Bocchio: una targa per combattere le mafie
In un comunicato rivolto ai giornali, il consigliere comunale Mario Bocchio propone di collocare una targa nel comune dalla dicitura "Qui la 'ndrangheta non entra"
In un comunicato rivolto ai giornali, il consigliere comunale Mario Bocchio propone di collocare una targa nel comune dalla dicitura "Qui la 'ndrangheta non entra"
“Qui la ‘ndrangheta non entra. Il comune di Alessandria ripudia le mafie in ogni loro forma”. Questa la dicitura di una targa che il consigliere comunale Mario Bocchio e Luca Lavezzaro, segretario alessandrino dei “liberali nel Pdl”, hanno chiesto al sindaco Fabbio di collocare all’interno di Palazzo Rosso.
Che segnale può dare una targa alla mafia? Più che direttamente alla mafia sembra un segnale rivolto prima di tutto ad alcuni politici. I due proponenti, infatti, ritengono “questa proposta una netta risposta alle calunnie ed illazioni vergognose che esponenti politici come Bellotti hanno espresso nei confronti della maggioranza e, di conseguenza, nei confronti di tutto l’elettorato che quattro anni fa, con un netto distacco, ha sancito l’insediamento dell’attuale governo cittadino di Alessandria. La mafia, a differenza di quanto espresso da questi speculatori, deve essere realmente combattuta a tutti i livelli della società, politica compresa, e non ci pare corretto strumentalizzare una vicenda tanto delicata soltanto per accaparrarsi una manciata di voti o per sovvertire il voto popolare che ha premiato persone oneste. Riteniamo deplorevole anche solo l’accostamento a qualsiasi tipo di mafia o criminalità organizzata. Nel ricordo di Falcone e Borsellino, di Livatino, di Cassarà, di Chinnici- continuano Bocchio e Lavezzaro- e di tutte le vittime per mano della mafia non possiamo accettare tali vergognose calunnie e, con tale iniziativa, rispediamo ai mittenti tutte le accuse infamanti di cui si sono riempiti la bocca. Per la legalità e la lotta alla mafia, tali comportamenti opportunistici non possono essere accettati e tollerati. Sono solo parole fumose, solo proclami, elenchi e dotte citazioni che lasciano il tempo che trovano”.
Mario Bocchio è tornato anche sulla questione della sua denuncia a Paolo Bellotti, il quale aveva commentato il fatto come un atto intimidatorio. Il consigliere comunale Bocchio ha dichiarato: “Paolo Bellotti dice che non si lascia intimorire dalla mia denuncia? Libero di pensarla come vuole, ma moderi le parole. Io non sono un mafioso e le intimidazioni sono proprie di quel mondo! Ha reclamato lo scioglimento del consiglio comunale in quanto a suo dire in odore di mafia, oltre che la revisione di tutti gli atti relativi alla variante del piano regolatore. La vicenda Caridi è sua propria ed è al vaglio della magistratura –continua Bocchio– e non rientra nell’operato dell’amministrazione comunale, nella quale sono presenti amministratori la cui moralità non può e non potrà mai essere messa in discussione, il Sindaco Piercarlo Fabbio ed il sottoscritto in primo luogo. A Bellotti ricordo inoltre che le varianti urbanistiche che hanno interessato Valle San Bartolomeo risalgono addirittura al 2006, quando il comune era governato dalla giunta Scagni. Intende insinuare che anche quell’Amministrazione era incrostata di malavita organizzata? Se poi ha nutrito un solo dubbio oppure oggi è in possesso di notizie certe e circostanziate perché non si è rivolto e non si rivolge alla procura della repubblica indicando episodi e nomi?”. Boccho ha concluso aggiungendo che “I comuni diventano collusi quando le cosche turbano le gare e condizionano gli appalti, insomma quando arrivano ad imporre condizioni a loro favorevoli. Gli ultimi casi, in ordine di tempo, sono ad esempio quelli di Bordighera e di Racalmuto in Sicilia. In Piemonte, emblematica fu la vicenda di Bardonecchia, quando il Consiglio Comunale venne sciolto, ma ci furono amministratori addirittura parenti dei boss. A voi sembra che ad Alessandria sia successo tutto questo? Fatemi il piacere, e abbiano almeno una minima forma di pudore coloro che utilizzano lo squallore di simili insinuazioni solo per condurre una campagna elettorale che alla fine, così com’è, non porterà frutti maturi”