportunità sono enormi. Come è enorme la questione della totale perdita di autonomia della politica. Quella vecchia politica, di destra e di sinistra, che perduto il legame con i cittadini, ha da tempo venduto l’anima alla grossa (non grande) economia e al potere”. E ancora: “Mi ha colpito la dichiarazione di Bressan, che dice di aver scelto lui l’impresa per cui lavorare. Dirigo da anni una piccola impresa e ho sempre scelto io, insieme al Cda, le persona da inserire. Pensavo che nemmeno Marchionne potesse invertire il principio – evidentemente mi sbagliavo. Mi chiedo, invece, che cosa ancora una volta risponderemo a quelle decine di imprenditori alessandrini che lamentano da anni che in città e provincia ‘lavorano sempre le solite imprese, non se ne può più’. Ho provato, poi, spesso ad immaginare che benefici sarebbero derivati ad Alessandria se Fabrizio Palenzona – arrestando per un attimo l’accumulazione per niente originale di potere – si fosse svegliato una mattina con la voglia di mettere tutto il potere e le relazioni che egli detiene al servizio del nostro territorio. Per noi alessandrini, forse è arrivato il momento: o di cambiare sogno o di cambiare la nostra classe dirigente”.
Da modesti cronisti, attendiamo che questa storia prenda sostanza, se sostanza c’è.