Nuccio Lodato: “non scendo dal Ring!”
Dopo nove edizioni e tanti ospiti di eccellenza, da Moretti a Martone, sul Festival della critica cinematografica nato ad Alessandria e apprezzato in tutta Italia rischia di calare il sipario? Ne parliamo con uno degli ideatori del progetto
Dopo nove edizioni e tanti ospiti di eccellenza, da Moretti a Martone, sul Festival della critica cinematografica nato ad Alessandria e apprezzato in tutta Italia rischia di calare il sipario? Ne parliamo con uno degli ideatori del progetto
Con lui proviamo a ricostruire storia e prospettive di Ring!, il Festival della critica cinematografica che quest’anno, dopo 9 edizioni presso il Teatro Comunale di Alessandria, rischia di “saltare”.
Professor Lodato, partiamo dal futuro: che ne sarà di Ring?
Mah, allargo le braccia, e incrocio le dita. Quel che posso dire è che al momento non ci sono elementi per pensare che si possa realizzare l’edizione 2011. Sono in corso prove di dialogo tra il comitato organizzatore e la Fondazione Tra, con risultati al momento vaghi, e risposte rarefatte.
Non faccia il diplomatico: si sbilanci in una previsione…
Volentieri, a titolo assolutamente personale però. Secondo me tutto dipenderà dall’esito delle elezioni comunali del 2012, perché è difficile che prima di allora si concretizzi qualcosa.
Addirittura? Questo significa che Ring! secondo lei ripartirà soltanto in caso di vittoria del centro sinistra, o un centro destra “illuminato” sul fronte culturale è possibile?
Lodato sorride (ndr). Guardi, io ormai sono residente a Gamalero, non voto neanche più ad Alessandria, mi avvalgo della facoltà di non rispondere…
Raccontiamo agli alessandrini come è nato Ring, e quale percorso ha avuto il progetto in questi nove anni?
Volentieri. Consideri che fin dalla sua nascita, nel 1978, il premio Adelio Ferrero per giovani saggisti e critici di cinema prevedeva la creazione di una manifestazione ad hoc, nel corso della quale consegnare ufficialmente i riconoscimenti. Come spesso accade, tra un’idea e la sua realizzazione, passa un po’ di tempo. All’inizio dello scorso decennio (intanto personalmente mi occupavo del Gruppo Cinema di Alessandria dal 1980, insieme a mia moglie Giuliana Callegari e ad altri amici) nasce un dialogo con Maria Grazia Mandirola, tra l’altro vogherese di nascita, come il sottoscritto. Pensiamo che siano maturi i tempi per una manifestazione dedicata ai critici, inesistente fino a quel momento nel nostro Paese. Naturalmente occorreva coinvolgere personalità ed intelligenze non solo locali, e Ring! non sarebbe mai nato senza la voglia e l’entusiasmo di critici ed intellettuali del livello d Lorenzo Pellizzari, Bruno Fornara e Alberto Barbera, capaci per competenze e relazioni di dare da subito alla manifestazione contenuti qualitativi e ampia risonanza.
Insomma, ci sono questi quattro Cavalieri della Cultura che ad un certo punto decidono di partire. Con quali risorse?
Mi consenta di contestualizzare: siamo nel 2002, si insedia ad Alessandria la giunta Scagni, e ai
ai vertici dell’ATA ci sono Paolo Bobbio, presidente, e Anna Tripodi, direttore. E’ a loro che proponiamo il progetto, e lo reputano interessante. Si parte, coinvolgendo sul piano finanziario anche Regione e Ministero, che ratificò la prima edizione e finanziò la seconda. Ma attenzione, stiamo parlando di un’operazione realizzata con risorse ridottissime: non ho gestito io gli aspetti contabili, ma parliamo di 60/70 mila euro (praticamente il costo del concerto di quest’anno di Giusy Ferreri, ndr…) per edizione. Consideri che iniziative analoghe arrivano a costare mediamente dieci volte tanto.
E fu partenza col botto, ce lo ricordiamo in tanti: ospiti Nanni Moretti e Marco Bellocchio. Grazie a Moretti, in particolare, si accesero su Ring! e su Alessandria i riflettori di tutto il Paese, e non solo…
Fu straordinario. Confesso peraltro che a Bellocchio ci sarei “arrivato” anch’io, ma Moretti senza i “buoni uffici” di Alberto Barbera, già allora come oggi direttore del Museo del Cinema di Torino, non sarebbe mai venuto ad Alessandria. Oltretutto erano i mesi del Moretti “girotondino”, di lui si parlava sulle prime pagine dei quotidiani italiani, e anche francesi. E Nanni ci stupì da par suo, regalandoci una serata indimenticabile, con la messa in scena teatrale di un episodio mai girato di Caro Diario. Fu un trionfo di pubblico e critica, e il giorno dopo di Ring! scrivevano, come di unicum e realtà consolidata, i grandi media nazionali. Per noi fu quasi uno choc…avevamo il timore di mettere in piedi un involucro destinato a (troppo) pochi addetti ai lavori, e ci ritrovammo invece con questa visibilità eccezionale.
Roba da perdere la testa….non vi siete spaventati?
Guardi, ricordo che nei giorni successivi Bruno Fornara mi disse: “è andato tutto così bene, che se fossimo saggi ci fermeremmo qui..”. Era una battuta, ma forse col senno del poi, se avessimo saputo come sarebbe andata a finire…
Invece Ring! decollò, conobbe altre edizioni di grande lustro, e poi forse una relativa, inevitabile stabilizzazione. Non crede?
E’ così. Le difficoltà col tempo non sono mai mancate, ma abbiamo saputo diventare un punto di riferimento per migliaia di giovani appassionati di critica cinematografica in arrivo ad Alessandria, anno dopo anno, da tutta Italia. Basti pensare che Luca Malavasi, vincitore del Premio Ferrero nel 2001, fa oggi parte del comitato organizzatore della manifestazione. E Ring! è anche diventato punto di riferimento per un pubblico alessandrino forse non numerosissimo, ma assai affezionato, che oggi mi ferma per strada, mi chiede che succede…
Appunto, l’anno scorso che è successo?
E’ successo che la nona edizione di Ring!, in programma dall’1 al 3 ottobre 2010 (per la prima volta avevamo decidere di estendere l’iniziativa alla domenica) è stata travolta dalla nota e triste vicenda dell’amianto, su cui si è già detto e ho già detto molto, per cui non mi faccia aggiungere altro.
La sera di sabato 2 ottobre, in sala Ferrero, facciamo in tempo a presentare il capolavoro di Michelangelo Frammentino, Le Quattro volte. La sala è piena, e ancora non sappiamo che stiamo respirando polvere d’amianto, la storia ci dirà in che misura e con che danni. Durante la giornata, veramente, avevamo notato un curioso andirivieni di funzionari comunali e vigili del fuoco, non proprio abituali frequentatori della manifestazione. Finalmente ci viene spiegato perché, e il concerto previsto in sala Grande viene spostato in Duomo, così come la chiusura domenicale si fa all’Auditorium di S. Baudolino. Il resto della storia è noto a tutti: prima sembra si tratti di questione di pochi giorni, poi via via viene svelata la gravità della situazione.
Professor Lodato, a questo punto ha senso pensare ad un Ring! che, per non morire, emigra?
E’ una possibilità. Diciamo che stiamo cercando un dialogo con la Fondazione Tra, per valutare tutte le ipotesi. Compresa l’ipotesi di un allargamento ad una serie di nuovi partner, e una dislocazione territoriale, sia all’interno della provincia, che anche, magari provvisoriamente, altrove….
Milano?
E’ il nome di una città che, per tante ragioni, è ragionevole ipotizzare: vedremo.
Chiudiamo con un cenno alle politiche culturali del nostro Comune: che giudizio dà di quattro anni di giunta Fabbio?
Assolutamente negativo se devo guardare alla vicenda Teatro, non solo in riferimento a Ring! L’ho già detto e scritto: le modalità dell’allontanamento di una persona di valore come Piera Rosi, che ha dato tanto e così a lungo alla cultura cittadina, con una specializzazione riconosciuta a livello nazionale, e che era disponibile a continuare a collaborare anche gratis, la dice lunga sullo stile, e sulla visione. Colpa di Piera è stata quella di aver fatto da portavoce, peraltro in una singola occasione, ad una credo legittima iniziativa come il comitato Ridateci Il Teatro. Detto questo, non voglio generalizzare. Gestire politiche culturali pubbliche, con risorse sempre più ridotte, è difficile per tutti. L’assessore alla Cultura del Comune di Alessandria Paolo Bonadeo era partito con il piede giusto, dando segnali importanti, tra cui ricordo una splendida serata di confronto serio organizzata all’Associazione Cultura e Sviluppo, con il mio coordinamento e la partecipazione di tre suoi predecessori.
Poi che è successo?
Diciamo che, con risorse scarse, io avrei privilegiato il mantenimento di strutture permanenti, come la Biblioteca, anziché iniziative spot di discutibile incisività, come certe biennali. Ma sono scelte: vedremo cosa succederà in futuro.