AttentiAlpoli: “Stiamo combattendo contro un muro di gomma”
Gli studenti, gli imprenditori, ma anche i cittadini comuni che fanno parte del comitato nato in difesa del polo universitario alessandrino inviano ad addetti ai lavori e non, in questi giorni, una circolare volta a mantenere alta l'attenzione sulla questione
Gli studenti, gli imprenditori, ma anche i cittadini comuni che fanno parte del comitato nato in difesa del polo universitario alessandrino inviano ad addetti ai lavori e non, in questi giorni, una circolare volta a mantenere alta l'attenzione sulla questione
Studenti, docenti, imprenditori che fanno parte del comitato nato in difesa dell’università hanno provveduto, in questi giorni, ad inviare, agli addetti ai lavori ma anche ai comuni cittadini, una circolare volta ad illustrare le loro perplessità in merito alla vicenda.
“Vogliamo capire perché il politecnico chiude. – dice Rinaldo Firpo, uno degli imprenditori che fortemente sostiene il comitato – Potremmo essere il polo di riferimento dell’area provinciale, con strumentazioni all’avanguardia e docenti di primordine. Ma a quanto pare la regione non intende investire.”
Secondo il comitato non sono ancora chiare le motivazioni che hanno portato alla chiusura del polo universitario alessandrino. Non si tratterebbe, infatti, di una conseguenza della riforma Gelmini, considerato che il polo era gestito da fondi regionali e da sovvenzioni private – la crt aveva anche messo a disposizione borse di studio.
A differenza infatti di altre facoltà, che offrono minori possibilità di trovare posti di lavoro una volta terminati gli studi, il Politecnico rappresenta un punto d’incontro tra mondo dello studio e del lavoro; mantenerne la presenza in Alessandria potrebbe significare non solo avere un polo di riferimento per la ricerca e lo sviluppo di attività, ma anche permettere agli studenti, in fase universitaria, di creare relazioni con le aziende del settore, che sarebbero sicuramente felici di accogliere nuove figure giovani e preparate.
Paolo Ferrari sul sito del comitato
Dal 2003 era operativo il “Consorzio Alessandrino per lo Sviluppo del Politecnico – CASP” che aveva sostituito, per il Politecnico, la “Società per lo insediamento e lo sviluppo della Università in Alessandria”; essa era interlocutore anche del Politecnico e garante, per convenzione, fin dal 1992, di un finanziamento per contribuire ai costi delle attività della Sede; tale apporto e’ sempre stato essenziale in quanto il Politecnico non riceve dal Ministero, a differenza, ad esempio, della Università A. Avogadro, fondi finalizzati alle Sedi non Torinesi.
Tutto ciò in coerenza con quanto previsto dalla Legge parlamentare del 1991, che ha istituto la Sede di Alessandria del Politecnico, e che prevede il concorso finanziario degli Enti Locali ai costi per il mantenimento della Sede distaccata.
Tale supporto è venuto meno formalmente (oltre che di fatto dal 2009) con la recente abolizione del “Consorzio Alessandrino per lo Sviluppo del Politecnico”; il “sistema territoriale” alessandrino, nel suo insieme, a differenza di altre realtà geografiche, ha per il momento privato il Politecnico non solo dell’indispensabile supporto finanziario locale, ma anche del tradizionale soggetto interlocutore; esso sembra dunque non ritenere importante la presenza del Politecnico in Alessandria, ne tutte le attivita’ svolte, ed in svolgimento, a favore di Aziende, Scuole ,Studenti del bacino territoriale,che sono continuamente oggetto di significativi apprezzamenti.
“Ci preme – prosegue Firpo – avere un appuntamento con il sindaco, per capire la sua posizione in merito, ma anche sentire il rettore Profumo, che non si è ancora pronunciato sulla questione.”
“Stamo battendoci contro un muro di gomma. Non abbiamo ancora ricevuto alcun riscontro dai versanti politici. Abbiamo un polo che lavorava bene, c’è tanta richiesta di personale specializzato in quel settore, e non si capisce perché lo vogliano chiudere.”
Si resta, dunque, in attesa di sapere se Piercarlo Fabbio, sindaco di Alessandria, coglierà l’invito alla discussione e se le altre “forze in campo” si pronunceranno sulla vicenda.