“Ma chi è questo Pier Carlo Lava?”
Da mesi è una presenza costante sui media locali, cartacei e on line. Traffico, buche pericolose, giardini incolti, ma anche amianto e inefficienza della macchina pubblica sono nel suo mirino di cittadino stanco di tacere. Conosciamolo meglio
Da mesi è una presenza costante sui media locali, cartacei e on line. Traffico, buche pericolose, giardini incolti, ma anche amianto e inefficienza della macchina pubblica sono nel suo ?mirino? di cittadino stanco di tacere. Conosciamolo meglio?
Signor Lava, si presenti Lei ai nostri lettori, che da mesi la leggono sulle pagine dei media cartacei e on line….
Volentieri. Ho superato da un po’ la sessantina, e sono alessandrino da generazioni. Una famiglia serena, con moglie, figlia e cani e gatti che adoro. Ho lavorato sempre nel settore della vendita, e spesso con multinazionali, dagli anni Sessanta fino a poco tempo fa. Nel senso che sono ancora consulente di qualche azienda, anche sul nostro territorio, ma senza affanni. Diciamo che ho sperimentato, prima come semplice venditore e poi come dirigente di società importanti, tutte le fasi e le dinamiche del nostro tessuto economico negli ultimi 35 anni.
E adesso si lancia in politica?
No, non è esattamente così. Diciamo che io sono l’italiano e alessandrino medio: ho sempre esercitato il diritto/dovere del voto, ma con quel pizzico di scetticismo, e di distacco dalla politica, che abbiamo avuto in tanti. Poi, circa un anno fa, ho cominciato ad interessarmi come cittadino di questioni molto pratiche, concrete. Abito al Villaggio Borsalino, e lì di cose che non funzionano ce ne sono parecchie, come del resto altrove in giro per Alessandria. Mi colpirono in particolare le parole di un residente su un giornale locale, perché descriveva il nostro quartiere come una sorta di oasi di serenità. Io che ci vivo, e parlo con amici e vicini, sapevo che non era esattamente così, e mi misi al pc, per scrivere la prima lettera al sindaco. Segnalavo che via Moccagatta era diventata un’autostrada a quattro corsie, che molte panchine erano rotte, la pista ciclabile insufficiente, e via dicendo.
Da lì non si è più fermato…
Diciamo che ho constatato che, marcando stretto gli amministratori, scrivendo con metodo ai media ma soprattutto documentandosi e presentandosi in Comune a verificare a che punto stanno promesse e proclami, qualcosa di concreto, come cittadini, possiamo ottenere…
Per la felicità del sindaco Fabbio immagino…
Davvero, non è una questione di personalizzare, o di buttarla in scontro ideologico. Io posso pacatamente affermare che oggi, nel 2011, non mi sento ne di destra ne di sinistra, ma solo un cittadino stanco di essere preso in giro. Credo che come me ce ne siano parecchi altri, anche ad Alessandria, e quindi cerco di dare loro voce. Certo, segnalo più che altro disfunzioni e inefficienze riconducibili all’attuale giunta di centro destra: ma solo perché da quattro anni la città la governano loro, mi creda.
Parliamo un po’ di questioni concrete allora: al Villaggio Borsalino va un po’ meglio?
Sì, qualcosa si è mosso in questi mesi. E per questo devo ringraziare Paola Testa, disability manager del Comune, che non si è limitata a compilare moduli o protocollare segnalazioni, ma è venuta tre volte sul posto a compiere ispezioni e a confrontarsi con i residenti. Solo così si possono comprendere davvero i problemi, e cercare il modo per risolverli. E in effetti miglioramenti ci sono stati: gli stop, le strisce per l’attraversamento pedonale, l’illuminazione pubblica. Piccole cose, ma che fanno la differenza tra un quartiere vivibile e un dormitorio pericoloso, in fin dei conti.
Lei si sta occupando anche di amianto: Alessandria non è Casale…però?
Però la situazione non è edificante, e questioni critiche che ne sono, eccome. Le faccio un rapido elenco? Via Pochettini/via Stornini: c’è uno stabile che conteneva diverse attività commerciali, e dentro cui c’è peraltro ancora qualcosa di aperto. Ebbene: è una struttura privata, credo con procedimenti giudiziari e aste in corso: ma quel che a me preme è che le coperture in amianto, in condizioni fatiscenti, vengano rimosse. Fino ad ora è stata fatta un po’ di pulizia, ma il problema è irrisolto. Altro esempio? Tralasciamo naturalmente la vicenda Teatro Comunale, che è arcinota: ma pochi sanno che anche parte dei tetti della ex Valfrè sono ricoperti di amianto, come già più volte segnalato da un comitato di cittadini della zona. Poi c’è Corso Acqui, con una vecchia cascina in cui, addirittura, le lastre di eternit ormai consunte erano addirittura cadute a terra, a contatto col terreno. Anche qui, un intervento di emergenza è stato fatto, ma il resto è ancora lì. Terzo esempio? Via della Moisa (nota peraltro per un selciato da bombardamento, nonostante un recente ed estemporaneo intervento “tappabuchi”): c’è una vasta area, di proprietà di un imprenditore edile: una parte dei tetti è in amianto. I residenti segnalano la situazione da anni, e le autorità preposte hanno stabilito che si tratta di situazione sotto controllo, da monitorare ogni 6 mesi. Lei se abitasse lì starebbe tranquillo? Il problema è che non esiste una legge che obblighi i privati a smantellare, senza se e senza ma. E mentre altri comuni (senza andare lontano: Valenza o Mirabello Monferrato) hanno deciso di offrire ai residenti un incentivo allo smantellamento, Alessandria non mi risulta lo abbia fatto. Il che non aiuta ad uscire da certe situazioni a rischio.
Risultati positivi e collaborazione ne sta ottenendo?
Collaborazione ed esortazioni ad insistere mi arrivano quotidianamente dai cittadini come me. All’inizio solo nel mio quartiere, anche attraverso il ricorso a raccolte di firme su singole questioni e obiettivi. Ormai invece ho riscontri ovunque in giro per Alessandria, dalla Pista al Cristo. E proprio al Cristo, dove sono stato tra i protagonisti di una serata/incontro con la gente, ho constatato una compattezza e una determinazione della popolazione che mi hanno davvero impressionato positivamente.
E i politici locali?
Beh, quelli promettono, rispondono sempre sì. Io però annoto, e dopo 20 giorni, un mese, due mesi torno alla carica, vado a verificare. Perché non basta che un amministratore rilasci dichiarazioni ai giornali, o porti avanti una questione in consiglio comunale o giunta. A noi cittadini interessano le ricadute pratiche, concrete…..Si figuri che il consigliere Mario Bocchio, del Pdl, mi ha pure dato del demagogo, capisce? Lui a me…Poi ha detto: prendiamoci un caffè e parliamo di tutto. Amianto e non solo. E io sono ancora qui che aspetto, ben disponibile al confronto. Con tutti.
Signor Lava, a maggio 2012 ci sono le elezioni comunali: non è che lei aspira ad essere il nostro prossimo sindaco?
Sindaco direi di no, ma certamente sto pensando a come far pesare di più la voce di semplici cittadini come me. Per questo ho creato un marchio, I cittadini prima di tutto, con cui sto firmando tutti i miei interventi, le lettere, le comunicazioni sul web e nel mio blog.
Un’amica mi ha proposto di fondare una lista civica, e ci stiamo pensando. Coi politici dialogo, naturalmente, e ho trovato un terreno di confronto interessante con Gianni Barosini, presidente del consiglio provinciale e segretario dell’Udc. Vedremo: per ora sto aspettando che, come ci ha promesso, dia voce in Comune e in Provincia ad una serie di questioni che abbiamo sollevato nel corso di incontri con la gente, in Pista e agli Orti. Poi decideremo il da farsi.
Lei, che non è giovanissimo, sembra però avere con il web e le tecnologie di rete una confidenza notevole: quasi ogni giorno arrivano via e-mail sue comunicazioni…
Diciamo che ho intuito le potenzialità di Internet più o meno 12 o 13 anni fa. Inizialmente ho imparato a navigare sul web per mantenere contatti professionali e amichevoli con persone lontane, che vivono in altre parti del mondo. Poi ho capito che può essere utilissimo anche per riuscire a far sistemare le buche o le panchine sfondate sotto casa. E spero di essere solo all’inizio del percorso….