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    E se al posto del teatro ci facessero un garage
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    Redazione - redazione@alessandrianews.it  
    6 Luglio 2011
    ore
    00:00 Logo Newsguard

    "E se al posto del teatro ci facessero un garage"?

    La voce della chiusura definitiva del Comunale circola ormai sempre più spesso, in attesa di novità, pare imminenti, sulle indagini da parte della Procura per la vicenda amianto

    La voce della chiusura definitiva del Comunale circola ormai sempre più spesso, in attesa di novità, pare imminenti, sulle indagini da parte della Procura per la vicenda amianto

    E se dietro ai ritardi sulla bonifica del teatro alessandrino ci fosse, in realtà, la volontà dell’amministrazione di non riaprire più la struttura, trasformandola in qualcos’altro?
    Un dubbio balzato nella mente di più di qualcuno, in città. Sicuramente in quella di Franco Ferrari, ex direttore di Tra (nella foto).
    “Temo che nelle stanze del potere abbia preso corpo una domanda diabolica: e se non lo riaprissimo più, il “bunker”? – scrive in una lettera che riportiamo integrale nella sezione dedicata ai lettori - Basterebbero le perplessità e le diffidenze che hanno sempre accompagnato il Comunale, anche nei momenti di maggior successo, a suggerire un tale atteggiamento”. Garage al posto di palco e platea. L’ipotesi è circolata più volte negli ambienti politici vicino a palazzo Rosso.

    Ferrari ricorda come la tendenza degli ultimi anni ha portato gli spettacoli sempre più al di fuori dei teatri, nelle piazze, nei cortili. Alessandria non si è sottratta a tali “mode”. Prova ne è “il frenetico utilizzo della Cittadella”, come contenitore non solo di spettacoli teatrali ma anche di concerti e manifestazioni di diverso genere. “Che il nostro teatro si meriti davvero una pietra tombale? È la volta che chi sogna di farci un garage sarà accontentato? In questo momento non mi riferisco alle attività. Sto parlando dell’edificio, del luogo deputato”, scrive Ferrari. E, mentre dalla procura sarebbero in arrivo novità circa la vicenda della bonifica, l’ex direttore sottolinea come “nel gennaio scorso, i tecnici dipendenti del Tra hanno concluso una lunga formazione che li ha abilitati a interventi di bonifica sull’amianto. Significa che, ovviamente sotto idonea guida, sarebbero in grado da mesi di lavorare all’interno delle zone contaminate con accertata perizia e con una ineguagliabile conoscenza dell’edificio. Perché non dare loro fiducia? Ho come la sensazione che si guardi al personale del teatro come ad una zavorra che non si può scaricare solo per ragioni umanitarie, anziché valutare i lavoratori per ciò che rappresentano in questa crisi: una risorsa ancora più determinante di prima”.

    A quasi un anno dalla scoperta della presenza dell’amianto al Comunale, l'amministrazione “sorprende tutti ammettendo di non avere accantonato nessuna somma per il Comunale, perché sarà la Switch, la ditta titolare del primo (e finora unico) appalto di bonifica, ad assumersi la spesa della pulizia totale; lo farà - è stato chiarito - non certo perché colpevole di alcunché ma perché, per deontologia professionale, intende restituire l’immobile così come lo trovò all’inizio del cantiere. Ammirevole correttezza!”, commenta Ferrari. Eppure, “gli spazi del nostro Comunale continuano ad essere preda del freddo, dell’umidità, delle infiltrazioni, insomma: di un inesorabile degrado che si coniuga all’inquinamento e forse è già diventato più devastante”.
    La domanda torna prepotentemente alla ribalta: “che sia la vigilia della chiusura definitiva del teatro alessandrino, struttura che, pur non avendo una rilevanza storica, è comunque un simbolo per la città”?
     

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