L’italiano d’emergenza si insegna alla Casa di quartiere
Proseguono le numerose iniziative della Casa di quartiere insediata dalla Comunità S. Benedetto al Porto in via Verona ad Alessandria. Siamo andati a trovarli per farci raccontare come proseguono le attività
Proseguono le numerose iniziative della Casa di quartiere insediata dalla Comunità S. Benedetto al Porto in via Verona ad Alessandria. Siamo andati a trovarli per farci raccontare come proseguono le attività
Che cos’è la Casa di quartiere sorta nel cuore di Borgo Rovereto? E’ l’ultima iniziativa in ordine cronologico intrapresa dalla Comunità S. Benedetto al Porto per la città di Alessandria. Uno spazio pensato per i cittadini che ha in sé tante sfide e tanti progetti, in un quartiere con una grande densità di stranieri e pochi servizi per fare fronte perfino alle necessità quotidiane. Aperta da appena qualche mese la Casa di quartiere ha già ospitato una gran quantità di appuntamenti, disponibile come si è dimostrata ad aprire i suoi ampi spazi per quelle associazioni (ma anche per semplici cittadini, e non solo stranieri) che non trovano altrove un luogo di accoglienza e ascolto. Fra i progetti più importanti intrapresi in questo periodo c’è sicuramente quello del “corso di italiano d’emergenza”, così come è stato definito dagli stessi organizzatori. Un percorso che è nato dalla necessità di tanti residenti stranieri in città – e in particolare a Borgo Rovereto – di avere uno spazio prima di tutto di accoglienza durante la giornata e poi di formazione. Come ci spiega Fabio Scaltritti, coordinatore dei progetti della Casa di quartiere: “abbiamo provato a pensare ‘mettendoci nei loro panni’, e abbiamo realizzato questo corso di prima accoglienza per dare un aiuto concreto e immediato a quanti in questo periodo sono arrivati nel nostro Paese fuggendo da guerre e conflitti, ma anche pensando alle donne straniere che spesso non hanno occasioni di incontro e di spazi ‘per e fra’ donne. Noi abbiamo in mente un sistema di welfare che sia davvero tale e non sottragga invece sempre di più diritti e servizi aggredendo così il Patto Sociale e la nostra Costituzione. Il nostro piccolo contributo qui serve a partecipare a ‘saldare un debito’ che il mondo Occidentale continua ad accumulare nei confronti dei Paesi del Sud del mondo schiacciati dall’ideologia ultracapitalista del libero mercato e delle imposizioni agli Stati deboli”.
Ed è così che dal 20 giugno una ventina di stranieri arrivati in Italia da poco più di un mese hanno la possibilità di imparare l’italiano base che serve loro per cominciare a inserirsi nel contesto cittadino, entrando finalmente in relazione con gli alessandrini. Ahmed Osman, mediatore culturale e coordinatore del corso, sottolinea come “d’estate tutte le altre scuole chiudono, ma le esigenze di integrazione e di apprendimento della lingua non finiscono mai. Tanto più ora, visto che per avere il certificato di soggiorno sarà necessario superare una prova di conoscenza della lingua, che andrà poi rinnovata quando verrà introdotto, a breve, il permesso ‘a punti’. Questo corso di emergenza andrà avanti fino al 22 luglio ma da settembre in poi siamo già pronti a partire con un’offerta di corsi più articolata, divisa per livelli di conoscenza e capacità di apprendimento”. 